Lettere da Iwo Jima

Film 2006 | Drammatico, 142 min.

Titolo originaleLetters From Iwo Jima
Anno2006
GenereDrammatico,
ProduzioneUSA
Durata142 minuti
Regia diClint Eastwood
AttoriKen Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shido Nakamura, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase Hiroshi Watanabe, Takumi Bando.
Uscitavenerdì 16 febbraio 2007
TagDa vedere 2006
DistribuzioneWarner Bros Italia
MYmonetro 4,03 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 2006 con Ken Watanabe, Kazunari Ninomiya, Shido Nakamura, Tsuyoshi Ihara, Ryo Kase. Cast completo Titolo originale: Letters From Iwo Jima. Genere Drammatico, - USA, 2006, durata 142 minuti. Uscita cinema venerdì 16 febbraio 2007 distribuito da Warner Bros Italia. - MYmonetro 4,03 su 20 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 4 gennaio 2012

Un nuovo folgorante ritratto della cruenta battaglia di Iwo Jima: Eastwood, dopo aver messo in luce il punto di vista americano, prova ora a inquadrare lo scenario giapponese. Il film ha ottenuto 4 candidature e vinto un premio ai Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d'Argento, 2 candidature e vinto un premio ai Golden Globes, 3 candidature e vinto un premio ai Critics Choice Award, Il film è stato premiato a AFI Awards, In Italia al Box Office Lettere da Iwo Jima ha incassato nelle prime 10 settimane di programmazione 724 mila euro e 162 mila euro nel primo weekend.

Lettere da Iwo Jima è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato assolutamente sì!
4,03/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA 4,32
PUBBLICO 3,81
ASSOLUTAMENTE SÌ
Eastwood firma un capolavoro che ci mostra la guerra attraverso gli occhi del nemico.
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 11 febbraio 2007
Recensione di Giancarlo Zappoli
domenica 11 febbraio 2007

Sessantadue anni fa americani e giapponesi si combatterono nella decisiva battaglia di Iwo Jima. Qualche decennio più tardi vennero ritrovate centinaia di lettere mai spedite dei combattenti giapponesi.
È a partire da queste che Clint Eastwood realizza un altro capolavoro speculare a Flags of Our Fathers. Quelle feritoie che si aprivano nel film precedente per sparare sugli americani in questo film le conosciamo molto prima che entrino in azione. Solo un regista del suo spessore umano poteva portarci a 'vedere' la guerra con gli occhi degli 'altri', del 'nemico'. Lo aveva già tentato con lampi geniali Terrence Malick in La sottile linea rossa. Oggi Eastwood ne fa il tema di Lettere da Iwo Jima in cui seguiamo le vicende di soldati inviati al fronte con ben chiara in testa l'idea di 'dover' morire, non senza aver prima eliminato quanti più nemici possibile. Ci racconta anche dei loro comandanti alcuni dei quali fanatici e talvolta velleitari e altri invece consapevoli delle loro responsabilità di guide dei loro uomini che, nella grande maggioranza, non vogliono perdere la propria vita inutilmente. Tra loro emerge il Generale Tadamichi Kuribayashi che aveva studiato negli Stati Uniti. Grazie a questo personaggio Eastwood riesce a portare sullo schermo, senza mai assumere atteggiamenti predicatori, un messaggio molto intenso. Se si conoscesse davvero chi si ha di fronte forse non lo si odierebbe come invece accade in tutte le guerre. Attenzione però: non si tratta di un messaggio retoricamente pacifista. Eastwood è troppo consapevole della molteplicità degli elementi messi in gioco da un conflitto (e in particolare dalla Seconda Guerra Mondiale) per ridurre tutto a un banale appello alla fratellanza umana. È proprio grazie alla differenza delle personalità descritte che può permettersi di uscire dall'immagine stereotipa fatta solo di 'banzai' e kamikaze che tanto cinema ci ha propinato. È un cinema contro le facili illusioni il suo ma anche contro le retoriche guerrafondaie. Le lettere che i soldati nipponici scrivono o ricevono da casa differiscono ben poco da quelle dei militari americani. Così come non bisogna mai pensare che il Male sia schierato tutto da una parte. Con una fotografia desaturata che si accende solo con il fuoco e con il sangue, quello che è ormai uno dei pochi riconosciuti Maestri del cinema viventi ci fa entrare nelle miglia e miglia di camminamenti che costituirono la vera difesa strategica dell'isola. Così come per Kubrick in Orizzonti di gloria in Lettere da Iwo Jima il cinema si fa al contempo spettacolo, narrazione storica e monito alle coscienze. Si fa, cioè, Cinema.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 25 giugno 2017
Great Steven

