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Un giovane ragazzo si innamora di una prostituta. Quando però suo padre esce dal carcere dovrà scegliere tra l'amore e il genitore. Espandi ▽
Attilio è un diciassettenne che vive nel quartiere Traiano di Napoli. Con il padre appena uscito dal carcere, per guadagnare qualcosa accetta di fare da guardiano ad Anastasia, una giovane prostituta che viene dall'Est Europa. Progressivamente tra i due nasce un sentimento che spingerà il ragazzo a fare delle scelte.
Edgardo Pistone, nel passaggio dal cortometraggio al lungo, conferma le qualità già manifestate. Non nascondendo i propri riferimenti cinematografici (Escalante e il Cuaron delle origini) apre questa ricerca di una possibile speranza con i tuffi di Attilio e dei suoi coetanei. Il gettarsi nel vuoto della vita che li circonda è la forma di rito iniziatico collettivo che hanno trovato.
Il cinema, ancora una volta, si colloca dalla parte degli ultimi senza proclami ma con profonda empatia. Recensione ❯
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La storia vera di una ragazza più veloce dei suoi traumi, un film-tributo a una figura simbolo di libertà e resistenza. Drammatico, Italia, Germania, Belgio2024. Durata 102 Minuti.
La storia di Samia racconta il coraggio di una giovane donna che sfida un regime brutale e lotta per la sua libertà e per il suo futuro. Espandi ▽
Samia è una bambina somala con il sogno di diventare la donna più veloce del suo paese. Ci riuscirà, grazie al sostegno di suo padre e del suo amico allenatore Ali, arrivando fino alle Olimpiadi di Pechino 2008. Nulla però sarà semplice, Samia dovrà lottare contro un Paese tormentato da fanatismo religioso e dalla guerriglia, e scoprirà che attraversare l'Europa purtroppo è un'impresa - per molti - impossibile.
Un film di grande impatto emotivo, che vede scontrare il sogno di una bambina con la ferocia della realtà. Non dirmi che hai paura prosegue là dove finisce Io Capitano di Garrone: c'è un adolescente in mare su un barcone anche qui, anche qui una nave italiana si avvicina. Solo che è troppo tardi, le prigioni libiche hanno messo a dura prova corpi e spiriti, sole, sete e stenti hanno fatto il resto. E un tuffo con l'utopia di salvezza può essere fatale.
Un film che senza la minima traccia di retorica si rivela commovente, possiede tutta la forza dirompente di una storia vera di coraggio e disobbedienza e ha il merito di ricordare la figura di una velocista dimenticata, la piccola Samia che non sapeva che sarebbe diventata un simbolo. E a suo modo un'eroina. Recensione ❯
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Una commedia che si porta dietro un carico di malinconia e di emozioni colme di umanità. Drammatico, Italia2024. Durata 110 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Due giovani donne si incontrano per caso a Roma. Espandi ▽
A Roma s’incontrano per caso due solitudini, due giovani donne un po’ tristi e fragili, e indecise su cosa fare della propria vita. Nella vita delle protagoniste tutto sembra precario, ma quel legame nato per caso vuole resistere, per il tempo di una canzone o di una corsa in macchina, e finisce per commuovere. Il film procede inseguendo l’interiorità dei personaggi con la camera a mano, con sguardo sincero e non giudicante. Non mancano i momenti da commedia, specialmente nei divertenti siparietti familiari, e così la storia cresce pian piano portandosi sottotraccia quel carico di malinconia ed emozione, che fuoriesce in un bagno al mare, guidando fin lì con la patente scaduta, o in un ballo notturno. Recensione ❯
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Calcio, emigrazione, Meridione. Un'opera prima semplice ma appassionata, su un Sud pieno di malinconia universale. Drammatico, Italia2023. Durata 98 Minuti. Consigli per la visione: Film per tutti
Una storia di amicizia tra il piccolo Marcello, interpretato dal giovanissimo Giuseppe Pacenza, alla sua prima prova cinematografica, e il calciatore a fine carriera Andrea Viscomi, alias Fausto Verginelli. Espandi ▽
Siamo sulla Costa degli Aranci, all'altezza di Catanzaro Lido. Questa è un'estate diversa, italiana, quella delle Notti Magiche, dei Mondiali di Italia '90. Lo è anche per Marcello, ragazzino di origine arbëreshë che vive con la madre Tereza nel quartiere popolare dell'Aranceto. E se gli stadi della Nazionale sono lontani, quello dell'U.S. Collidoro, la squadra locale, è invece dietro l'angolo. Qui gioca Andrea Viscomi, capitano, trentacinquenne romano trapiantato da anni in Calabria e alla sua ultima stagione come professionista. Andrea è piagato dagli infortuni, spremuto dalla criminalità, amareggiato dalla vita. Marcello e Andrea si incontrano, forse qualcosa in loro cambierà.
