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Amore 14: torna Moccia

Pochi nomi noti, molta musica e molto sesso (a parole).
di Gabriele Niola

Veronica Olivier
Veronica Olivier - Acquario. Interpreta Carolina nel film di Federico Moccia Amore 14.

lunedì 26 ottobre 2009 - Incontri

Veronica Olivier
Due cose su tutte dovrebbe spiegare la forza dei prodotti targati Federico Moccia, i 150.000€ spesi per la sola colonna sonora di quest'ultimo Amore 14 e ancora una volta degli sconosciuti nei ruoli dei ragazzi. Nel film ci sono brani noti e meno noti che cambiano in continuazione come i gusti della protagonista. Cambiano come i vestiti e i ragazzi in quello che fino ad oggi è il più smaccatamente snob dei capitoli mocciosi.
Si abbassa l'età della protagonista e cresce la leggerezza e la voglia di fare sesso. In Amore 14 il rapporto sessuale (sempre in attesa di essere consumato per la prima volta) ha una preponderanza inedita e le incertezze ad esso legate trovano posto quasi quanto il sentimentalismo spinto a cui ci ha abituato l'autore di 3 metri sopra il cielo.
Come dice l'autore: "Nei miei libri e film ricordo con delicatezza quel momento che vivono i 14enni anche oggi. E' come l'apertura di una finestra verso un mondo che è fatto di scoperte personali. Mi sono ispirato ai silenzi degli occhi di queste ragazze che vedo quando vado a presentare i miei libri, occhi che parlano di un mondo tutto loro in cui è difficilissimo entrare".

I ragazzi sono quelli dei film di Moccia? Diversamente dalle sue opere precedenti in questo nuovo racconto Federico Moccia insiste molto sul ritratto di una certa tipologia umana. Le ragazze di Amore 14 non potrebbero essere di un qualsiasi quartiere di una qualsiasi città ma sono fortemente connotate dall'ambiente dal quale provengono. Benchè anche in passato questo fosse un tratto distintivo di Moccia qui sembra più esplicito anche per la contrapposizione con altre tipologie umane che si vede nel film.
Questo dà modo al regista di spiegare il suo punto di vista sulla questione: "Le scuole pubbliche sono un momento di incredibile incontro, qualcosa che poi si perde, dove le estrazioni sociali più diverse confluiscono e dove se non per il vestire non si sa che quella è la figlia del portinaio o del direttore importante. I ragazzi si incontrano e hanno una facilità di relazione basata su emozioni e simpatia e non su differenze di classe".
Quindi gli adolescenti dei film o dei libri di Moccia sono quelli veri? "Io non posso raccontare una generazione, ci sarà pure chi odia mettere i lucchetti, come ci sono i 50enni che li mettono, a me stanno più simpatici questi, ma è una mia debolezza vedere sempre il lato più romantico della vita. Non bisogna vergognarsi dei propri sentimenti, cerchiamo di mantenere un minimo di purezza e di incanto anche alla nostra età. Del resto alcuni mi dicono che parlo sempre della buona gioventù tutti puri, mentre invece altri mi dicono l'opposto".
Di sicuro l'idea di fondo è quella di non bruciare le tappe e in questo senso il titolo del film con la chiara indicazione dell'età è fondamentale: "Tra i 14 e i 15 anni credo ci sia un momento in cui se hai incontrato un ragazzo che ti piace inizi a fare una riflessione su certe cose, anche se poi in tante non hanno dato nemmeno il primo bacio. Ma è carino ed è bello non correre, non aver fretta, come dice la protagonista alla fine: “In fondo ho solo 14 anni”, non credo bisogni bruciare le tappe ma dar importanza al sentimento, alle singole cose che facciamo. Non voglio dare un target o un'età indicata per fare sesso, è bello che accada per amore e rimanga un bellissimo ricordo".

Più spazio per gli adulti Come già in Scusa ma ti chiamo Amore, anche qui c'è uno spazio molto maggiore riservato ai non adolescenti. Genitori, fratelli e un certo numero di adulti irrompono nel racconto o hanno delle loro linee narrative indipendenti. Uno slittamento che allarga il possibile pubblico.
Accade così che la famiglia della protagonista viva momenti turbolenti, che il fratello obbligato dal padre a fare medicina voglia invece fare lo scrittore e si debba quindi confrontare con temi decisamente più adulti come quelli della ricerca di un senso alla propria vita professionale. Questo perchè secondo l'autore: "I ragazzi vedono, ascoltano e vivono delle situazioni che riguardano gli adulti e poi le tengono presenti nell'impostare la loro vita, per questo mi piace dare un giusto peso ed equilibrio a tutto".
Il centro di tutto quindi rimangono gli adolescenti e come percepiscano tali situazioni. Innegabile però che il fratello scrittore che ha difficoltà a vedere riconosciute le sue qualità ricordi Moccia stesso: "Il punto è che tutti stanno scrivendo un libro e a tutti piace scrivere. Volevo rappresentare quest'Italia che scrive con una persona che potesse raccontare in parte anche la mia esperienza. Anche io ho una sorella più piccola e mi sono trovato in situazioni simili a quelle del film. Il rapporto con mio padre però è diverso, il mio fomentava l'amore per la scrittura, ma so che spesso capitano questi conflitti generazionali".

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