fabio
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venerdì 29 marzo 2019
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tarantino fa centro con stile
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Un Tarantino inspirato mette giù un western di tutto rispetto: merito innanzitutto della sceneggiatura e dei dialoghi azzeccati; la regia è visionaria quanto basta e la colonna sonora calza a pennello.
Insomma tutto è curato bene: come fa chi ama quello che sta facendo e si diverte a farlo.
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intothewild4ever
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venerdì 18 gennaio 2013
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black django
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Cominciamo col dire che dello Django di Franco Nero non è rimasto che il nome nel titolo e il cameo dello stesso attore nel film... per il resto l'ultimo lavoro di Tarantino altro non è che un "Tarantino Western", ovvero un mix del genere Spaghetti Western e del genere Tarantino movies (non credo che esista un genere classificato per i suoi films).
Tutto il film, dal gioco con i titoli di testa alla Sergio Leone, alla musica scelta nella scena finale, altro non è che un immenso omaggio agli Spaghetti Western e a Leone. Tarantino però resta comunque fedele ai suoi schemi, ai suoi magnifici dialoghi, alle scene pulp, all'attenta scelta delle musiche, alla maniacale attenzione al dettaglio.
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Cominciamo col dire che dello Django di Franco Nero non è rimasto che il nome nel titolo e il cameo dello stesso attore nel film... per il resto l'ultimo lavoro di Tarantino altro non è che un "Tarantino Western", ovvero un mix del genere Spaghetti Western e del genere Tarantino movies (non credo che esista un genere classificato per i suoi films).
Tutto il film, dal gioco con i titoli di testa alla Sergio Leone, alla musica scelta nella scena finale, altro non è che un immenso omaggio agli Spaghetti Western e a Leone. Tarantino però resta comunque fedele ai suoi schemi, ai suoi magnifici dialoghi, alle scene pulp, all'attenta scelta delle musiche, alla maniacale attenzione al dettaglio. Qello che ne esce fuori è davvero un gran bel film che, nonostante le quasi tre ore, si beve tutto d'un fiato, cogliendo i vari riferimenti qui e la, godendosi scenari spettacolari e scene gustosissime. Christop Waltz riesce di nuovo ad aggiudicarsi un gran bel personaggio (che non è certo ai livelli del Landa di Bastreds Inglorious, però merita anche lui) e lo interpreta ancora una volta divinamente, Jamie Foxx dà anche lui un'ottima prova d'attore, così come l'ottimo (e immancabile) Samuel L. Jackson.
Sulla trama magari si poteva lavorare meglio, poichè manca un pò lo stile tipico degli spaghetti western, ovvero la storia nella storia, il colpo ad effetto dietro l'angolo, lo scontro a due tra pistoleri, e inoltre non sembra troppo indicata la scelta dei due brani rap inseriti nel film, ma per il resto, nulla da dire.
Insomma, dopo Bastardi senza Gloria, Tarantino riscrive di nuovo la storia rivisitandola a suo modo...c'è chi storce la bocca, chi lo accusa di nuovo di razzismo e di violenza gratuita... sinceramente credo che chi vuole che Tarantino si metta d'improvviso a fare dei film storici e d'autore, è più folle di lui e che la malizia sta negli occhi di chi guarda!
Django è uno schiavo che ha la fortuna di imbattersi in un insolito cacciatore di taglie che lo renderà "Unchained" (libero), gagliardo e tosto.
Imperdibile!!!
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angekiddo
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domenica 20 gennaio 2013
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django e la sua vendetta.
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America del Sud, anni '60. Django, schiavo di colore, riacquista la sua libertà per merito del dr. King Schultz, cacciatore di taglie che, dopo aver incastrato alcuni delinquenti grazie al suo nuovo "complice", lo aiuta nel riavere indietro l'amata Broomhilda, schiava dell'agghiacciante e perfido Calvin Candie, un ricco trafficante di schiavi neri.
L'arguto piano del dr.
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America del Sud, anni '60. Django, schiavo di colore, riacquista la sua libertà per merito del dr. King Schultz, cacciatore di taglie che, dopo aver incastrato alcuni delinquenti grazie al suo nuovo "complice", lo aiuta nel riavere indietro l'amata Broomhilda, schiava dell'agghiacciante e perfido Calvin Candie, un ricco trafficante di schiavi neri.
