Anno | 2017 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 76 minuti |
Regia di | Rossella Schillaci |
Attori | Ada Prospero Marchesini Gobetti, Bianca Guidetti Serra, Giulia Gadola Beltrami, Joyce Lussu Anna Cherchi, Marisa Sacco, Maria Airaudo, Lucia Boetto Testori, Alda Frascarolo Bianco, Lia Corinaldi, Marisa Rodano, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Chiara Acciarini, Valentina Rossetto. |
Uscita | giovedì 20 aprile 2017 |
Tag | Da vedere 2017 |
Distribuzione | Lab 80 Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,31 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 2 novembre 2017
Qual è stato il ruolo delle donne nella Resistenza italiana e soprattutto cosa ha significato per loro quel periodo di lotta ed emancipazione personale? In Italia al Box Office Libere ha incassato 11,3 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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L'8 settembre 1943 in Italia segnò chiaramente uno spartiacque, l'inizio di un caos al quale nessuno poteva sottrarsi, a maggior ragione le donne, depositarie dell'economia domestica. Poco più di un anno dopo (il 26 novembre 1944) nel programma d'azione dei Gruppi di difesa della Donna e per l'assistenza ai combattenti della libertà si legge: «donne di ogni ceto sociale, fede religiosa, tendenza politica, donne senza partito si uniscono per la comune necessità di lottare e per il bisogno di pane, pace e libertà». Un documento in cui si chiedeva «uguale salario degli uomini, di partecipare alla vita sociale nei sindacati e nei corpi elettivi e la possibilità di accedere a qualsiasi impiego. Unico criterio di scelta: il merito».
Prodotto dall'Archivio Nazionale cinematografico della Resistenza, con il sostegno di Compagnia San Paolo, Assessorato alla Cultura di Torino e Piemonte Doc Film Fund, Libere ha l'obiettivo di ricordare e conferire il legittimo valore all'apporto delle donne nella lotta partigiana e ha insieme l'ambizione di tracciare anche un confronto tra l'ardore e la spinta idealista e egualitaria di quell'esperienza e i risultati raccolti oggi dalla donna, dal lavoro all'affermazione nella politica attiva.
A partire dall'assunto che il movimento femminista, quella voglia di uscire da un ruolo subalterno, abbia preso vita proprio a partire dalla Resistenza. Nel seguire questa duplice finalità, il film ha il pregio di valorizzare al massimo ogni tipo di testimonianza, evidenziandone la natura in maniera chiara, inequivocabile, restituendo alle partigiane la loro voce dopo l'oblio. Le fonti sono nastri audio, fotografie, negativi, cinegiornali, pellicole, trascrizioni, pubblicistica, propaganda, microfilm. Tutto viene sapientemente sfruttato, mentre sulle immagini si rincorrono le voci originali di tredici attiviste piemontesi, tra speranza di ieri e delusione di oggi nel constatare il mancato accesso e l'isolamento delle donne ai vertici di partiti e sindacati.
Un approccio meditato finalmente anti eroico (nessun volto, solo mani che indagano nella Storia), in assonanza alla scelta musicale di "Oltre il ponte" (testo di Italo Calvino e musica di Sergio Liberovici dei Cantacronache, nell'interpretazione di Milva) a integrare il soundtrack scarno, vibrante di Giorgio Canali. Un ricordo rispettoso, un appello appassionato e filologico, a non dare mai per scontata la libertà e a non smettere di impegnarsi per un mondo diverso.
Trovare "qualcosa per cui valesse la pena rischiare la pelle". Le donne italiane della II Guerra Mondiale non ebbero difficoltà a riconoscere nella Resistenza un luogo (meta)fisico per avviare un radicale processo di "Iiberazione", sapientemente ambivalente nella doppia accezione di allontanamento dal nemico ed emancipazione del proprio ruolo dai codici ottocenteschi.