Fratello del musicista Tarcisio Fusco, diplomato in pianoforte, in composizione e in direzione d'orchestra, svolse in questi due settori un' intensa e produttiva attività. Il suo contatto con il mondo del cinema risale al 1936, con il commento musicale de Il cammino degli eroi (1936, C. D'Errico). Dapprima marginale, questo lavoro si fece più intenso nel dopoguerra, quando Fusco iniziò a collaborare attivamente con alcuni dei migliori giovani registi, soprattutto con Michelangelo Antonioni, per il quale scrisse le musiche di tutti i film, dal cortometraggio N.U. (1948) a Deserto rosso (1964). Il legame con Antonioni fu per Fusco una straordinaria esperienza d'arte: egli seppe creare la dimensione sonora adatta alle ricerche linguistiche ed espressive del regista, sia sul terreno tradizionale dell'opera "chiusa" (come in Cronaca di un amore, 1950, un film che deve molta parte del suo fascino all'intensa suggestione della musica), sia sul più difficile terreno dell'opera "aperta" (come ne L'avventura, 1960, e ne L'eclisse, 1962, caratterizzati entrambi da un esemplare rapporto suono-immagine). Musicista colto, aperto alle ricerche e alle sperimentazioni della musica contemporanea, Fusco portò nel cinema una nuova dimensione artistica e nuovi moduli espressivi: ciò è stato probabilmente determinato dal fatto che i suoi commenti musicali furono creati per rispondere ad una duplice esigenza: da un lato, essi rispecchiano la perfetta e genuina adesione dell'artista al contenuto drammatico e stilistico del film, dall'altro dimostrano la sua volontà di conferirgli, anche in termini musicali, un significato capace di superare quello più strettamente figurativo e narrativo. In quest'ottica, risultano esemplari i commenti di Fusco per i due film di Alain Resnais Hiroshima, mon amour (1959) e La guerra è finita (1967), e quelli per Un eroe del nostro tempo (1959, Sergio Capogna), Il mare (1962, Giuseppe Patroni Griffi), La corruzione (1963, Mauro Bolognini), I sovversivi (1967, Paolo e Vittorio Taviani).