 LETTERE DA IWO JIMA (USA/JAP, 2006) diretto da CLINT EASTWOOD. Interpretato da KEN WATANABE, KAZUNARI MINONIYA, TSUYOSHI IHARA, RYO KASE, YUKI MATSUKAZI, LUKE EBERL Complementare al precedente Flags of Our Fathers, è la descrizione della battaglia di Iwo Jima dal punto di vista dell’esercito giapponese. Girato in lingua nipponica, ma di produzione statunitense, in Italia è [...] Vai alla recensione »

sabato 2 maggio 2015
tomdoniphon

Il secondo dei due film (l’altro è “Flags of our fathers”) che Eastwood ha girato, quasi contemporaneamente, sulla battaglia di Iwo Jima. Quello che ha fatto Eastwood è qualcosa di unico e insuperato: girare una delle più sanguinose battaglie della Seconda Guerra Mondiale, assumendo il punto di vista di entrambi gli schieramenti (senza paura di mostrare, in questo [...] Vai alla recensione »

martedì 14 maggio 2019
rmarci 05

Realizzando un dittico comprendente anche Flags of our fathers, Clint Eastwood compie un autentico atto di coraggio e mostra, con uno sguardo documentaristco quanto intimo, la Seconda Guerra Mondiale attraverso gli occhi dei presunti "nemici", che si riveleranno essere, durante il corso del film, dei comuni esseri umani che si differenziano dai Marines americani solamente per una banale provenienz [...] Vai alla recensione »

venerdì 8 maggio 2015
elgatoloco

Letters from Iwo Jima è un grande film e dirlo di un film di Eastwood sembra quasi banalmente retorico/retorica. Il fatto è che l'impostazione registica di Clint è eccelsa, che riesce a sfidare i pregiudizi hollywoodiani senza problemi, facendo decadere ogni falsa retorica, appunto. Niente"musi gialli", come nella retorica bellicistica yankee, ma persone, certo strutturate [...] Vai alla recensione »

giovedì 29 agosto 2013
Nick Simon

Solo un regista, e prima ancora un uomo, dotato di umanità ed equilibrio come Clint Eastwood poteva finalmente far riflettere sulla necessità di conoscere e comprendere il proprio nemico, sul dovere di rispettare ogni cultura e sull’impossibilità di definire il bene e il male in senso assoluto. Insieme a “Flags of our Fathers” il film analizza le vicende che fecero [...] Vai alla recensione »

lunedì 15 aprile 2013
ShiningEyes

Dopo aver studiato la battaglia di Iwo Jima dal punto di vista americano, Clint Eastwood decide di chiudere il cerchio facendoci vedere il punto di vista giapponese, nel quale vediamo che, risente troppo dell'onore e l'orgoglio dei suoi capi militari e si divide tra esaltati che si suicidano per evitare il disonore della sconfitta ed uomini più riflessivi e umani.

mercoledì 11 gennaio 2012
Omero Sala

Film asciutto, efficace, pulito, essenziale: ancora una volta Eastwood si dimostra capace di raccontare la guerra senza retoriche, di celebrare la pace senza proclami antimilitaristi e senza appelli alla fratellanza, di trattare emozioni evitando banalità, di mandare messaggi forti con voce sommessa.   Particolare e coraggiosa è prima di tutto l’idea di porsi dal punto di [...] Vai alla recensione »