L'arguto piano del dr. Schutlz e del compagno di giochi Django, però, ha qualche pecca e le vicende prendono una brutta piega.
Django Unchained, il film di Tarantino dove abbiamo le migliori scene che lui abbia mai girato finora ed i più grandi errori che lui abbia mai commesso finora.
Inizio col parlare del cast.
Un Christoph Waltz nei panni del dr. King Shultz per certi versi simili ad Hans Landa, ma che io ho comunque amato. Quando Waltz apre bocca ed inizia a muoversi io già so che niente della sua recitazione mi deluderà.
Un Leonardo Di Caprio che nemmeno l'Oscar potrebbe bastare come premio a quanto memorabile ed incantevole è stato. Nel monologo riguardo il teschio, s'è visto come non mai il suo formidabile talento. Lo dico qui e non credo cambierò questo pensiero: Leonardo Di Caprio (contando anche la sua giovane età e tutto il percorso cinematografico che ha sostenuto) non ha niente da invidiare ad attori come Al Pacino e De Niro, due generazioni completamente differenti, ma in DU più che mai è stato superbo, maestoso, oso dire che ha sfiorato la perfezione. Non ho idea di cos'altro potesse fare di più, per me è stato oro puro.
Un Jamie Foxx che, per quanto sia indubbia la sua bravura, è completamente oscurato da due mostri del cinema come Waltz e Di Caprio.
Un Samuel L. Jackson bravo nella sua interpretazione, ma è proprio il suo personaggio che mi è piaciuto di meno e poi spiegherò il perché.
Ora, parlando della sceneggiatura e della regia, grandi cose ed errori imperdonabili.
Una regia maestosa, la migliore di Tarantino senza ombra di dubbio, un gioco di zoom fenomenale, dall'apparizione di Di Caprio all'entrata di Waltz e Foxx a Candieland vista dagli occhi di L. Jackson.
Si è veramente superato Quentin riguardo la regia, non c'è che dire, ma gli errori che ho visto, beh, non riesco a capacitarmi di come possa averli commessi.
Il pezzo rap che non centra nulla con quella scena del film, ma questo è poco.
Mi chiedo: ma come può una mente eccelsa ed arguta come quella di Shultz non accorgersi che Candie e Stephen li abbiano smascherati? Come può un personaggio irremovibile come Shultz, peccare nella vendetta e sparare a Candie per dei motivi che non so veramente spiegarmi? E poi, il trauma che ha subito riguardo il nero dilaniato dai cani, perché si ripresenta solo nel sentire le note di Beethoven? Io avrei dato spazio a questo sua trauma anche prima, in modo da essere più credibile.
E poi, Stephen, così furbo da smascherare Shultz e Django, poi che fa? Lascia libero Django non immaginando nemmeno che egli sarebbe tornato indietro per avere la sua vendetta? Non sta ne in cielo ne in terra!
Grande errore nel non dare una grande importanza alla morte di Shultz, come minimo un bel primo piano al rallenty ci voleva per un personaggio così fondamentale, anche perché giusto 30 secondi prima un altro colosso del film era morto.
Dalla scena della sparatoria in poi, per me, il film è terminato e ne è iniziato uno nuovo che intitolerei "La vendetta di Django", dove possiamo rivederci il ruolo della Sposa in "Kill Bill", un Django che inganna tre uomini per poteri riavere la sua libertà e tornare a farsi giustizia da solo in maniera teatrale al massimo.
Un altro appunto lo voglio fare dicendo che Tarantino con questo film ha legato il primo Quentin cinematografico col il nuovo Quentin, mi spiego meglio: in questo film ha dato spazio ai ruoli maschili nella quasi totalità, lasciando un piccolo spazio al personaggio di Broomhilda che, per quanto sia la ragione scatenante di tutte le vicende, ha avuto poco modo di mettersi in mostra, e questo lo ricollega al suo primo film, Le Iene, dove la figura maschile è predominante. Ha legato dunque questo vecchio Tarantino con il nuovo Tarantino, e di nuovo ha solo la maturazione, per quanto le sue idee, il suo talento, il suo voler esprimersi siano evidenti già dalle prime pellicole, con Kill Bill, secondo me, ha fatto un balzo in avanti, proprio a livelli di regia parlo io. E' cresciuto, si è fatto le ossa e già con BSG ha dato modo di far vedere perché è uno dei migliori registi in circolazione e non parlo di sceneggiatura, parlo di abilità nel muovere la macchina da presa. Ma con questo film, s'è superato. La mano gliela stringerei volentieri anche solo per la qualità registica.
