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Il ritorno dei Falchi di Spaccanapoli

Da venerdì torna La nuova squadra di RaiTre.
di Edoardo Becattini


mercoledì 12 gennaio 2011 - Televisione

Il nuovo decennio di programmazione televisiva comincia con un rientro importante e turbolento. Da venerdì 14 gennaio, tornano in prima serata su RaiTre i Falchi di Spaccanapoli e le loro frenetiche imprese di annientamento dei traffici camorristici. Erede nostrano del realismo della serialità americana di The Shield e The Unit, La nuova squadra è uno dei prodotti più longevi della fiction italiana. Passata nel tempo dal commissariato Sant'Andrea al commissariato del quartiere Spaccanapoli, la serie, ideata da Claudio Corbucci e fortemente sostenuta nel tempo da Francesco Nardella, conserva il modello produttivo di un prodotto d'azione corale a basso costo, oltre a molti degli attori delle annate precedenti come Rolando Ravello, Marco Giallini, Irene Ferri, Antonio Milo, più qualche nuova entrata celebre come Francesco Pannofino e Corrado Fortuna.
A parlare per primo del "vero e proprio miracolo" di realizzare una serie così lunga e complessa in meno di dieci settimane e con un budget di cinque milioni di euro è Nardella, capo-struttura RaiFiction, che racconta la genesi dolorosa della serie: "Questa serie è nata con una grande ferita, quella della morte di Pietro Taricone, a cui è dedicato l'intero lavoro. Pietro doveva essere ancora una volta una delle figure centrali della serie e la sua morte, oltre ad aver rappresentato un dolore devastante, ci ha costretti a rivedere molte cose e ad accelerare i tempi di produzione. È davvero incredibile come questo dolore comune sia convogliato in uno sforzo ancora maggiore e nella creazione di uno spirito di squadra ancora più forte". L'incredibile sforzo profuso dall'intera comunità di talenti artistici e tecnici coinvolti viene sottolineato anche dai produttori della serie. Lorenzo Mieli, del gruppo FremantleMedia, sostiene che La nuova squadra - Spaccanapoli sia "un prodotto prezioso e delicato che unisce intrattenimento e impegno in un lavoro creativo disumano che coinvolge ben dieci registi diversi e un nutritissimo cast di grandi attori". Gianpaolo Tescari sottolinea soprattutto la grande etica della sua "squadra": "Giriamo nove film diversi (ogni puntata dura cento minuti) nel tempo che una normale produzione richiederebbe per produrne uno solo. È una follia, soprattutto se poi ne risulta fuori un lavoro di grande dignità contenutistica e formale come questo".
Questa "grande dignità" di cui parla il produttore creativo della serie non è solo il frutto dei migliori attori in circolazione in Italia (alla serie partecipano anche, come guest star, Ambra Angiolini, Valentina Cervi e Anna Ammirati), ma anche dei tecnici del Centro di Produzione tv di Napoli. Francesco Pinto ci tiene molto a trasmettere il proprio orgoglio in quanto direttore del Centro: "È difficile essere bravi a Napoli, occorre essere bravi due volte. La cappa cupa di questa città l'ha resa maledetta e se ne rappresenta solo i suoi mali. Per questo per noi è diventata una questione di onore: l'onore di lavorare bene."
Per l'ideatore della serie Claudio Corbucci, il grande merito de La nuova squadra – Spaccanapoli sta nella vicinanza ai problemi della contemporaneità, nel tentativo di mettere insieme un racconto complesso e molto movimentato sull'evoluzione dei traffici camorristici, su cui il pubblico arrivi a comprendere la distinzione netta fra il bene e il male, fra le ombre e le luci della città di Napoli. La presa di posizione netta nei confronti del problema della lotta alla camorra è uno dei motivi per cui la serie si è guadagnata il totale appoggio delle forze dell'ordine, le quali, nelle parole di Maurizio Masciopinto, responsabile delle relazioni esterne della Polizia di Stato: "Hanno bisogno di essere valorizzate e sostenute dal racconto televisivo".
Di fronte a tante belle parole rivolte al grande lavoro di gruppo, nessuno fra i numerosi attori protagonisti presenti alla conferenza stampa desidera aggiungere altre argomentazioni. Nessuno ad eccezione del volto simbolo della serie, Tony Sperandeo, l'unico attore presente fin dalla prima stagione: "Ne I cento passi, Marco Tullio Giordana, milanese, raccontava la Sicilia senza sbagliare di una virgola. In questa serie, il lavoro di scrittori e attori provenienti perlopiù da Roma racconta in modo preciso e perfetto la realtà di Napoli. Per me è questa la vera forza dell'arte italiana".

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