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Bay e Cameron parlano del 3D in Transformers 3

Online il video della discussione '3D: Un'arte visiva in trasformazione'.
di Marlen Vazzoler

I registi Michael Bay e James Cameron discutono delle potenzialità del 3D.

lunedì 30 maggio 2011 - Approfondimenti

La sera del diciannove maggio presso gli Studi della Paramount in California, si è tenuto l'evento "3D: Un'arte visiva in trasformazione – Una conversazione con Michael Bay e James Cameron" durante il quale sono stati trasmessi 15 minuti in anteprima del film Transformers 3 e si è tenuta una conversazione sul 3D tra i due filmakers, moderata da Jay A. Fernandez dell'Hollywood Reporter, che hanno discusso i progressi e le limitazioni del formato e di Transformers.
Il footage presentato durante la serata consisteva nel nuovo trailer (la versione destinata per le sale 3D), i primi cinque minuti e un montaggio di diversi spezzoni tratti dal film, in parte in 3D e in parte in 2D. Il trailer non si distingue particolarmente da quello ufficiale uscito qualche settimana fa se non per un paio di scene extra in cui viene sfruttato l'uso del 3D. I primi cinque minuti invece non forniscono un grosso spoiler sulla trama di Transformers in quanto sono praticamente una versione estesa di quanto visto nel teaser trailer, a parte un piccolo prologo ambientato su Cybertron: la voce fuori campo di Optimus spiega cosa sta accadendo, mentre sullo schermo si vedono scene del combattimento fra gli Autobots e i Decepticons su Cybertron. L'azione si sposta sulla Terra. Viene rivelato che qualcosa si è schiantato sul territorio lunare. Il presidente Kennedy viene informato della situazione e dà l'ordine di andare a investigare sul satellite terrestre. Sotto queste premesse viene dato il famoso discorso di Kennedy riguardante la corsa lunare e la necessità di battere i russi. Come in X-Men: L'inizio gli eventi storici vengono modificati e adattati per esigenze di copione. Nel montaggio sono state mostrate in 3D le sequenze dei Birdmen mentre si librano tra i grattacieli di Chicago inseguiti dai Decepticons che gli sparano contro, e la scena del trailer in cui si vede BumbleBee mentre si trasforma in volo e salva il personaggio interpretato da Shia mentre sta precipitando.

