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Angeli e Demoni trova il Vaticano a Los Angeles

Più vero del vero, un nuovo standard nella ricostruzione digitale.
di Gabriele Niola

Una ricostruzione perfetta
Tom Hanks (Thomas Jeffrey Hanks) (67 anni) 9 luglio 1956, Concord (California - USA) - Cancro. Interpreta Robert Langdon nel film di Ron Howard Angeli e Demoni.

giovedì 14 maggio 2009 - Making Of

Una ricostruzione perfetta
Angeli e Demoni comincia con la morte del Papa e il funerale in una piazza San Pietro gremita di gente e inquadrata da ampie panoramiche. Immagini che qualunque romano riconosce bene. Solo che non si tratta davvero di piazza San Pietro ma di un autodromo poco fuori Hollywood, di tanto compensato e di qualche "aiutino" digitale.
Alle volte da pressanti necessità nascono grandi imprese. È stato così per il film di Ron Howard che a causa della pessima fama di cui gode presso il Vaticano l'autore del libro da cui è tratto (Dan Brown) si è visto negare qualsiasi autorizzazione a filmare all'interno del piccolo stato. Siccome però il film è ambientato almeno per la metà nella Città Del Vaticano la produzione ha deciso di coordinare uno sforzo che ha pochi precedenti nella storia del cinema recente e che somiglia di più alle gigantesche ricostruzioni dei kolossal anni '50. Il massimo del fasullo per arrivare al massimo del verosimile.
Trovata un'area sufficientemente grande la Sony ha fatto costruire un modello pari a due terzi della grandezza originale di piazza San Pietro e della chiesa, un obelisco a grandezza naturale e tutti gli interni principali. Là dove non è stato possibile arrivare con legno compensato e olio di gomito ci si è arrivati con effetti speciali all'avanguardia. Il risultato è semplicemente perfetto, una ricostruzione alla quale è impossibile non credere e che di fatto stabilisce un nuovo standard in materia di integrazione tra set reale ed effetti digitali.

Il progetto
Come prima cosa era necessario trovare un luogo adatto alla gigantesca ricostruzione. Per farlo la Sony ha esplorato le zone limitrofe ad Hollywood con Google Earth. Il risultato è stato un autodromo poco fuori il centro nel quale è stata ricostruita tutta piazza San Pietro. Il set non era esattamente della grandezza reale della piazza, ma pari ai suoi due terzi, questo perchè per il tipo di riprese che erano necessarie la gran parte del colonnato e degli esterni della chiesa sarebbero rimasti lontani sullo sfondo, dunque per il gioco di prospettive questa poteva essere anche poco più piccola del reale. L'obelisco invece è al centro di inquadrature ravvicinate e dunque è stato ricostruito a grandezza naturale.
Questo di per sè rende l'idea del tipo di sforzo profuso e della meticolosità con il quale è stato raggiunto l'obiettivo, ovvero un'integrazione tra falso, vero e verosimile che ha pochi precedenti. I set somiglianti, gli attori veri, gli attori creati al digitale e i mille piccoli ritocchi e aggiunte al computer si fondono perfettamente in tutte le scene dando al film un perfetto senso di realismo anche nella finzione più totale.
Non era possibile arrivare a simili livelli unicamente con grandi costruzioni e minuziosi particolari, è stata necessaria anche una collaborazione strettissima tra chi quei set li costruiva e chi li avrebbe poi gestiti in post produzione, in modo che da subito il lavoro fosse fatto tenendo in mente cosa serviva agli uomini degli effetti speciali. Questi ultimi poi hanno potuto dare indicazioni in modo da facilitare l'integrazione tra le loro creazioni digitali e quelle in legno. Questioni di luce, di proporzioni, di riprese e di consistenza.
Ma non solo piazza San Pietro è stata oggetto di ricostruzione anche la Cappella Sistina, il Pantheon, Castel Sant'Angelo e piazza Navona (o meglio la statua del Bernini che è al centro) hanno subito il medesimo trattamento e, nel caso della statua di piazza Navona, non per impossibilità di girare in loco (i permessi a Roma furono concessi volentieri) ma perchè l'opera d'arte era all'epoca impacchettata dalle impalcature dei lavori di restauro.

La realizzazione
Innanzitutto servivano i modelli degli ambienti reali. Per ottenerli la produzione ha inviato decine di "finti turisti" nei luoghi prescelti incaricati di riprendere tutto con videocamere amatoriali e fotocamere ad alta qualità. Nulla andava tralasciato poichè quelle immagini sarebbero servite da modello per la ricostruzione.
Sembra davvero di sentire i vecchi racconti delle lavorazioni dei film di una volta quando il supervisore del reparto artistico Allan Cameron racconta che gli interni del vaticano pieni di dipinti e marmi sono stati fatti attaccando alle pareti e ai pavimenti di legno della carta sulla quale erano stampate le trame del marmo e dei dipinti.
Spesso poi le location reali erano più piccole del necessario dunque nel ricostruire la produzione si è presa delle piccole licenze allargando ambienti e corridoi per facilitare i movimenti della macchina "dentro Santa Maria della Vittoria a Roma Ron [Howard] e Sal [il direttore della fotografia] volevano usare delle gru per le cineprese e così abbiamo dovuto allargare corridoi e navate" spiega Cameron.
Sono state ricostruite anche statue come Abacuc e l'Angelo e l'Estasi di Santa Maria e anche tutta la Cappella Sistina con i suoi dipinti. A differenza degli altri elementi però i dipinti di Michelangelo non sono stati replicati fedelmente, al cinema infatti spesso la realtà non è indispensabile e serve di più qualcosa che sia funzionale alla messa in scena.

Gallery


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