giovedì 17 marzo 2011
peppe97

Forse se il suddetto film avesse vinto qualche premio oscar,la sua importanza non sarebbe stata poi così "limitata". Sicuramente almeno un oscar se lo meritava,sia perchè è un film ricco di particolari (tipici di Eastwood),sia perchè possiede molti significati da comunicare,quante sono le interpretazioni del pubblico:una di queste può essere la "denuncia" nei confronti della guerra,che,da ciò che ho [...] Vai alla recensione »

sabato 7 gennaio 2012
Filippo Catani

Iwo Jima 1945. Gli Americani stanno per arrivare nell'isola dove un manipolo di soldati giapponesi si appresta ad offrire l'ultima eroica resistenza. Clint Eastwood dopo Flag of our fathers torna ad occuparsi della battaglia di Iwo Jima e lo fa "prendendo le parti" dei giapponesi. Attraverso un lunghissimo flashback che scaturisce dal ritrovamento delle lettere dei soldati nel 2005, [...] Vai alla recensione »

giovedì 16 aprile 2009
PatrickBateman47

Quando Clint Eastwood morirà allora morirà il Cinema e sottolineo la lettera maiuscola,un opera così grande che nn ho parole per descriverla,alla fine del film mi sono commosso,quei pochi che hanno dato un parere negativo nn solo nn comprenderanno forse mai il linguaggio del cinema ma nn comprenderanno neanchè mai degli aspetti della vita,mi dispiace solo per voi.

sabato 29 agosto 2009
Georgia

un nuovo punto di vista straordinario

domenica 5 luglio 2009
Linkinparma46

Un vero capolavoro per il genere war-movie. Un film unico nel suo genere soprattutto per la chiave di lettura. Clint Eastwood ci mostra una guerra come non l'abbiamo mai vista, l'altra faccia della medaglia che ad hollywood non viene mai mosrata. Una pellicola americana vista dagli occhi di un giapponese che ci racconta di un conflitto che non vive nè di buoni nè di cattvi, dove tutti infondo sono [...] Vai alla recensione »

martedì 23 giugno 2009
Bandy

Un gran bel film,è stata una buona idea lasciarlo in lingua originale(giapponese)con i sottotitoli in italiano,ha reso molto di più.Un film visto dalla parte dei giapponesi.Sempre grandioso Clint Eastwood,mostro sacro di Holliwood... Per gli appassionati dei film di guerra da vedere assolutamente...

martedì 4 ottobre 2011
tiamaster

la parola "capolavoro" viene molto spessa abusata,anch'io in prima persona ne abuso,tal volta....ma qua..qua la parola capolavoro e quantomeno azzeccata!!!acclamato dalla critica internazionale,e più o meno ovunque a portato a casa premi.il film come da tradizione eastwood è commovente e profondo,mai superficiale e questa volta c'è finalmente un film che non pensa [...] Vai alla recensione »

giovedì 9 settembre 2010
MARVELman

Ho visto Flags of our Father appena era uscito 4 anni fa e ora dovrei rivedermelo ma se la memoria non mi inganna faceva cagare ma questo invece, l'altra parte della barricata giapponese, è un capolavoro di genere guerresco del calibro di altri famosi film di guerra forse solo un pochino carente dal punto di vista degli effetti speciali...flags of our father era poco tempo a iwo jima e per il resto [...] Vai alla recensione »

mercoledì 9 gennaio 2019
Marcloud

Raramente si vede un film di guerra dedicato ai vinti. Soltanto Clint Eastwood poteva renderlo così equilibrato, senza cadere in nessuna retorica buonista e concedendo dove era più giusto farlo una buona dose di eroicità ma senza scadere nel banale.

lunedì 4 novembre 2013
brando fioravanti

La battaglia di Iwo Jima doveva essere un facile assedio da parte dell'esercito americano, mentre grazie alle strategie e il coraggio dell'esercito giapponese si trasforma in un eroica resistenza. Film da diverse interpretazioni che mette in luce la goliardia e il rigido senso del dovere nipponico, ma anche lo stato interiore dei soldati in questa impresa straziante e disumana. [...] Vai alla recensione »

mercoledì 6 aprile 2011
Kronos

Uno dei più bei films bellici mai diretti. La sensibilità con cui Eastwood scava nelle psicologie dei nipponici 'condannati' al sacrificio collettivo è antitetica alla violenza adrenalinica delle sequenze belliche: un ispirato, emozionante contrasto che solo un vero artista al meglio dell'ispirazione poteva raggiungere.