Quanta semplicità e quanta appartenenza in questa opera prima che mostra un Sud pieno di malinconia universale.
L'altra via è più essenziale che esile, più familiare che impersonale, con quella voglia di riscatto di Andrea e la necessità di crescita di Marcello, la parabola amara di un calciatore che si dà al Totonero e la formazione tra botte e pietre tirate contro i muri di un ragazzino. Recensione ❯
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Il viaggio di un uomo attraverso l'Estremo Oriente e della sua fidanzata che cerca di raggiungerlo. Espandi ▽
Miguel Gomes ha contribuito in maniera determinante a rendere una materia sempre più fluida la commistione di cinema documentario e di finzione. Grand Tour continua un discorso personale e lo porta in Estremo Oriente: la componente di finzione è ambientata nel passato ma è evidentemente girata nel presente, spesso in interni, anche a causa del lockdown da Covid-19. La suggestiva monocromia della fotografia e l’utilizzo di tecniche come l’iris rimandano però a un’epoca lontana del cinematografo. A rappresentare gli esterni sono invece immagini catturate da Gomes durante viaggi recenti in quei luoghi e il montaggio di vecchio e nuovo, bianco e nero e colore, documentario e finzione provoca l’effetto ossimorico desiderato dall’autore. Un effetto complessivo straniante, agevolato da un ritmo lento e suadente e dall’immersione in una vegetazione lussureggiante che culla lo spettatore in uno stato semi-onirico.Forse è cinema per iniziati, ma vale la pena provare ad avvicinarsi al culto del regista portoghese per poterlo apprezzare appieno. Recensione ❯
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Un giovane immigrato clandestino viene assunto come rider. Il primo giorno di lavoro, però, viene derubato della sua bicicletta. Presentato in concorso alla Settimana Internazionale della Critica di Venezia 81. Espandi ▽
Torino. Issa è un giovane immigrato clandestino, da sei anni in Italia, che è stato appena licenziato. Cerca così di farsi aiutare dal suo amico Mario, che lavora in un ristorante per trovare un'altra occupazione. Lui lo accompagna a comprare una bicicletta usata a un prezzo decente e gli fornisce uno zaino e uno smartphone per fare il rider. Il riferimento a Ladri di biciclette è così immediato da apparire anche scontato. Ma più che un omaggio, sembra esserci una corrispondenza privata con quel film. Come Antonio e Bruno nel film di Vittorio De Sica, anche Issa cerca per gran parte di Anywhere Anytime la sua bicicletta rubata. Un film di grande impatto, autentico, tesissimo. Un esordio notevole. Recensione ❯
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I pochi mesi in cui gli ultimi re e regina di Francia con i loro due figli vennero incarcerati in un castello alle porte di Parigi, in attesa di essere giustiziati. Espandi ▽
Luigi XVI e Maria Antonietta vengono condotti alla Tour du Temple dove verranno rinchiusi in attesa del processo che poi li condurrà alla morte. Lo scorrere dei giorni fa emergere i diversi atteggiamenti nei confronti di quanto sta accadendo evidenziando i caratteri di ognuno. L'attesa di una fine ineluttabile letta indagando su ruoli pubblici e psicologie individuali. Recensione ❯
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Una favola gentile sull'importanza di rimanere umani anche quando tutto rema contro. Drammatico, Italia2024. Durata 117 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un film sulle conseguenze della guerra, sul rapporto tra Stati Uniti e Italia raccontato attraverso la relazione tra un padre e un figlio. Espandi ▽
Napoli, 1944. Dean Berry, giovane marinaio americano, si innamora di Lucia. Quando riparte per gli Stati Uniti lei è incinta: lui promette di tornare, ma non lo farà. New Jersey, 1971. Dean è un veterano di tre guerre mezzo alcolizzato. Un telegramma spedito dall’Italia 13 anni prima lo raggiunge a sorpresa e gli ricorda di avere un figlio. Dean parte per Napoli alla ricerca di quel figlio, che ora ha 25 anni.