Filmare in 3D: i problemi e le sfide
Ma come ha fatto a cambiare idea Michael Bay? Anche dopo essere stato sul set di Avatar, Bay non aveva intenzione di filmare in 3D: "Questo non sono io", aveva detto. Ma alla fine l'entusiasmo di Cameron è riuscito a fargli cambiare idea.
"Anni fa Jeffrey Katzenberg mi ha chiamato e mi ha detto: ''Devi usare il 3D, ho bisogno di registi come te che lo usino...' ed io gli ho risposto 'Grazie Jeffrey, no'. Poi ho visitato Cameron che avevo incontrato sul set di Titanic quando ero giovane. Stavo girando Transformers e mi aveva invitato sul set di Avatar. Sono entrato e mi sembrava di essere in un centro di controllo con i vari cavi, gli uomini e le donne – più hard drive di quelli che potete immaginare. Ed ho pensato 'O questo non sono io'. E Jim è stato molto gentile, ha fermato le riprese per un'ora e mi ha fatto fare un giro. Sapete, sono un po' vecchia scuola, mi piacciono le care e vecchie lenti anamorfiche, le cineprese Panavision, la pellicola da 35 mm, dove puoi toccare, sentire – e il 3D non è niente di tutto ciò. Sono tutti uno e zero' (qui Bay si riferisce al codice binario ndr.). E Jim viene da me e mi fa 'Dio, la WETA ha dei magnifici algoritmi!' ed io sorrido, 'Di che cosa d-- sta parlando?' Poi lo studio mi chiede se posso fare questo [film] in 3D. Dopo molta ricerca, l'ultima chiamata l'ho fatta a Jim. Mi ha detto: 'Devi considerarlo come un giocattolo. Si tratta di un altro mezzo che aiuta a catturare le emozioni, i personaggi e permette di creare un'esperienza'. Ed io cerco sempre di creare una grandiosa esperienza visiva per gli spettatori".
Per riprendere in 3D Bay ha dovuto utilizzare il sistema Cameron-Pace Fusion 3D che permette di usare 2 cineprese digitali, in questo caso i modelli F23s e F35s della Sony, montate su un rig Cameron-Pace 3D. Il problema è che questi modelli sono enormi, non sono facili da collocare e da mettere su rig per cui non sono stati ideati. Cameron ha sottolineato come la compagnia non ha potuto preparare in tempo dei rig adatti per queste cineprese a causa del poco preavviso prima dell'inizio della fotografia principale. Nel momento in cui Bay ha cominciato a girare era uscito un nuovo modello, le Arriflex, più piccole, con un range più dinamico, mentre per settembre usciranno le Alexa M che pesano solo 5 pound. L'utilizzo di queste cineprese è stato una sfida per Bay perché cercava di usarle in posti in cui non era stato progettato che si potessero muovere. Inoltre la troupe, la stessa che ha lavorato a Avatar, aveva detto a Bay che non avrebbe potuto fare più di 10 riprese al giorno. Un problema per il regista visto che è abituato a farne 50/60. Ma Bay non si è fatto intimidire. "L'unico modo in cui sono stato capace di fare un film di tale grandezza, girando in 3D, è stato facendo dei test con le cineprese con la troupe, cronometrandoli. Dato che mi muovo da un posto all'altro sul set, sono sempre stato avanti con diverse riprese, e volevo vedere quanto velocemente [la troupe] poteva cambiare le lenti seguendo il mio stile... I giorni peggiori sono stati a Chicago con l'intero dipartimento tecnico delle cineprese attorno alla cinepresa e il tecnico austriaco che mi dice 'Non va bene'. Si è trattato di una sfida perché è una nuova bestia [questo sistema]".
Un'altra sfida è stato dover girare nel mondo reale sotto il sole, invece che davanti lo schermo verde. "Praticamente hai una cinepresa sopra e una sotto che condividono uno specchio. Una riprende lo specchio, e l'altra attraverso lo specchio. Così devi stare attento che la luce non lo colpisca perché altrimenti manda in fumo uno dei due occhi. Richiede molto tempo".
Alla fine Bay ha ammesso di essersi innamorato di questo sistema anche se chiamate del tipo: "Mike, brutte notizie. Abbiamo perso il primo giorno. L'hard drive è andato" fatte dal produttore Ian Bryce non hanno certamente aiutato.
"[Le cineprese] devono essere un po' più robuste. Con il 3D c'è il problema dell'effetto stroboscopico se fai una panoramica troppo velocemente. In questo film ho dovuto essere più ampio e lento, ed ho dovuto diminuire i tagli un po'. [Jim].. come hai detto durante le interviste, il 3D è come la musica, no? Puoi cambiare man mano che va – più 3D, meno 3D". Cameron ha sottolineato che per lui il 3D in realtà è come l'audio, lo puoi aumentare o ridurre a seconda dell'esigenza.

La ricetta del buon 3D
Se si vuole realizzare un buon 3D, spiega Bay, i costi sono molto alti perché l'equipaggiamento delle cineprese comprende il lavoro di molti tecnici. Inoltre quando si fanno gli effetti speciali, gli artisti digitali devono rifare circa un terzo del film per far combaciare i due occhi, un lavoro che incrementa con il numero di riprese che si hanno sottomano.
"Con due cineprese ho rallentato moltissimo... Ho girato le facce con una cinepresa a pellicola perché non mi piace il look digitale, per me non c'è niente di più bello della pellicola. Abbiamo fatto molti test con le case di conversione. Abbiamo speso sette mesi a controllare ogni casa. Abbiamo trovato uno stile che andava bene, così sono stato capace di girare per il 60% nativo. Poi c'è forse un 15% completamente in digitale che può essere completamente convertito in 3D. E poi ci sono le riprese convertite. Ma a volte quando si gira con una cinepresa 3D ed hai un problema con uno dei due occhi, devi convertire. Non si tratta di una scienza perfetta... in termini di impatto finanziario, sono circa 30 milioni di $ di budget".
Per Bay la situazione attuale è una scommessa. Ci sono molti film con un 3D fatto male, convertiti troppo velocemente in 3D. Cameron sottolinea che questa situazione è un rischio per il settore che deve lottare contro il VOD, (video on demand) che permette di avere a pagamento sulle console, i computer, i tablet e su molte altre piattaforme i film pochi mesi dopo l'uscita nei cinema. "Ne stiamo abusando a destra e a manca. Alcuni studios stanno prendendo delle decisioni discutibili su quali film convertire, su come farlo e con quale velocità farlo e cercano di infilare [la post-conversione] all'interno della post-produzione come se si trattasse del mix sonoro".