domenica 2 gennaio 2011
Luca Scialo

Dopo l'attacco a Pearl Harbor i giapponesi si inimicarono gli americani, i quali si vendicarono non poco; con un escalation di violenze che culminò con le bombe su Hiroshima e Nagasaki. In questo rosario di atrocità rientra anche l'attacco all'isola di Iwo Jima, una delle tante dell'arcipelago giapponesi, che l'America voleva assoggettare a propria base militare.

sabato 20 giugno 2015
maggie69

Il film non è assolutamente credibile nella gran parte delle due ore. Non capisco dove sia il "capolavoro".

giovedì 5 gennaio 2012
dario

Non è un tema congeniale a Eastwood. L'introspezione, la filosofia non fanno per lui. Il film stenta parecchio e non riesce a prendere quota: si perde negli stereotipi, ogni scena è prevedibile, ls morale di fondo è banale. Ne risente la recitazione, tutta su toni alti. Ci si deve accontentare di una bella fotografia e di qualche notevole scena d'azione.

martedì 8 settembre 2009
donato 1964

Film del genere guerra con la regia firmata a Clint Eastwood.Il film anche se interessante e'un po' lento.Nel complesso film piu' che discreto.Voto 6+

domenica 30 agosto 2009
marco.g

Come per l'altro film... noia. Ce ne vuole per fare un film noioso sulla guerra del pacifico. Non mi prendete per uno di quelli che vogliono solo azione, frasi alla rambo e pilotti patriottici. Voglio solo un bel film, e questo non lo è. Eastwood secondo me è come il re nudo: nessuno ha il coraggio di dire che come regista è lo zero assoluto. Non una chiave, non un tema, non un'emozione, non tempi, [...] Vai alla recensione »

Frasi
Quest'isola fa parte della nostra sacra patria.
Non c'è niente di sacro su quest'isola.
Una frase di Saigo (Kazunari Ninomiya)
dal film Lettere da Iwo Jima - a cura di MasterYoda91
STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
mercoledì 21 febbraio 2007
Paolo D'Agostini
La Repubblica

Il monumentale doppio progetto di Clint Eastwood aggiunge un nuovo capitolo all'inarrestabile ascesa del suo talento, che pare non debba smettere mai di sorprendere e suscitare ammirazione. Se Flags of our fathers (Le bandiere dei nostri padri) raccontava la battaglia di Iwo Jima secondo il punto di vista americano, Lettere da Iwo Jima racconta di nuovo lo stesso episodio ma visto dagli avversari giapponesi [...] Vai alla recensione »

Giulia D'Agnolo Vallan
Ciak

Dopo le bandiere, una manciata di lettere seppellite in una caverna. Ci sono più jazz (nella sensazione) e anche più trance nel film "giapponese" di Clint Eastwood, Lettere da Iwo Jima, giocato con una sicurezza e una semplicità straordinarie tra gruppi di uomini che si muovono a tentoni nel buio, sottoterra. Davanti a loro una scelta sola: suicidarsi di fronte all'inevitabile sconfitta, come comanda [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
Fabio Ferzetti
Il Messaggero

Un film di guerra visto con gli occhi del nemico è già una rarità, ma due film dedicati alla stessa battaglia sono un caso forse unico. Ecco perché girando uno dopo l'altro Flags of Our Fathers, solo interessante, e Letters From Iwo Jima, un capolavoro, Clint Eastwood compie un gesto politico e cinematografico decisivo. Specie considerando il salto di prospettiva operato passando dal primo al secondo [...] Vai alla recensione »

lunedì 19 febbraio 2007
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

In Flags of Our Fathers Clint Eastwood ci aveva raccontato la celebre battaglia di Iwo Jima nel '45 dalla parte degli americani. Oggi con invenzione geniale, ce la racconta dalla parte dei giapponesi. Con intenzioni identiche, dar spazi all'umanità tra le pieghe dell'orrore, senza distogliersi, però, questa volta, dalla cornice insanguinata della guerra.

