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La filosofia di Lost, il libro

Simone Regazzoni analizza i fondamenti che stanno alla base della serie tv facendo proprie le riflessioni sulla cultura popolare contemporanea.
di Pierpaolo Simone

La recensione ***

lunedì 6 aprile 2009 - Libri

La recensione ***
È sufficiente dare una scorsa alla premessa scritta da Simone Regazzoni – autore del bel libro sulla filosofia di Lost – per capire che il punto è stato centrato: filosoficamente e televisivamente parlando. La storia della serie americana è arcinota (mentre sul canale satellitare Fox è in arrivo la quinta stagione), un aereo precipita su un'isola deserta dando vita alle storie presenti, passate e future di un gruppo di sopravvissuti. Meno noto, almeno per gli spettatori più spensierati, è il cataclisma filosofico che la serie ha scatenato fra i "professionisti" - e già qui verrebbe voglia di metter mano alla fondina della pistola – della comunicazione. A disambiguare il complesso di colpa e di superiorità dello studioso di fronte al mezzo televisivo, ci pensano le prime pagine del libro di Regazzoni (docente di Estetica all'Università Cattolica di Milano) che fa proprie alcune delle riflessioni più interessanti sulla cultura popolare contemporanea. Quella Pop art che sbarca in televisione col mezzo che le è più congeniale – la narrazione – dando vita a un mosaico di personaggi che palleggiano, semioticamente parlando, con le in(de)finite interpretazioni di una Storia maestra. L'opera aperta di Umberto Eco, in compagnia della sua riproducibilità tecnica, è insieme croce e delizia di una filosofia che guarda oltre. L'arte oltre l'arte (scrive Regazzoni nel libro), un'arte che supera i limiti della propria cornice, squarciando lo schermo televisivo come una tela di Lucio Fontana. Se per voi Lost è anche questo, non dovete far altro che perdervi nell'isola insieme all'autore. ("La filosofia di Lost", Ponte alle Grazie, 2009, euro 12, pagg. 165).

In sintesi
Un luogo tra la vita e la morte, tra fiction e realtà. Questo è Lost. Ciò che si trova alle radici stesse del domandare. Perché l'Isola non da risposte, non possiede la verità. Piuttosto, ne incarna l'enigma. E lo fa con una narrazione al contempo complessa e popolare, sfruttando i canali aperti dalla transmedialità, dilatando all'infinito l'orizzonte della partecipazione. La serie tv creata da J.J. Abrams e Damon Lindelof è a tal punto legata alla filosofia che alla filosofia non restano che due scelte. Spiare da dietro il buco della serratura il dispiegarsi di quello che è, a tutti gli effetti, un mondo. Oppure accantonare ogni falso pudore, ed esplorare l'Isola. Simone Ragazzoni sceglie questa seconda via, e s'imbarca a bordo del volo 815 col preciso intento di precipitare insieme a Jack, John, Kate, Hurley, Sayid, Sawyer. E a tutti i fan della serie. Accampato sulla spiaggia o perso nella foresta, l'autore de "La filosofia di Lost" apre botole, progetta mappe, sfida mostri e ridicolizza pregiudizi. Naufrago tra i naufraghi, decide di far abitare al discorso filosofico lo spazio dell'erranza. Qualcuno, certo, storcerà il naso. Ci vuole tempo per sentirsi perduti. L'Isola ce l'ha. La filosofìa anche. E tu?

L'autore
Simone Regazzoni, nato a Genova nel 1975, insegna all'Università Cattolica di Milano. È stato coautore – sotto lo pseudonimo collettivo di Blitris – de "La filosofia del Dottor House" (Ponte alle Grazie, 2007). Per i tipi del Melangolo ha pubblicato "La decostruzione del politico" (2006), "Harry Potter e la filosofia" (2008), "Nel nome di Chora" (2008).

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