Il prezzo dei biglietti vs. la qualità
A quasi un anno e mezzo dall'uscita di Avatar i film in 3D si sono moltiplicati con risultati più o meno soddisfacenti. Inizialmente alcuni studios hanno pensato di cavalcare l'onda per ottenere qualche dollaro in più grazie al sovrapprezzo del costo del biglietto con delle post conversioni affrettate: Scontro tra titani su tutti, ma non dimentichiamo Alice in Wonderland, L'ultimo dominatore dell'aria e purtroppo molti altri... inizialmente il pubblico, ignorante sulle differenze tra 3D nativo e post-convertito, è andato a vedere qualsiasi cosa che riportasse la dicitura "film in 3D", ma dopo essersi accorto di essere stato "truffato" con prodotti decisamente mediocri e non all'altezza di quanto promesso (pellicole scure, layer quasi inesistenti che non davano alcun senso di profondità), ha cominciato a scegliere con più accortezza cosa andare a vedere e cosa evitare in 3D. Gli studios hanno imparato la lezione? Forse. Non stanno più realizzando post conversioni in sole sei settimane ma hanno cominciato a spendere tempo e denaro, anche se in alcuni casi è ancora troppo poco, per realizzare dei prodotti meno dozzinali che valgano il surplus del biglietto, questo non significa che non vengono però ancora adesso realizzati film con un 3D scadente, ma che la qualità media generale si è comunque alzata grazie alla prassi crescente di girare i film nativamente in 3D.
Ma con l'uscita americana di Pirati dei Caraibi: Oltre i confini del mare gli analisti riportano che il 3D sta cominciando a perdere il suo appeal. Solamente il 38% degli incassi globali di Pirati 4 proviene da biglietti 3D, una cifra molto bassa se si considera che in Dragon Trainer corrispondeva al 57% e in Shrek e vissero felici e contenti il 54%. C'è però da considerare che nei mercati esteri, tra cui l'Europa, il 66% dei 260 milioni di dollari incassati dal film di Depp provenivano dalle proiezioni 3D. Dati discordanti, senza dubbio, che però dimostrano che il formato non è ancora entrato in crisi. Bisogna però sottolineare che il 3D nativo di Oltre i confini del mare non è poi così diverso da quello post convertito in Thor, e forse proprio questo è il motivo che ha causato le poche vendite del biglietto maggiorato: il 3D nativo è inutile se non viene utilizzato a dovere. Secondo l'analista del BTIG Research di New York, Richard Greenfield, il motivo della diminuzione di vendite di biglietti in 3D in USA è dato dalla combinazione tra la fatica che provoca il formato allo spettatore e il prezzo esorbitante del biglietto: 14,85$ in IMAX 3D, 10,85$ in 3D, 7,60$ in 2D. C'è da considerare che nel maggio del 2010 i biglietti IMAX 3D di Shrek e vissero felici e contenti erano arrivati a costare 20$ a New York. Per quanto riguarda l'affaticamento della vista che colpisce alcuni spettatori durante le proiezioni 3D, Cameron ha proposto una soluzione: aumentare il numero dei fotogrammi di un film e passare da 24 a 48, (il caso dei film di The Hobbit) o addirittura 60 (forse Avatar 2 e 3). In questo modo l'effetto stroboscopico che crea il mal di testa viene eliminato.

Lampadine e lenti
A questi problemi, negli ultimi mesi in America se ne sono aggiunti altri causati dalla crescente "pigrizia" del personale delle sale cinematografiche. In alcuni casi gli addetti non tolgono le lenti speciali 3D dai proiettori digitali quando vengono proiettati con lo stesso proiettore dei film in 2D. Il risultato sono delle pellicole più scure di quello che dovrebbero essere. Un risultato simile è ottenuto anche quando il personale non usa le lampade specifiche che servono per le proiezioni 3D, caratterizzate da un costo maggiore e una durata minore di quelle che vengono usate per il 2D. Dato che non esiste nessuna certificazione che si occupa di controllare che vi sia uno standard fisso per il 3D nelle sale cinematografiche, questi problemi sono in continua crescita a discapito degli spettatori. Per risolvere questo problema bisognerebbe che qualcuno creasse uno standard per il 3D come la certificazione THX creata per il sonoro da George Lucas.

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