Le scene splatter sono uno dei suoi marchi, io detesto coloro che associano a Quentin solo questo suo lato, lui non è solo sangue che zampilla dai corpi! Che poi, è così esagerato ed inverosimile che non capisco come possa essere considerata veramente violenza, è talmente estremizzato da risultare puramente scenico, io la chiamo "arte in movimento", voi chiamatela pure violenza gratuita, ma per me è più violenta la scena dell'uccisione di Mufasa in "Il Re Leone" e di sangue non ce n'è.
Voto a questo film? Beh, ho assolutamente bisogno di una seconda visione. E comunque (citando il dr. Schultz) i protagonisti "entrano nei personaggi", ancora una volta QT fa emergere il cinema dentro al cinema.
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tadde94
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lunedì 21 gennaio 2013
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quentin tarantino: the best of...
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Django Unchained... torna il vecchio Tarantino, ogni sua singola caratteristica, dal colore delle scritte in sovraimpressione, ai dialoghi, allo splatter, alle citazioni continue fino alla colonna sonora. La trama è sempre e solo un pretesto per mostrare come lui vede il cinema ed in questo film è, per motivi evidenti, abbastanza stereotipata. Ma comunque eccellentemente appassionante. La granezza però è nella regia, sembra una sorta di Best Of... ogni caratteristica che ha reso grande il regista viene riportata ed evidenziata (quasi come se qualcuno facesse con Tarantino come lui ha fatto da sempre nei suoi film esagerando le caratteristiche di questo o quel genere).
Questo porta ad essere il film un abcdario del suo stile.
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Django Unchained... torna il vecchio Tarantino, ogni sua singola caratteristica, dal colore delle scritte in sovraimpressione, ai dialoghi, allo splatter, alle citazioni continue fino alla colonna sonora. La trama è sempre e solo un pretesto per mostrare come lui vede il cinema ed in questo film è, per motivi evidenti, abbastanza stereotipata. Ma comunque eccellentemente appassionante. La granezza però è nella regia, sembra una sorta di Best Of... ogni caratteristica che ha reso grande il regista viene riportata ed evidenziata (quasi come se qualcuno facesse con Tarantino come lui ha fatto da sempre nei suoi film esagerando le caratteristiche di questo o quel genere).
Questo porta ad essere il film un abcdario del suo stile.
Gli attori sono stati tutti perfetti, sul podio: Leonardo Dicaprio(meritevole di un Oscar ma neanche candidato dall'accademy -_-); Cristoph Waltz (non delude mai anche se Hans Landa è Hans Landa); e Samuel L. Jackson in una interpretazione degna di nota.
Questo film è grandioso per le citazioni: scena epica quella del passaggio di testimone fra il vecchio (Franco Nero) e il nuovo Django (N.B. la D è muta).
Il finale, col Botto, è una citazione multipla esaltante.
Questo Film è quindi, senz'altro, uno dei migliori di Tarantino, ma non è il migliore:
Pulp Fiction è la scesa in campo, che piu scenografica nn si può.
Django Unchained è appunto un riassunto di una carriera che è diventata un culto.
Ma il migliore è senza dubbio Bastardi Senza Gloria.
In questo film, piu che mai, Quentin Tarantino è riuscito a mischiare la sua tecnica registica e di sceneggiatore che lo rende uno dei migliori registi di sempre ad una vicenda che va oltre i confini della Storia, e che proprio per questo da al film quella marcia in più...d'altronde come disse Aldo Raine(Brad Pitt) alla fine della pellicola, parlando a nome del regista: <>
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masellik
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lunedì 21 gennaio 2013
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la fantasia di quentin incontra il mito del west
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Peccato per il finale prolisso.C'era una volta il West e c'era una volta il vecchio Sud, c'erano una volta Leone,Corbucci, Ford,Fleischer e tutti quelli che si sono inventati una storia per un paese senza storia.Tarantino riesce, per quasi tutto il film, a rimixare il deja vu in una suggestione scintillante, ispirata, scoppiettante di re- invenzioni , piena di spleen per coloro che avevano visto rinascere con stupore, nella seconda metà dei Sessanta,un genere oramai sepolto.
