Nato a Dusseldorf nel 1959, Philip Groning è cresciuto tra la Germania egli Stati Uniti. Interrompe gli studi di medicina e psicologia per iscriversi alla Hochschule fur Film und Femsehen di Monaco nel 1982, e comincia a lavorare come attore (per Peter Kelgevic e Nicolas Humbert) e come assistente al suono con una delle maestre del cinema sperimentale femminile tedesco, Ulrike Ottinger (per Freak Orlando) a Berlino. Il suo primo lungometraggio Sommner (1986, Estate), un delicato ritratto dì un bambino autistico girato In bianco e nero, vince il Bergomo Film Meeting ’88 ed esce anche nelle sale italiane grazie a Lab80, In quello stesso anno realizza Stachoviak. Nel 1992 suscita non poco clamore nell’opinione pubblica tedesca con Die Terroristen, seguito l’anno successivo da un altrettanto controverso episodio per la serie tv Opfer Zeugen (Vittime e testimoni) dal titolo Neues Deutschlancl, in cui denuncia gli attacchi (troppo spesso impuniti) dei gruppi neonazisti della ex Germania dell’est contro gli immigrati turchl. Con la sua casa di produzione coproduce Il documentario Berlin Babylon (1991) sugli scenari fantasmagoricamente “vuoti” che si erano presentati a Berlino nel 1989, subito dopo la caduta del muro: l’enorme distesa desolata dei Potadamer Platz oggi splendidamente ricostruita con architetture moderne non senza ricordare la indelebile cicatrice storica.
Suscita interesse internazionale Il suo lungo di finzione sulla ricerca dell’amore a pagamento nei peep show berlinesi: L’amour, I’argent, I’amour nel 2000 è In gara al Sundance, la protagonista femminile Sabine Temoteo vince Il Leopardo di bronzo a Locarno, il protagonista maschile Florian Stetter il premio Max Ophùls come miglior attore giovane dei cinema in lingua tedesca e Io stesso Groning il Hessischer Filmpreis come miglior regista. Nel 2005 presenta a Venezia Die grosse Stille.
Da Il Manifesto del 20 agosto 2005