Anno | 2005 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Canada, India |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Deepa Mehta |
Attori | Lisa Ray, Seema Biswas, John Abraham, Kulbhushan Kharbanda, Waheeda Rehman Raghuvir Yadav, Vinay Pathak. |
Uscita | venerdì 6 ottobre 2006 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 2,86 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 29 gennaio 2015
Infiniti sono i difetti della donna e le virtù tre soltanto, quelle di curare la casa, di far figli e di morire insieme con il marito. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura a Critics Choice Award, In Italia al Box Office Water ha incassato 374 mila euro .
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CONSIGLIATO SÌ
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India, 1938. Chuya, una ragazzina di appena otto anni, viene allontanata dalla sua famiglia e trasferita in una casa ritrovo per vedove indù, per espiare la colpa d'un marito perso e mai conosciuto, attraverso l'eterna penitenza imposta dai testi sacri. Tra veglie e preghiere, la ragazzina porterà una ventata di freschezza - e di scompiglio - che contagerà l'affascinante Kalyani, giovane vedova innamorata di Narayan, un fervente idealista sostenitore di Gandhi. Il film di Deepa Mehta va a concludere una personale trilogia sugli elementi acqua, fuoco e terra. Il tema trattato - la condizione della donna e in particolare delle vedove - apre nuovi spiragli su una condizione di disagio che ancora oggi, a distanza di cinquant'anni dalle conquiste del "profeta" Gandhi, contagia centinaia di migliaia di donne costrette alla ferrea osservanza delle pratiche religiose.
Se l'argomento è encomiabile nel suo tentativo di scardinare i dogmi della tradizione per far posto ai mutamenti sociali e culturali, il film in sé resta paradossalmente impigliato proprio in questo tentativo. Il labile confine che separa il tono documentaristico dalla finzione filmica si perde in scene didascaliche e incomplete, in recitazioni affettate e poco credibili, nella lezioncina da cinema (b)hollywoodiano - con tanto di lacrima finale - buttata giù a memoria e tutt'altro che impeccabile. Un film che apre uno spiraglio di speranza e di conoscenza in più su pratiche sconosciute al grande pubblico, ma che scontenta il botteghino - e gli spettatori - per l'eccessiva austerità.
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"Chuyia, ti ricordi di essere sposata?" La domanda è rivolta dal padre ad una bambina di 8 anni, la quale ha appena perso suo marito. Il suo sorriso spontaneo e il tintinnìo dei braccialetti ai piedi spariscono di colpo quando Chuyia entra, forzatamente secondo la tradizione indù, nello status di vedova-bambina (che vuol dire penitenza, preghiera [...] Vai alla recensione »
Ho visto "Water" solo ieri sera e sono contenta di non aver letto alcuna critica/commento su questo forum prima della visione. Non avrebbe cambiato il mio giudizio generale in ogni caso ma è stato bello avere solo una minima traccia di trama e niente più. Terminata la visione ho scoperto nei titoli di coda quante milioni di vedove ancora vivono una condizione analoga a quella [...] Vai alla recensione »
Molto più di un film. Delicato, straziante, liberatorio: come l'acqua ti entra dentro e la senti. Grande Deepa Mehta Maria Teresa
Scrivi solo per spiegare al sig. Pierpaolo Simeoni che " Water " ha un livello superiore alla media per le sue specifiche qualità filmiche : direzione degli attori, fotografia, montaggio, sensibilità , ambientazione , assenza di sentimentalismi e patetismi. E quindi non è il tema " sociologico " che lo rende stimabile : è la condanna di pratiche inaccettabili ( contrarie alla "Convenzione di [...] Vai alla recensione »
davvero un bel film sull'india e le ingiustizie che vengono perpetuate sulle donne in nome della religione. vorrei vedere gli altri due della triologia.
Mi ha lasciata sconcertata questo film, infatti a distanza di tre giorni ancora ci sto pensando. Una realtà, quella indiana, che dovrebbe avere come unico scopo il suicidio. E invece no.Siamo intorno al 1940 e assistiamo all'annientamento fisico e psicologico di quelle povere vedove, che rassegnate, proseguono la loro misera esistenza, trascinandosi dietro il peso dell'ingiustizia e della sofferenza. [...] Vai alla recensione »
Dice la regista di Water, Deepha Mehta, che oggi in India sono ancora milioni le vedove che si sottopongono alle regole della religione indù, secondo la quale il loro destino può essere duplice: venir bruciate insieme con il cadavere dal marito; condurre senza mai risposarsi una vita di privazioni, preghiera e penitenza. La legge civile indiana ha cancellato queste imposizioni che vengono ancora applicate [...] Vai alla recensione »
È il terzo film della «triologia degli elementi» avviata in Canada con Fire (Fuoco) dalla regista indiana Deepa Mehta. Il secondo, Earth (Terra) lo si vedrà solo in un DVD che li raccoglierà tutti e tre. Questo che esce oggi nelle nostre sale ancora una volta, ma con accenti più forti, porta in primo piano la difficile condizione delle donne indiane negli ultimi anni del colonialismo quando la predicazione [...] Vai alla recensione »
Water completa la trilogia sugli elementi diretta da Deepa Mehta. Dopo Fire (1998) e Earth (1999) il lavoro della regista è stato fortemente osteggiato in India, sua terra di origine, specie Fire, che mostrava un amore lesbico. La violentissima reazione dello Shiv Sena, un organismo formato da fondamentalisti indù, è giunto al punto di distruggere il set di Water già nel 2000.
India 1938. Le tradizioni religiose che costringono le donne a essere "promesse spose" fin da piccole fanno scontare a Chuyia, 8 anni, la sua precoce vedovanza. Rinchiusa in una casa per vedove indù, l'esuberante bambina terremota i codici di comportamento e convince un'altra donna, Narayan, a non nascondere il suo proibito amore per un giovane seguace di Gandhi.
La vedovanza è triste. La vedovanza indù, un inferno. Tre sono le possibilità. Primo: ardere sulla pira del consorte. Secondo: sposare il fratello del defunto, posto che il defunto abbia un fratello e la famiglia dia il consenso. Terzo: vivere un'esistenza di privazioni, onde scontare i peccati che hanno provocato la morte del consorte. Accadeva nel 1938.