Anno | 1965 |
Genere | Commedia |
Produzione | Italia, Francia |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Pietro Germi |
Attori | Franco Fabrizi, Olga Villi, Virna Lisi, Beba Loncar, Gastone Moschin, Gigi Ballista Alberto Lionello, Moira Orfei, Alberto Rabagliati, Antonio Acqua, Nora Ricci, Carlo Bagno, Aldo Puglisi, Gia Sandri, Quinto Parmeggiani, Patrizia Valturri, Virginio Gazzolo, Giacomo Rizzo, Virginio Gazzolo. |
Tag | Da vedere 1965 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,03 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 28 aprile 2016
In una piccola cittadina, alcuni personaggi mettono in pellicola vizi e virtù di un intero Paese. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha vinto 3 Nastri d'Argento, ha vinto 2 David di Donatello, In Italia al Box Office Signore e signori ha incassato 82,6 mila euro .
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Sulla piazza del mercato, ai tavolini del caffè, siedono gli uomini che guardano le donne. Sono un coro variegato di borghesi veneti, professionisti del perbenismo di facciata, cattodemocristiani protetti in qualche modo dall'alto, che cadono sempre in piedi. C'è Toni Gasparini, che confessa al dottor Castellan il suo problema di impotenza, suscitando nel medico la fregola irresistibile del pettegolezzo. Così, mentre gli amici ridono alle sue spalle, il Gasparini ride di più, nel letto della moglie del dottore, al quale aveva dato a credere una bugia bella e buona. Poi c'è Bisigato, impiegato di banca, afflitto da una moglie insopportabile, che crede di poter cominciare una nuova vita con Milena, una giovane cassiera, ma non fa i conti con i presunti amici e con il tabù della separazione coniugale. E poi c'è Benedetti, il venditore di scarpe, che adocchia una bella ragazza di campagna e le fa fare generosamente il giro di tutti i suoi compari. Peccato che la ragazza sia minorenne e che il padre di lei li porti tutti in tribunale. Toccherà all'irreprensibile moglie di Gasparini occuparsi di risolvere l'inconveniente a suon di bigliettoni e non solo.
Da un soggetto di Luciano Vincenzoni, che ha raccolto il materiale narrativo nella sua Treviso (la città del film, mai nominata ma riconoscibilissima), Germi trae la sua commedia di costume più nera e più alta. È una satira bruciante, tanto che in molti, tra i critici italiani, si scottarono e non ne riconobbero da subito il valore, preferendo gli altri due film della trilogia, Divorzio all'italiana e Sedotta e abbandonata, ambientati nella più remota Sicilia. Ci penserà il Festival di Cannes a tributare per primo al film il plauso internazionale che meritava, con la Palma d'oro del '66 (ex aequo con Un uomo, una donna di Lelouch).
Sceneggiato da Age e Scarpelli, il film deve in verità la sua straordinaria struttura narrativa ad un'idea di Ennio Flaiano (non accreditato), che s'ingegnò per cercare una cornice che lo emancipasse dal genere boccaccesco della pellicola ad episodi, di gran voga in quel periodo. L'ideazione del coro di personaggi, che si assomma nella piazza cittadina, assurgendo a emblema di una logica ideologica di gruppo o ancor meglio di branco, per poi lasciar spazio ai singoli assoli, supera lo strumento decorativo, al punto che la cornice diventa il film stesso, il suo stile e il suo senso.
Il coro, unitamente all'aria e al recitativo, porta con sé anche un'idea di melodramma, che riaffiora specialmente nel secondo dei tre atti, nella figura tragica del personaggio interpretato da Gastone Moschin, così come nell'aria d'opera accennata da Castellan e Scarabello ("La bella figlia dell'amor", dal Rigoletto, che Germi non riuscì ad inserire qui, andrà a far parte del primo capitolo di Amici miei).
A distanza di cinquant'anni esatti, favorito da un ottimo restauro, Signore & signori si conferma un'opera di amara attualità e d'inalterata modernità.
In una cittadina veneta, ecco sciorinati i molti vizi e le poche virtù di una provincia piccola piccola, dove la vita scorre sorniona tra chiacchiere e tradimenti, farse e tragedie coniugali, scandita dai pettegolezzi nel bar della piazza principale. L'episodio più bello dei tre che lo compongono, è quello di un modesto impiegato di banca (interpretazione maiuscola di uno splendido Moschin) oppresso da una moglie pestifera, che sogna una impossibile evasione con una graziosa cassiera di bar (Virna Lisi).
SIGNORE E SIGNORI disponibile in DVD o BluRay |
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Germi passa impietosamente sotto la lama affilata dell'affettatrice uno stralcio di provincia veneta e la serve con l'affabile cortesia del salumiere di fiducia. Storie di facciata, di rispettabilità guadagnata con la complicità di una chiesa che si china ai ricchi con lascivo moralismo. Coppie che si scannano tra le pareti domestiche e sfoderano sorrisi e ammiccamenti in società, mogli che civettano [...] Vai alla recensione »
FILM SORNIONE, RITRATTO DI UNA ITALIA PERBENISTA, COMANDATA DA UNA DEMOCRAZIA CRISTIANA IPOCRITA E PAPISTA. SPACCATO DI UNA SOCIETA' PRONTA A CONDANNARE GLI ALTRI E IPOCRITAMENTE ASSOLVERE SE STESSI, COME TUTTI IN QUELL'EPOCA. PELLICOLA VERAMENTE DIVERTENTE E DISSACRANTE, UN BRAVISSIMO GASTONE MOSCHIN ED UNA SPLENDIDA VIRNA LISI, INNAMORATINI IN UN MONDO DI "PROBI VIRI" (DA LEGGERSI:"PORCI VERI"). Vai alla recensione »
Con un taglio più da commedia classica, Germi presenta, 10 anni prima di Monicelli, la sua versione di Amici miei, ambientata a Treviso, meno volgare e sfrontata forse, ma con lo stesso punto di partenza: una generazione viziosa e scalmanata di adulti che si divertono come i bambini, si scambiano le donne, si abbandonano a scappatelle romantiche e si fanno scherzi.