Spazi fordiani, colonne sonore da brividi, e qualche lacrimuccia per i sessantenni,dialoghi anche troppo barocchi.Non è facile re-inventare il già re-inventato, ma Tarantino ci riesce perchè ha talento, fantasia, sorretto dai suoni ed i colori del nostro secolo e da due fuori classe che si chiamano Di Caprio e Sam Jackson.
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Peccato per il finale prolisso.C'era una volta il West e c'era una volta il vecchio Sud, c'erano una volta Leone,Corbucci, Ford,Fleischer e tutti quelli che si sono inventati una storia per un paese senza storia.Tarantino riesce, per quasi tutto il film, a rimixare il deja vu in una suggestione scintillante, ispirata, scoppiettante di re- invenzioni , piena di spleen per coloro che avevano visto rinascere con stupore, nella seconda metà dei Sessanta,un genere oramai sepolto.
Spazi fordiani, colonne sonore da brividi, e qualche lacrimuccia per i sessantenni,dialoghi anche troppo barocchi.Non è facile re-inventare il già re-inventato, ma Tarantino ci riesce perchè ha talento, fantasia, sorretto dai suoni ed i colori del nostro secolo e da due fuori classe che si chiamano Di Caprio e Sam Jackson.Meno convincente di altre volte la presenza di Christoph Waltz.E' di nuovo il colonnello Landa oppure è l'avvocato Cowan?
Nell'indecisione interpreta un ruolo che è troppo grottesco per la sua notevole classe. Del resto Klaus Kinsky non c'è più, chi meglio di lui a fare il bounty-killer uscito dalle buone maniere di Heidelberg per stupire i poveri cow-boys con il mito dei Nibelunghi? Intendiamoci Waltz è un grandissimo però Di Caprio e Jackson sono degli autentici fuoriclasse, interpretando ruoli desueti, stupiscono e guadagnano da soli al film due palle su quattro.
I cammei di Franco Nero e dello stesso Tarantino passano inosservati.Il film nel finale perde ritmo ed ispirazione.Che non fosse un Django 1 cui far seguire Django 2 come per Kill Bill.Sonsigliabile.Pero' le strade di Hollywood per trovare dollari sono infinite.
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lucano11
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martedì 22 gennaio 2013
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rivivere la gioventù
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da ragazzo si andava a vedere i western spaghetti,ci si divertiva a contare i morti nel film e il più bello era quello che ne aveva di più,il piacere di rivedere un ottimo westwern all'italiana è stato grande,Tarantino fa un omaggio al genere usando inquadrature alla Leone,musiche d'epoca ed emozioni sempre vive e possibili nel cuore dei ragazzi e non,insisto sulle musiche con quelle bellissime del folk americano.Tecnicamente ottimo,splendida fotografia,ottima presa in giro dell'america razzista,da vedere ne vale la pena.
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joker 91
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martedì 22 gennaio 2013
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django
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Tarantino riporta con forza il genere western a livelli epici. il cast è incredibile,bravissimi Walz ed Leonardo di Caprio in un villain hamleto perfetto mentre Foxx è abbastanza sottotono.
Il film di Tarantino è un concentrato di cultura,pop,azione,riflessione ed soprattutto affronta una bellissima storia d'amore fondendo il tutto con miriadi di citazione al grande western all'italiana passando da Corbucci a Leone,la presenza del grande vecchio django Franco Nero non è un caso. Il film si avvale di una sceneggiatura che dimostra l'ottima l'autorialità tarantiniana dove cultura ed umorismo si miscelano. Il monologo di Di Caprio col teschio è da antologia sia per la recitazione che per il significato.
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Tarantino riporta con forza il genere western a livelli epici. il cast è incredibile,bravissimi Walz ed Leonardo di Caprio in un villain hamleto perfetto mentre Foxx è abbastanza sottotono.