mercoledì 21 febbraio 2007
Maurizio Cabona
Il Giornale

Clint Eastwood ha avuto il leone d'oro alla carriera dalla Mostra di Venezia, che mai aveva accolto i film da lui interpretati per Sergio Leone e aveva diffidato di lui anche come regista. Quel riconoscimento tardivo doveva suggellare quarant'anni di lavoro. Invece il meglio Eastwood doveva ancora darlo. In un crescendo impressionante sono venuti Mystic River (due Oscar), Million Dollar Baby (quattro [...] Vai alla recensione »

Roberto Escobar
Il Sole-24 Ore

Un piccolo punto grigiastro: così, perso sullo sfondo della battaglia di Iwo Jima, Clint Eastwood e lo sceneggiatore Paul Haggis mostrano la bandiera che i marine alzarono più di 60 anni fa. Di quella bandiera, e delle morti che nutrirono il suo mito, il regista ormai settantaseienne ha raccontato in Flags of our Fathers (2006). A quei fatti, ma non più a quel mito, torna ora con Lettere da Iwo Jima [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
Alessandra Levantesi
La Stampa

Non è del tutto senza precedenti l'idea di Clint Eastwood di dedicare due film a una delle più sanguinose battaglie della guerra del Pacifico, l'uno dal punto di vista americano (Flags of our Fathers) e l'altro da quello giapponese (Lettere da Iwo Jima). Vale la pena di ricordare Tora! Tora! Tora! (1970), in cui Richard Fleischer per raccontare l'attacco a Pearl Harbor si spartì la regìa con una coppia [...] Vai alla recensione »

Giona A. Nazzaro
Rumore

Con Letters From Iwo Jima, Clint Eastwood conferisce un significato radicalmente altro alla nozione di controcampo. Scindete la parola: contro-campo sembra indicare la porzione di territorio, spazio, inquadratura occupata dall'altro per antonomasia, ossia il nemico, e ciò che potenzialmente ci nega come identità che guarda, essendo noi nel campo. In questo modo ci qualifichiamo inevitabilmente come [...] Vai alla recensione »

Callisto Cosulich
Left

La tragedia narrata in Lettere da Iwo Jima è contenuta tutta nel prologo. Due minuti dove vediamo dei giapponesi scavare sulle pendici del Suribachi e nelle caverne di quella montagna, alla ricerca di reperti della micidiale battaglia che costò la vita a trentamila combattenti, di cui due terzi attribuibili ai difensori. Difesa inutile, poiché nel febbraio del'45 non c'era alcun dubbio, anche da parte [...] Vai alla recensione »

Luca Castelli
Il Mucchio

Mentre scriviamo non sappiamo ancora chi si porterà a casa le preziose statuette, ma una cosa è certa: almeno per quanto riguarda la nomination a Eastwood, i delegati degli Oscar ci hanno azzeccato. Lettere da Iwo Jima è molto meglio del pur eccellente Flags Of Our Fathers. Abbandonando i marines e le contraddizioni del patriottismo americano, scivolando in mezzo alle truppe imperiali giapponesi a [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
Valerio Caprara
Il Mattino

L'ordine dell'Imperatore è quello di ritardare il più possibile l'avanzata nemica e ventimila soldati s'apprestano a eseguirlo fino al suicidio. Clint Eastwood (associato nella produzione a Spielberg) riscatta Flags of our fathers, il mediocre primo capitolo sulla sanguinosa conquista dell'isola a 650 miglia da Tokio, e dirige con semplicità e sicurezza un classico degno di Kurosawa.

Peter Travers
Rolling Stone

Dopo aver vinto il premio per il miglior film assegnato dal sindacato dei critici americani, l'affresco storico e intimo di Eastwood mentre scriviamo si avvia alla corsa all'Oscar a vele spiegate, il che è del tutto positivo. Il regista di Flags of Our Fathers ha dovuto subire il trattamento indegno di fallire al box office, come se questo dicesse qualcosa sulla qualità.

