Titolo internazionale | Ana, My Love |
Anno | 2017 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Romania, Francia |
Durata | 127 minuti |
Regia di | Cãlin Peter Netzer |
Attori | Mircea Postelnicu, Diana Cavallioti, Adrian Titieni, Vlad Ivanov, Igor Caras-Romanov Tania Popa, Ionut Caras, Ioana Flora, Iulia Lumânare, Mihaela Ciuchea, Viorel Comanici, Alexandru Marcu, Eric Buza, Rodrigo Cravo, Razvan Vasilescu, Varlan Maria Veronica, Meda Andreea Victor, Augustin Pop, Amalia Ciolan, Florin Grigoras, Catalina Moga, Andreea Coff, Constantin Dinulescu, Claudiu Istodor, Elena Voineag, Elvira Deatcu, Ioana Abur, Ana Maria Donose, Alex Pavel, Andrei Hutuleac, Alex Bogdan, Anghel Damian, Irina Noaptes, Mihai Grecescu, Sorin Leota, Titus Popescu, Geanina Bont, Evelina Andries, Bogdan Olarson, Alexandru Petrovici, Carmen Tanase, Vasile Muraru. |
Tag | Da vedere 2017 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,42 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 18 febbraio 2017
Sette anni di vita di Toma e Ana, due giovani che vivono a Bucarest: dal loro primo incontro all'università, ai problemi psicologici di lei, fino all'orlo della separazione. Il film è stato premiato al Festival di Berlino,
CONSIGLIATO SÌ
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Ana e Toma s'incontrano all'università, s'innamorano, fanno un figlio e si sposano. Per motivi diversi le reciproche famiglie sono loro ostili, ma il loro amore sembra immune da ogni ostacolo, persino i gravi disturbi nevrotici di lei che si manifestano attraverso violenti attacchi di panico: lui la sorregge in ogni passo della vita condivisa, permettendole di instaurare una relazione di simbiotica dipendenza.
Imitare dio senza sostituirlo: il confine è sottile e il Peccato Originale è pronto a colpire travestito da buona fede, anzi, da amore totalizzante. Fuori dalla razionalità, infatti, si allarga il potere oscuro dell'inconscio, libero di proiettare, rimuovere, sublimare.
Lo sguardo di Peter Călin Netzer ama lavorare su questi territori scivolosi, ma quando decide di condurre i suoi personaggi in tali territori non si confonde con dio, bensì li segue affettivamente nella libertà del loro errare: il suo obiettivo - stretto sui corpi - è avido di sentirli ancor prima di capirli, e giammai di giudicarli.
Se nel precedente A Child's Pose, il racconto del giovane e talentuoso cineasta rumeno si concentrava sul rapporto insano fra una madre e il proprio figlio, in Ana, mon amour il nucleo diventa la coppia, nella sua più profonda complessità.
Il racconto dei due innamorati è organizzato dal punto di vista di Toma, giovane intellettuale, borghese e cresciuto nel timor di Dio: la fragile Ana è per lui il sintomo che allude allo sconfinamento verso quel peccato atavico travestito da amore devoto. L'intima complicità anche erotica con la ragazza che permette a Toma di recedere il cordone ombelicale con la famiglia bigotta e cinica, si trasforma gradualmente in dedizione sanitaria, in controllo onnipresente e onnipotente. Mentre ciò accade, Netzer non scivola nell'errore di distanziarsi, continuando a tenere i suoi personaggi stretti a sé, anime raminghe alla ricerca disperata di un equilibrio. La malattia mentale di Ana è la Tentazione che fa soccombere Toma, suo malgrado, mentre incede come un funambolo fra l'inclinazione cristiana di salvare il mondo (straordinaria la scena della confessione del giovane al prete) e l'attrazione intellettuale verso la comprensione del "diverso", esibita attraverso il crescente ricorso alla terapia psicanalitica, attivata sia di riflesso su Ana che direttamente su Toma.
Nel passaggio dal soccorso religioso a quello psicanalitico - tradotto concettualmente dall'irrazionalità fideistica a quella onirica - Netzer fa agire il Tempo, magistralmente gestito con un montaggio raffinatissimo; in tal senso il suo film è anche una grande opera sulla gestione semantica della "crono-logia" attraverso il dispositivo cinematografico. Quasi superfluo sottolineare la ricchezza tematica affrontata da Ana, mon amour, acutissima riflessione sulla società contemporanea romena e sui tormenti ereditati da un passato doloroso: quest'ultimo è la causa di una ricerca identitaria "emergenziale", sia da parte dei singoli individui che del popolo come comunità. Una ricerca che non può prescindere dal rimettere in discussione le fondamenta stesse delle relazioni, nel disperato tentativo di una serenità lontana da dipendenze ed ossessioni.