Hey Joe è un racconto intriso di nostalgia e tenerezza, una sorta di viaggio nel passato alla ricerca delle occasioni perdute. La forza di un film semplice e dalla conclusione sospesa sta in vari elementi: la regia di Claudio Giovannesi, la fotografia sensuale di Daniele Ciprì; la sceneggiatura, dello stesso Giovannesi insieme a due rocce solide come Maurizio Braucci e Massimo Gaudioso. L’altra grande freccia all’arco è la sinfonia di ottimi su tutti svetta un inedito James Franco che non sbaglia un’espressione o un movimento, creando un’interpretazione memorabile. Recensione ❯
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Salvatores sceglie un tono fiabesco per un film dalla regia sicura, un'estrema cura formale e grandi interpretazioni. Drammatico, Italia2024. Durata 124 Minuti.
Documento fresco dell'Italia postbellica e racconto rocambolesco si intrecciano in una storia dal finale sorprendente. Espandi ▽
Napoli, 1949. Un rombo assordante, e la casa dove la piccola Celestina abitava non c'è più. Con la casa se ne è andata anche la zia della bambina. L'unico amico rimasto alla bambina è Carmine, un ragazzino un po' più grande di lei che vive di espedienti per le strade di Napoli. Carmine incontra George, un gigantesco cuoco afroamericano che lavora su una nave della Marina degli Stati Uniti. Carmine e Celestina finiranno su quella nave diretta a New York, dove la bambina spera di ritrovare la sorella.
Ci sono comunque molte cose buone in Napoli-New York: la regia sicura e competente di Salvatores, la sua abilità nel dirigere i giovanissimi (bravi e intensi Dea Lanzaro e Antonio Guerra), l'estrema cura formale, i colori del sogno americano, il montaggio secco di Julien Panzarasa, la fotografia vintage di Diego Indraccolo, e una colonna sonora di brani utilizzati come supporto narrativo che mette insieme Jimmy Durante e la Nuova compagnia di canto popolare.
Ottimi, secondo il registro della favola, l'interpretazione di Pierfrancesco Favino e lo strepitoso cammeo di Antonio Catania nei panni del direttore di un quotidiano per la comunità italiana a New York. Recensione ❯
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Verdesca dirige con grazia e competenza un trattato sulla maternità in nome del bene dei figli, ma senza sacrificare la propria identità. Drammatico, Italia2024. Durata 100 Minuti.
In un momento delicato della sua vita, Giovanna ha bisogno della persona che l'ha abbandonata, sua madre biologica. Espandi ▽
Giovanna ha ereditato dal padre la conduzione dell’azienda di famiglia, che si occupa di lavorare a livello industriale (ma con cura artigianale) la pietra naturale. La donna non ha un compagno, e per quanto mantenga un rapporto stretto con la madre Lilia e la figlia 15enne Alida sembra che non riesca a costruire con loro legami completamente sinceri o ad essere del tutto trasparente. Dunque quando si ammala tiene nascosta la situazione alla ragazza, e ne parla con la madre solo perché scopre che l’unica cura sarebbe un trapianto di fegato urgente da parte di un consanguineo in età adulta. Ma Lilia non può aiutarla, perché… non è sua madre naturale. Giovanna scopre infatti di essere stata adottata e di aver vissuto una vita all’oscuro di quell’informazione importante riguardo alla propria identità. E intraprende una ricerca della propria madre biologica, l’unica che potrebbe davvero salvarle la vita.