Nell'inusuale ambientazione trevigiana, Germi fa divertire lo spettatore grazie a una splendida sceneggiatura e all'ausilio di attori di primissimo livello. Ma sotto la maschera da commedia, il regista nasconde l'inquietante ipocrisia della buona società, pronta a difendere i valori religiosi davanti a tutti, per poi darsi alla baldoria più estrema non appena [...] Vai alla recensione »
Il film del maestro Germi e' certamente un film sardonico perfettamente riuscito per la maestria del soggetto, del suo sviluppo filmico e per la bravura degli attori che sono stati diretti in modo magistrale e le cui maschere e abilita' hanno contribuito in modo perfetto a interpretare le indicazioni del regista. Il montaggio serrato e' un raro esempio di perfezione dell'arte cinematografica. Vai alla recensione »
Film tanto cattivo quanto spassoso. Sarabanda di vicende private,specchio dell'italietta della ricca provincia veneta. Denominatori comuni alle storie,abile l'incastro degli episodi,il gusto per il pettegolezzo,quello per il bere,l'ipocrisia a far da struttura portante. Numerosi i caratteri riuscitissimi:il medico,Gigi Ballista,il più simpatico e gaudente,Gastone Moschin e Nora Ricci [...] Vai alla recensione »
Lo spirito caustico di Germi, passato dalle prove drammatiche alla commedia con pari maestria artigianale, emerge in tuttta la sua ruvidezza in questo ritratto apparentemente leggero di un gruppo di borghesi ipocrtiti e meschini, che anima con maldicenze ed esecrabili comportamenti una piccola città veneta (Treviso nella realtà del set, ma imprecisata e quindi luogo metaforico nella [...] Vai alla recensione »
Un film “vecchio” di 52 anni e ancora frizzante, carnale - pure se sono mostrati pochissimi centimetri di pelle nuda - da scompisciarsi per le risa dall'inizio alla fine: Pietro Germi ci ha solo fatti osservare su uno schermo, divertendo e divertendosi. E che coraggio, nel 1965, mettere in mostra il costume italiano medio senza che la censura o i benpensanti avessero da obiettare [...] Vai alla recensione »
Satira sull'ipocrisia di una certa classe nelle provincie venete, che negli anni '60 si mostravano ancora particolarmente "santocce"! Anche se la città dove il film si svolge è immaginaria chi ci è stato riconosce subito Treviso e l'accento dei protagonisti è particolarmrnte veneto! Le cose stavano così: la Domenica tutti in Chiesa e nelle altre [...] Vai alla recensione »
Eccezionale ritratto al vetriolo della borghesia italiana negli anni '60. La fanno da padrone le storie di tradimenti e le "questioni morali" tanto care alla tradizione cattolica. Una perla del cinema italiano.
Un affresco quasi profetico, divertentissimo e amarissimo a un tempo: amarissimo perché da quel piccolo universo gretto, sporcaccione, bigotto, ipocrita ed egoista, magistralmente descritto da Germi, trae origine quell'abominio che è diventato oggigiorno il mio Veneto.
C'è un ricco lavoro di buona sceneggiatura e una regia maestrale. Il film è una giooia per gli occhi e per la mente per via di una narrazione fluida, semplice, perfetta. Qualche concessione al macchiettismo, ma una sana e intgelligente ironia che fa della pellicola un vero spettacolo. Raramente il linguaggio cinematografico è stato tanto rispettato.
Qualcuno ha scritto sotto il video youtube del famoso carosello:" E' bella da togliere il fiato" Addio Milena.Ma non c'è stata una TV che abbia ritrasmesso questo film.Quando lo potremo rivedere????
Siamo proprio sicuri che l'Italia descritta nel film sia scomparsa? O piuttosto, mutatis mutandis, che non sia ancora estremamente attuale?
film sempre attuale ed è un peccato che le varie tv commerciali non lo passino, anche in ora tarda.
Premesso che tra i registi italiani Pietro Germi (detto il falegname) e uno dei miei registi preferiti, dopo "Divorzio all'italiana" e "Sedotta e Abbandonata", Germi conclude la sua Trilogia sulla satira di costume, trasferendosi dalla Sicilia al Veneto, ma poi, tutto sommato, cambi località ma nelle piazze, nei caffè o dietro le finestre cambia poco, [...] Vai alla recensione »
E' ancora un godimento dopo tanti anni. Stavo immaginando Germi tra palazzo grazioli il circolo del tennis villa certosa etc ... forse il Sorrentino de "Il divo", potrebbe...