La stella del Manchester United segna ancora
Settimo giorno al Festival del cinema. I battibecchi e le polemiche su Antichrist di Lars Von Trier stanno piano piano scemando per lasciare il posto a chi adesso tocca il palcoscenico. Risate e fischi da stadio un po' in tutte le proiezioni, hanno segnato il flop del regista danese che non ha potuto far altro che difendersi dicendo: "Non mi devo giustificare con voi, io lavoro per me, non ho fatto un film per voi, ma per me stesso".
A risollevare gli animi della critica ci ha pensato "l'ultimo regista comunista", Loach, che ieri ha presentato il suo Looking for Eric. Pluripremiato a Cannes, (Palma d'Oro per Il vento che accarezza l'erba e due premi speciali dalla giuria per Piovono pietre e L'agenda nascosta), Ken Loach sorprende tutti con un'inaspettata leggerezza lontana dai suoi standard e porta in concorso un film che "finisce con il sorriso – dice – dopo tanti seri". Già, perché se l'Eric del suo film non è un personaggio inventato ma è niente meno che Eric Cantona, ex campione del calcio francese, le cose sulla Croisette cambiano. La stella del Manchester United di metà anni Novanta, da quando (dieci anni fa) ha lasciato il calcio, si è praticamente dedicato al cinema recitando in diverse pellicole e lo ha fatto bene: "recita come gioca a calcio, con stile e fantasia", dice Loach di lui. "La commedia è una tragedia con l'happy end finale - ha spiegato il regista - poteva venirne fuori solo un esito drammatico ma ho richiesto agli attori una recitazione mista di massima verità e spontaneità, è possibile che abbiano portato esiti comici inattesi". E Cantona ringrazia: "Nella mia vita ho avuto due maestri: Alex Ferguson e ora Loach, di cui amo per intero il suo cinema. Quando giocavo mai mi sarei aspettato di venire a Cannes a presentare un mio film e di ricevere una simile accoglienza".
Bellocchio vuole Vincere
Ma voltiamo pagina, oggi tocca a noi: unico italiano in concorso, Marco Belloccio presenta il suo Vincere. Anche se la prima proiezione stampa è stata accolta tiepidamente, i bookmaker mettono il nostro regista come primo candidato alla vittoria. La pellicola racconta la tragica storia Ida Dalser (interpretata da Giovanna Mezzogiorno), la donna che il giovane Mussolini (Filippo Timi) sposò quando ancora era alla direzione dell'Avanti per poi rinnegarla e rinchiuderla, insieme al figlio nato dalla loro unione, in un manicomio. La battaglia per il nostro regista piacentino sarà dura, oggi è il giorno di un altro grande regista Pedro Almodovar che porta nella competizione francese Los Abrazos Rotos con la sua musa Penelope Cruz. Almodovar racconta la storia di uno scrittore che a causa di un brutto incidente perde la vista e l'amata Lena, la donna della sua vita. Il dolore lo porta a uno sdoppiamento della personalità e a un'autoamnesia che durerà fin quando qualcuno gli permetterà di ritrovare se stesso. La sezione Quinzaine des Réalisateurs ci propone I Love You Philip Morris degli esordienti alla regia Glenn Ficarra e John Requa. Tratto da una storia vera, il film racconta la storia di un ex impiegato, interpretato da Jim Carry, che dopo il licenziamento diventa un grande falsario. Imprigionato in un carcere di massima sicurezza si innamora del suo compagno di cella, Phillip Morris (Ewan McGregor), il quale riuscirà a fuggire per ben quattro volte pur di congiungersi all'esterno col suo amante. Un film a episodi per la sezione Special screenings che oggi ci porta nelle Filippine con Manila, mentre per Un Certain Regard è il turno di Demain des l'Aube di Denis Dercourt e Tales From the Golden Age, film evocazione dei primi anni della Romania comunista raccontati attraverso le leggende urbane della gente.