Per il mio bene è un film insolito nel panorama italiano perché, pur partendo da una premessa melodrammatica ad alto rischio televisivo (e le prime scene faticano un po’ a trovare il tono necessario), si dipana cinematograficamente in modo sobrio e tranquillo, lavorando “in levare” e affidandosi al rigore delle sue protagoniste: Barbora Bobulova nel ruolo di Giovanna, Marie-Christine Barrault - un graditissimo ritorno - in quello della sua madre biologica, Sara Ciocca nei panni di Alida a Stefania Sandrelli in quelli di Lilia. La precisione delle immagini, la capacità di narrare una vicenda gonfia di emozione senza sconfinare mai nella lacrima gratuita, fanno dare il benvenuto a Verdesca come regista di finzione, capace di “lavorare la pietra naturale” che è il cinema con grazia e competenza. Recensione ❯
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Buone interpretazioni e un'abile regia per un film che sceglie però una strada troppo conservatrice. Drammatico, Italia2024. Durata 121 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +10
Ispirato alla storia vera del quindicenne Andrea Spezzacatena, che il 20 novembre del 2012 si tolse la vita dopo aver subito numerosi atti di bullismo da parte dei compagni di scuola. Espandi ▽
A causa di un lavaggio sbagliato, i pantaloni rossi che Teresa, la madre di Andrea, aveva regalato al figlio si erano tinti di rosa. Andrea decise di indossarli ugualmente, senza pensare alle reazioni dei suoi compagni di scuola, che però arrivarono in maniera violenta e continuativa, culminando con l'apertura di una pagina Facebook chiamata appunto IL RAGAZZO DAI PANTALONI ROSA. Teresa Manes scoprì l'esistenza della pagina solo dopo la morte del figlio.
La vicenda di Andrea ha rappresentato il primo caso in Italia di bullismo e cyberbullismo che ha portato al suicidio di un minorenne. Teresa Manes in seguito al tragico evento ha dedicato la sua vita a spiegare alle scuole di ogni grado, il pericoloso uso che a volte si fa delle parole arrivando a scrivere un libro "Andrea, Oltre il Pantalone Rosa" (edito da Graus) e giungendo fino al Quirinale dove, il 27 dicembre 2021, il Presidente Sergio Mattarella le ha conferito l'onorificenza di Cavaliere. Recensione ❯
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Il cinema del reale coniugato con elementi di realismo magico. Per parlare di Napoli e della sua complessità. Drammatico, Italia2024. Durata 101 Minuti.
Un'opera prima che rappresenta un altro importante tassello dell'ampia narrazione contemporanea di una città complessa e difficile ma straordinaria come Napoli. Espandi ▽
Mimmo Sannino, un tempo insegnante ora impegnato come educatore di strada a Napoli, si dedica al recupero di ragazzi in dispersione scolastica per riportarli sui banchi di scuola, e permettergli di ottenere il diploma di terza media. Il suo mezzo di predilezione è l'arte circense così, tra lezioni sui trampoli e letture del Barone Rampante, e grazie anche all'aiuto di Anna, assistente sociale che riconosce il valore del suo impegno, riesce a coinvolgere i giovani anche se il suo operato non è ben accolto dalle famiglie del quartiere e dalla criminalità organizzata.
Opera prima della regista Cécile Allegra, Criature è un altro importante tassello dell'ampia narrazione contemporanea di una città complessa e difficile ma straordinaria come Napoli.
