Film che scaldano il cuore
Si conclude il 2009 e prima dell'arrivo del film più atteso del 2010 (Avatar, nei cinema italiani a partire dal 15 gennaio), non ci resta che lasciarci cullare a fine anno dal buonismo di qualche storia "scaldacuore e strappalacrime". L'autore di Chocolat, Lasse Hallström, è dietro la macchina da presa di Hachiko, prodotto cinofilo che racconta la fedeltà di un cane perduto per il nuovo padrone (interpretato da Richard Gere) incontrato per caso alla stazione, e il rapporto quasi simbiotico che verrà a crearsi tra i due in un momento particolarmente drammatico.
Passando per un autore eclettico come Luc Besson e il secondo capitolo del suo Arthur (Arthur e la vendetta di Maltazard), restiamo in ambito francese per un altro film di sicuro successo: Il riccio, firmato dalla giovane regista Mona Achache. Raffinata trasposizione del best seller L'eleganza del riccio di Muriel Barbery, Il riccio racconta il rapporto tra Renée, portiera parigina solitaria e scontrosa (interpretata da Josiane Balasko), e Paloma, dodicenne altrettanto isolata ed estranea al mondo (Garance Le Guillermic), sottoforma di intimo diario filmato dalla ragazzina attraverso la sua videocamera. Prendendo dunque le distanze dalla forma letteraria, la Achache dà vita a una parabola elegante e disperata di due donne diverse ed emotivamente vicine.

Cinema mediterraneo
Dopo Pieraccioni e il Natale di Neri Parenti, il cinema italiano delle feste ci regala una nuova commedia di Carlo Verdone, Io, loro e Lara. Il regista/attore romano questa volte dirige se stesso nei panni di un padre missionario stabilitosi da tempo in Africa che, in seguito a una crisi spirituale, decide di tornare a Roma per ritrovare la serenità e il calore della sua famiglia. Ma qui ad attenerlo ci sarà un nuovo problema pronto a sconvolgergli la vita. Un problema di nome Lara. Qualche reminiscenza alla vicenda di Acqua e sapone per una nuova commedia dal retrogusto malinconico che vede per la prima volta una collaborazione tra Verdone e la rivelazione Laura Chiatti.
Restiamo in ambito mediterraneo ma ci spostiamo in Spagna per il seguito del fortunato horror [Rec]. Diretto anche questa volta da Jaume Balagueró e Paco Plaza, [Rec] 2 inizia dove finiva il primo episodio, ovvero all'interno di un edificio di Barcellona contagiato da una misteriosa epidemia. Una squadra delle forze speciali capitanata da un dottore e dal suo operatore videomunito irromperà nell'edificio infetto, mentre un gruppo di ragazzini del quartiere incuriositi filmerà tutto dal tetto del palazzo. La sperimentazione iniziata dai due registi spagnoli nel primo film, ovvero la "presa diretta" dell'orrore come metafora del voyeurismo della società dello spettacolo, continua qui attraverso la ricerca di nuove piste narrative, stili differenti e una certa ironia che bilancia il complicarsi degli eventi e il moltiplicarsi degli schermi. Da non perdere per gli amanti dell'horror e delle riflessioni sul linguaggio del reale nel mondo dell'immagine.