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I Love You, Man: It's Guy Love!

Storia di amicizia maschile con risvolti sentimentali.
di Edoardo Becattini

All you need is Love
Paul Rudd (Paul Stephen Rudd) (55 anni) 6 aprile 1969, Passaic (New Jersey - USA) - Ariete. Interpreta Peter Klaven nel film di John Hamburg I Love You, Man.

giovedì 20 agosto 2009 - Approfondimenti

All you need is Love
Si può solo immaginare l'imbarazzo dei traduttori italiani ogniqualvolta si confrontino con l'anglofono "I love you". All'interno di una cultura che distingue non poco sottilmente l'amicizia dall'amore, fra il tradizionale e passionale "ti amo" di ordine sentimental-sessuale e il più generico e affettuoso "ti voglio bene", più adatto a familiari e compagni, bisogna scegliere con attenzione. Dire "I love you, man" scioglie ogni problema, unendo alla frase incriminata l'appellativo tipico dello slang da conversazione maschile, ma apre al contempo un confronto sulle differenze sentimentali fra amicizia e amore: può la storia di un'amicizia essere più bella della più romantica delle storie d'amore?
Cavalcando questo dubbio il cinema americano contemporaneo sta trovando grande successo in un nuovo genere: il bromance, contrazione di brother e romance che indica una curiosa ibridazione fra commedia romantica e goliardia da branco.

Bromance
Se Carrie Bradshaw & Co. hanno segnato un indubbio punto di svolta nel concepire un parallelismo fra le effimere storie di letto e quelle assodate attorno ad un chiacchierato tavolo da brunch, negli ultimi anni è l'amicizia virata al genere maschile ad aver conosciuto uno sviluppo in profondità e solidarietà, direttamente proporzionale con le dimensioni del suo successo. Da produttore e da regista, il comico Judd Apatow ha concepito attorno a questa tematica una serie di sceneggiature perfettamente in equilibrio fra demenziale, sentimentale e nostalgico che paiono essere altrettanti episodi di una serie televisiva. Una serie sul passaggio dall'infanzia all'età adulta, quest'ultima osservata sempre in modo vagamente oscuro, poiché riguardante l'ignoto e l'incerto contro il perenne edonismo delle relazioni amicali. Apatow concepisce un nuovo tipo di commedia in cui non contano tanto le tradizionali fasi di interazione amorosa, quanto i momenti in compagnia degli amici, allo stesso tempo evasione dalla realtà e aiutanti fondamentali nel processo di maturazione.
Anche la costante presenza di un limitato gruppo di attori enfatizza questa componente di serialità: oltre a Seth Rogen, scoperto da Apatow ancora adolescente con la geniale serie televisiva Freaks & Geeks, altri attori e attrici si alternano sempre come protagonisti e comprimari nei suoi film: la moglie Leslie Mann, Jonah Hill, Jason Segel e Paul Rudd. Quest'ultimi sono anche i due protagonisti di I love you, man, a tutti gli effetti una variante spuria ma estremamente fedele della serie che porta il marchio Apatow, per il modo in cui si serve della tematica della necessità di avere amicizie maschili portandola al suo paradosso e raccontandola a tutti gli effetti come una storia d'amore, delegando in secondo piano la vera storia d'amore che inaugura il film.

Legittima immaturità
L'eroe del West, colui che era fedele e onesto agli amici restando sempre un eroe solitario e introverso, cede così il passo all'uomo che concepisce l'amicizia e gli amici come il rifugio più ideale per ritirarsi dal peccato dell'età adulta. Non c'è paura nel dire "I love you" ad un amico, almeno non più di quanta se ne possa avere a dirlo alla propria compagna, aprendosi così ad un futuro fatto di quegli impegni e responsabilità che un amico non chiederà mai. C'è infatti una sostanziale accondiscendenza e un tentativo di dare legittimità all'immaturità maschile in I love you, man e in tutto il genere bromance. Un progetto di deresponsabilizzazione senza dubbio colpevole, ma che va tuttavia depenalizzato per il modo squisitamente cinematografico con cui viene condotto: dagli ottimi attori coinvolti, alla sapidità di situazioni e dialoghi degli script. E d'altronde, l'amicizia non può che nascere da uomini buoni, sosteneva Platone, e da essa non può che scaturire un mondo migliore.

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