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Wall Street: Il denaro non dorme mai, torna il mito degli anni '80

Il film è presentato fuori concorso a Cannes.
di Gabriele Niola

Gordon Gekko is back
Oliver Stone (77 anni) 15 settembre 1946, New York City (New York - USA) - Vergine. Regista del film Wall Street - Il Denaro non dorme mai.

venerdì 14 maggio 2010 - Incontri

Gordon Gekko is back
È stato uno dei casi più clamorosi degli anni '80, Wall street nel 1987 riuscì a leggere la modernità con una preveggenza e una consapevolezza del presente che negli anni a seguire hanno accresciuto la fama di un film impeccabile. Ora Oliver Stone, fuori concorso a Cannes, e reduce da un infarto, sente di dover tornare a parlare di un paese, reduce da una crisi economica, attraverso quei personaggi. "La domanda principale del film è Gordon è cambiato? Prima desiderava i soldi e il potere, oggi cosa desidera?" spiega il regista.
A fare da contraltare al grande manager, come nel primo c'è un giovane broker, (Shia LeBeouf), "Charlie Sheen era un personaggio senza integrità che riusciva a trovarla grazie al padre e alle altre persone a lui care" dice sempre Stone "qui invece Shia ha già una morale ed è questa integrità che verrà testata".
Più caustico invece Michael Douglas: "Il lavoro difficile sarà quello del reparto marketing che dovrà convincere il pubblico che non ha già visto questa storia al telegiornale!".

Un mito contro ogni aspettativa
Gordon Gekko era il simbolo stesso dell'uomo vincente. Bello, intelligente, pieno di soldi e spietato, "un cattivo scritto magnificamente" sostiene Douglas, che per quel ruolo prese l'Oscar. Tale era la perfezione di quel ritratto di avidità e tale era il fascino perverso di un personaggio che, sebbene a scapito degli altri, faceva trionfare l'etica individualista con il suo mantra "greed is good", che si verificò un effeto boomerang e negli anni quello spietato affarista è diventato un modello per i pubblico di riferimento, come gli studenti di economia o i piccoli imprenditori.
Tutti volevano (e vogliono tutt'ora) essere Gekko: "La cosa ci prese davvero alla sprovvista" commenta Michael Douglas e la frase la continua Oliver Stone: "e proprio pensando a questo non mi meraviglia quello che poi è successo nel mercato americano. Quegli studenti da MBA che idolatravano Gordon Gekko e volevano essere come lui sono stati i protagonisti di questa crisi".
E in un certo senso, vedendo l'evoluzione del personaggio in questo secondo film, sembra quasi che Wall Street 2 voglia mettere una pezza e demolire il mito dell'affarista invincibile.
"Alla fine è un film sui legami e su come i soldi possano influire" spiega il regista "alcuni personaggi li inseguono, altri non ne vogliono sapere nulla". Oltre a questo però il film avanza una tesi interessante, cioè che quella dell'economia verde, della corsa al sostenibile e alle energie alternative sia la prossima grande bolla, una visione pessimistica che fa pensare ad Oliver Stone come ad un fiero anticapitalista: "Non lo sono ma sono confuso sulla materia. In molti paesi il capitalismo sembra non funzionare mentre in altri si. Negli Stati Uniti vorrei vedere delle vere riforme ma sembra che non ci sia passata l'ubriacatura. Nel 1987 pensavo che il sistema si sarebbe corretto grazie ai sindacati ma vedo che esiste ancora un gap allucinante tra chi fa i sodi e chi lavora, i ceo e gli stock holders fanno i soldi mentre i lavoratori no. E questo va cambiato".

Douglas e Stone avviati sul viale dell'indipendenza
Nati con progetti grandissimi e lentamente passati al lato indipendente del cinema americano sia Oliver Stone che Michael Douglas parlano di Wall Street 2 come di una pausa in un percorso cinematografico che in realtà sta andando verso altri lidi.
Il più netto e deciso dei due è proprio Douglas, che nato come attore di film ad alto costo confessa che "quando diventi vecchio come me ad Hollywood o fai il cattivo o non c'è posto per te, paradossalmente però aumentano i ruoli nel cinema indipendente a cui infatti mi sto dedicando con molta soddisfazione".
Un esempio di questo è Solitary man, ma non è tutto oro anche nel cinema indipendente: "Si fanno film magari con solo 15 milioni di dollari" continua l'attore "e per ottenerli vendi la pellicola in anticipo ai paesi stranieri. Così accade che magari il film esce all'estero ma non ha i fondi per essere distribuito nel territorio nazionale. Una dinamica assurda".
Stone invece continua a portare avanti alcuni progetti intrapresi da tempo. Non solo infatti sta ultimando Secret history of America, un progetto ad episodi da 10 ore, ma va avanti con i suoi ritratti di leader nazionali. Accantonato il progetto su Ahmadinejad (si sovrapponeva con le riprese di W.) ci sarà però un'altra incursione nell'America Latina e un'altra conversazione con Fidel Castro: "Si tratta di uno splendido resoconto di un uomo che si trova al tramonto della propria esistenza".

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