Il film di Tarantino è un concentrato di cultura,pop,azione,riflessione ed soprattutto affronta una bellissima storia d'amore fondendo il tutto con miriadi di citazione al grande western all'italiana passando da Corbucci a Leone,la presenza del grande vecchio django Franco Nero non è un caso. Il film si avvale di una sceneggiatura che dimostra l'ottima l'autorialità tarantiniana dove cultura ed umorismo si miscelano. Il monologo di Di Caprio col teschio è da antologia sia per la recitazione che per il significato. Il tema della schiavitù nera in epoca moderna è affrontato nel migliore dei modi mettendo a nudoquella brutalità ed quel mondo su cui moltissimi registi hanno fatto la loro fortuna. Un film con messaggio e critica sociali,citazionistico,divertente,umoristico ma anche culturalmente utile e pieno di
significato-tutto questo è DJANGO
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s. rizzo
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martedì 22 gennaio 2013
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tarantino e un'altra ciambella col buco ma ... (1)
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"Signori, avevate la mia curiosità... Ma ora avete la mia attenzione". E’ una delle frasi più celebri del film "Django Unchained" , il nuovo lavoro di Quentin Tarantino. E quanto a curiosità e attenzione sembrerebbe proprio che questo capolavoro ne abbia fatto il pieno sia da parte del pubblico sia della critica. Eh già ,un capolavoro: su questo è difficile discutere. Ma ,come spesso accade per tutti i “masterpieces “, spesso si tratta di una “targhetta” impegnativa e difficile da portare attaccata.
Tuttavia, andiamo con ordine. Dal punto di vista prettamente tecnico la pellicola è impeccabile ,sfiora la perfezione: la fotografia è ottimale ;i paesaggi e l’ambientazione sono superlativi e oltremodo appropriati per un western che si propone anche di richiamare la tradizione del genere; ma alla vera punta di diamante si collocano il montaggio e le colonne sonore.
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"Signori, avevate la mia curiosità... Ma ora avete la mia attenzione". E’ una delle frasi più celebri del film "Django Unchained" , il nuovo lavoro di Quentin Tarantino. E quanto a curiosità e attenzione sembrerebbe proprio che questo capolavoro ne abbia fatto il pieno sia da parte del pubblico sia della critica. Eh già ,un capolavoro: su questo è difficile discutere. Ma ,come spesso accade per tutti i “masterpieces “, spesso si tratta di una “targhetta” impegnativa e difficile da portare attaccata.
Tuttavia, andiamo con ordine. Dal punto di vista prettamente tecnico la pellicola è impeccabile ,sfiora la perfezione: la fotografia è ottimale ;i paesaggi e l’ambientazione sono superlativi e oltremodo appropriati per un western che si propone anche di richiamare la tradizione del genere; ma alla vera punta di diamante si collocano il montaggio e le colonne sonore. Fred Raskin ,al montaggio, e Wylie Stateman ,al montaggio sonoro, danno il meglio di loro mettendo in scena espedienti ,tecniche e risultati creativi strepitosi mentre le scelte musicali non potevano essere più azzeccate (a parte Elisa). Con la selezione di un compositore tanto legato al mondo dello “spaghetti western” come Ennio Morricone e con un’alternanza di buoni stili l’esito è scontato. Non stupisce ,pertanto ,che proprio il signor Stateman abbia ricevuto una nomination all’Oscar. Ma tra tutti i nomi legati a questo lungometraggio non è ovviamente il solo ad attendere la statuetta dall’Accademy :come non considerare ,infatti, Christoph Waltz! Già vincitore del Golden Globe, sicuramente è nel cast quello che merita di più grazie alla sua mimica spontanea e alla sua recitazione sui generis. Tra gli attori ,però, anche Leonardo Di Caprio si distingue ,a differenza di Jamie Foxx e Samuel Jackson ,i quali hanno espresso tutte le loro magnifiche capacità più in altre pellicole.