Marco Giusti
Il Manifesto

Un tempo, per Hollywood, erano «musi gialli», «scimmie», o semplicemente «Nips» o «Japs». Nemici feroci e animaleschi, al massimo senza faccia, sempre pronti a urlare «Banzai!». Gli americani non furono teneri con i giapponesi e usarono il cinema come un'arma di propaganda micidiale contro i soldati dell'Imperatore, e non solo in tempo di guerra. «Ho sentito che i Japs sono felici di morire per il [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Attraverso lettere e disegni scritti dal fronte, Clint Eastwood ricostruisce la guerra "privata" del generale Kuribayashi, eccellente stratega, del Barone Nishi, aristocratico ex campione olimpionico, del fornaio Saigo, che sta per diventare padre, del tenente Ito, nazionalista pronto al suicidio, di Shimizu, guardia militare che ancora non ha perduto la sua fede e il suo idealismo, nonostante tutto... [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Alias

Un film di guerra fluido e incalzante come fosse di Allan Dwan, ma fatto di combattimenti filosofici più che di mortaio. E, vero scandalo, sceglie come punto di vista narrativo il nemico. Dopo sei anni di conflitto, bugie e retorica in Iraq è un gesto di resistenza e diserzione se non proprio fabbricazione di un ordigno immaginario (in bianco e nero, 142 minuti), di deflagrazione rivoluzionaria.

Luigi Paini
Il Sole-24 Ore

Erano uomini, anche dall’altra parte. Non “musi gialli”, non animali, ma ragazzi con un padre, una madre, una fidanzata che li attendeva a casa. Letters from Iwo lima, di Clint Eastwood, s’incunea nelle viscere della montagna dell’isola maledetta del Pacifico, dove americani e giapponesi si affrontarono in una battaglia selvaggia. E, dopo lo straordinario Flags of our fathers, mostra l’altro Lato del [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
David Denby
The New Yorker

Nella seconda metà della sua opera su Iwo Jima, Clint Eastwood racconta la cruenta battaglia vista dalla parte dei giapponesi, nascosti nelle caverne e nei tunnel che gli americani assalgono in Flags of our fathers. Ora sono i giapponesi gli eroi senza macchia, mentre i marines sono i nemici senza volto che invadono l'isola con forze soverchianti. Eastwood, stavolta, è meno interessato al combattimento [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
Davide Turrini
Liberazione

Il progetto generale è tra i più affascinanti e seri del cinema americano recente. Clint Eastwood, 76 anni, decine di riconoscimenti cinematografici in bacheca, ha voluto plasmare un dittico sulla battaglia di Iwo Jima, svoltasi tra esercito statunitense e giapponese tra il 19 febbraio e il 26 marzo del 1945. Settemila i morti americani, 20mila quelli giapponesi: i primi all'attacco di un'isola strategicame [...] Vai alla recensione »

mercoledì 21 febbraio 2007
Mariarosa Mancuso
Il Foglio

L'uomo più odiato d'America – ai tempi dell'ispettore Callaghan, che mica per niente era chiamato Dirty Harry – viene osannato come pacifista anche quando gira film di guerra. Ormai, a due per volta. In Flags of Our Fathers, la battaglia di Iwo Jima era vista dalla parte degli americani che issarono sull'isola la bandiera a stelle e strisce, in una delle più celebri foto di guerra (come tutti gli scatti [...] Vai alla recensione »

NEWS
CELEBRITIES
martedì 10 marzo 2009
Stefano Cocci

Quella faccia un po' così che hanno i cowboy di Leone Rigore e inquadrature scolpite nella roccia per durare nel tempo. È la regia di Clint Eastwood ma è anche la descrizione del volto, delle espressioni e dell'alone che lo ha circondato fin dai tempi [...]

winner
miglior montaggio del suono
Premio Oscar
2007
winner
miglior film extraeuropeo
Nastri d'Argento
2007
winner
miglior film straniero
Golden Globes
2007
winner
miglior film straniero
Critics Choice Award
2007
winner
film dell'anno
AFI Awards
2007
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