Il cuore del film risiede nella fiducia della pedagogia incarnata dal protagonista del film che, etimologicamente, accompagna i fanciulli nella loro vita quotidiana introducendo nelle loro vite anche la bellezza della letteratura incarnata dalla lettura del calviniano Barone rampante. Marco D'Amore si fa dunque portatore, in una maniera ancora più ampia, di questo concetto mettendo dentro il suo personaggio un trasporto che sa di esperienza vissuta, di uno sguardo che ha ben presente la realtà raccontata. Proprio come il film stesso. Recensione ❯
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Un cinema potentissimo che cattura la fisicità del gesto e decolla nel finale. Drammatico, Italia2024. Durata 89 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Una storia di amore e ostinazione interpretata dalle stesse persone che l'hanno realmente vissuta. Espandi ▽
A 40 anni Jasmine (Marilena Amato) ha avuto dalla vita tutto quello che poteva desiderare: un marito (Gennaro Scarica) con cui ha un solido rapporto, tre adorati figli maschi e il suo amato salone di parrucchiera sul corso principale di Torre Annunziata. Ma dopo la morte di suo padre, Jasmine è tormentata da un sogno ricorrente: una bambina piccola e bionda le va incontro, si getta tra le sue braccia e proprio in quell'istante la donna prova un senso di completezza. Dopo mesi di lunghe riflessioni, decide che lei, quella bimba, la vuole veramente, e così, mettendo a rischio il proprio matrimonio, il benessere dei figli e la sua stessa stabilità emotiva, intraprende un complicato percorso di adozione internazionale. Recensione ❯
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Una storia semplice e poetica di riscoperta dei valori della vita e insieme un'immersione profonda nella natura. Drammatico, Avventura - Italia2024. Durata 100 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
Un'avventura famigliare ambientata nel mondo del Tartufo Bianco. Espandi ▽
Dalia è una ragazza londinese in difficoltà, spedita dalla madre italiana in un paesino nelle Langhe a prendersi cura del nonno Igor. La vita rurale non è facile da apprendere, ma piano piano la ragazza si apre alla vita, alla natura e a un rapporto con il nonno cercatore di tartufi sempre migliore. La demenza senile è la notifica di sfratto incombono, resta poco tempo per scovare in quella terra fertile il tartufo della salvezza, così Igor sceglie di tramandare i segreti da trifolaio a sua nipote, con la speranza di poter salvare la casa. Una storia semplice e poetica di riscoperta dei valori della vita e insieme un'immersione profonda nella natura. È il poetico e colorato Trifole - Le radici dimenticate di Gabriele Fabbro, in cui la ricerca del tartufo è palese metafora della ricerca della felicità, tanto più preziosa quanto più difficile da trovare, proprio come il tartufo d'Alba detto "trifola" in dialetto piemontese. Scritto insieme all'attrice protagonista Ydalie Turk, vanta nelle location spettacolari, nella fotografia e nel sonoro i suoi punti forti. Impossibile non restare magneticamente attratti da quei paesaggi da fiaba, non innamorarsi dei suoni e delle meraviglie delle Langhe. La regia di Fabbro sa sorprendere, osa alcuni movimenti inaspettati, e lascia il segno, mostrando uno stile e una potenza visiva che restano impressi e sul finale mescola amarezza e incanto. Recensione ❯
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Sorrentino cammina a braccetto con l'orrore, mescolando miseria e nobiltà. In una Napoli bella e perduta, dove c'è sempre posto per tutto. Drammatico, Italia2024. Durata 136 Minuti. Consigli per la visione: Ragazzi +13
A circa due anni da È stata la mano di Dio , Paolo Sorrentino torna a Napoli per raccontare la vita di una donna di nome Partenope. Espandi ▽
Parthenope è una incantevole giovane donna nata dalle acque che seduce ogni uomo che incontra, persino il fratello Armando, suo primo e indimenticabile amore. Parthenope è anche la sirena al centro del mito fondante della città di Napoli che, come scriveva Matilde Serao nelle Leggende napoletane, "vive, splendida, giovane e bella, da cinquemila anni, e corre ancora sui poggi, erra sulla spiaggia, si affaccia al vulcano, si smarrisce nelle vallate".
E la protagonista di Parthenope di Paolo Sorrentino fa esattamente questo, perdendosi continuamente e attirando a sé scrittori omosessuali, docenti universitari, prelati addetti ai miracoli e boss della camorra. Ma il più devoto resta Sandrino (col diminutivo che il regista affida ai suoi alter ego), amico fin dalla perfetta estate in cui lui e la sua sirena, e Armando con loro, "sono stati bellissimi e infelici".
Sorrentino riflette sull’età che avanza paragonata ad una giovinezza perfetta, su ciò che non gli sarà mai dato di comprendere ma anche sulla capacità di vedere come “l’ultima cosa che si impara quando è venuto a mancare tutto il resto”. E Parthenope è intriso in dosi uguali di malinconia e di scontento: ma “a Napoli c’è sempre posto per tutto”, anche per l’incapacità di fare pace col passato e di imparare dai propri errori: vale per le città come per gli esseri umani. Recensione ❯
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