E arriviamo dopo tutto ciò al grande Quentin ,che con qualche scena ci regala pure un cameo dedicato alla sua originale figura e un’uscita di scena “esplosiva”! Tarantino è un regista di primo livello, dietro la macchina da presa è in grado di competere con i big della storia del cinema e con “Django” lo dimostra eccome. Sa omaggiare il western con degli zoom che non si vedevano da un pezzo e sa mantenere una certa continuità con le peculiarità dei suoi precedenti lavori. Cionostante, si può dire che in questo film qualcosa cambi. Qualcuno potrebbe asserire che sia il più “normale” delle opere tarantiniane ,sempre un po’ definite “strane”. E in effetti diverse sperimentazioni che hanno segnato i suoi esordi cedono il passo a talune forme anche troppo classiche per uno come lui. Tali riscontri sono rilevanti soprattutto quando si parla in termini di sceneggiatura. Tra Tarantino regista e Tarantino sceneggiatore ,difatti, vi è una linea ;sottile ma c’è. I dialoghi di “Django Unchained” sono sì accattivanti ,geniali e divertenti ma in alcuni tratti manca loro quel poco in surplus di folle, delirante e provocatorio che connotava per esempio “Bastardi” ma anche “Pulp Fiction” o ”Le iene”. Non è ,comunque, una macchia nera ,solo una macchietta per quanto riguarda il bianco copione di Quentin. Allo stesso modo, di macchietta si può parlare in merito a certe aspettative che non sono state soddisfatte. E’ il caso dell’irriverente protagonista ,dal quale forse ci si sarebbe attesi un maggiore approfondimento della sua psicologia ,della sua storia e del suo comportamento. Restano scarsamente motivate alcune sue trasformazioni troppo repentine ,come quella da schiavo liberato a spaccone ammazza-tutti, e restano vagamente mostrati tratti di umanità ,che magari si potevano accentuare. Copensano il tutto ,ad ogni modo, il personaggio dell’affabile e caricaturale dottor King Shultz e quello dell’enigmatico e prevaricatore Calvin Candie.
(continua con la parte 2)
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derriev
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mercoledì 23 gennaio 2013
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tarantino... impegnato"
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Un film che sembra sancire la svolta "impegnata" di Tarantino: dopo l'Olocausto, la Schiavitù degli afroamericani.
La trama: 1860. Django è uno schiavo africano liberato da un tedesco arrivato in America, cacciatore di taglie; questi, di mentalità aperta, lo aiuterà a ritrovare la moglie, schiava di un altro proprietario.
Sfrondiamo subito i dubbi della frase di apertura: il film è in pratica un fumettone con personaggi a tutto tondo, al limite della caricatura, e situazioni sull'orlo del credibile.
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Un film che sembra sancire la svolta "impegnata" di Tarantino: dopo l'Olocausto, la Schiavitù degli afroamericani.
La trama: 1860. Django è uno schiavo africano liberato da un tedesco arrivato in America, cacciatore di taglie; questi, di mentalità aperta, lo aiuterà a ritrovare la moglie, schiava di un altro proprietario.
Sfrondiamo subito i dubbi della frase di apertura: il film è in pratica un fumettone con personaggi a tutto tondo, al limite della caricatura, e situazioni sull'orlo del credibile.
La grandezza di Tarantino, in fondo, è nell'avere la mano facile nella sceneggiatura, e ovviamente nei dialoghi che però qui sono meno scoppiettanti del solito, complice forse il "tema" più serio-so.
Per il resto alcune ingenuità in regia; l'uso delle "zummate" a periodi alterni (ovvio che sono "citazioni": ma se fossero rielaborate o "pensate", sarebbero usate in tutto l'arco del film e in modo creativo); i dettagli inutili, come un boccale di birra in riempimento; luce che non si sa da dove venga (tutta la sequenza iniziale notturna).
E poi quell'inutile truculenta poltiglia di sangue: che non mi si venga a dire, ma per me Tarantino è un po' deviato…
Che resta allora?
Il film sfrutta bene, per almeno due terzi, uno dei temi prediletti del regista: il desiderio e il compiersi della vendetta, con tensione e ritmo assicurati.
Peccato che per l'ultimo terzo del film la trama si attorcigli un po', rendendo il film più noioso e ripetitivo, per implodere in un finale davvero troppo "happy ending": loro due a cavallo, dopo un massacro, sorridenti e giulivi come "turisti per caso".
Un discreto film, quasi buono, ma siamo lontani eoni dalla grandezza di "Pulp fiction".
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dily98
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lunedì 18 febbraio 2013
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il mio commento personale sul film di tarantino
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Molto bello come film come tutti quelli di Quentin Tarantino la sua tecnica penso che sia la migliore e stato realizzato bene per non parlare dei piani americani perfetti le musiche poi ... Voglio dire stupende, anche il cast devo dire ottimo devo dire che l'interpretazione di Christolpher Waltz nel ruolo del Dr. Schultz e stata davvero molto eccezionale anche le scenografie .
Mi è piaciuto molto come genere Western, la storia incredibilmente affascinante .
Lo consiglio a chi ama il cinema di Quentin Tarantino
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