Il capolavoro di Tim Burton con Johnny Depp nel ruolo di una creatura artificiale che vuole solo essere amata.
Durante una notte di Natale, un’anziana signora racconta alla nipote la storia di Edward, la creatura di un eccentrico inventore che non è riuscito a concludere la sua opera prima di morire e ha lasciato il giovane con la promessa di cambiare quelle lame affilate che ha al posto delle dita in bellissimi arti umani. Rimasto solo nel castello del suo creatore, Edward mani di forbici trova nella bontà di una vicina la possibilità di essere amato, e la segue nel sobborgo borghese e benpensante dove vive la donna lasciandosi adottare dalla sua famiglia. Da prima accettato dalla comunità, presto Edward è costretto a isolarsi e nascondersi dal mondo.
La critica neanche troppo velata di Burton è contro il sistema sociale e culturale fondato su di un ambiguo conformismo. Questo classico del cinema burtoniano è anche una magica fiaba sulla solitudine e l’amore impossibile che tratta il controverso e delicato tema della diversità. Il film si regge quasi interamente sullo sguardo smarrito del timido protagonista. È attraverso i suoi occhi, grandi e lucidi, che vediamo il coloratissimo sobborgo – in totale contrasto con il luogo tenebroso e gotico da dove viene – in cui in un principio Edward sembra potersi integrare senza problemi. Personaggio affascinante interpretato con sensibilità e silenziosa espressività da Johnny Depp in quello che segnerà il primo di una lunga serie di film con il regista di Burbank, Edward è la rappresentazione burtoniana della creatura artificiale che lotta per sopravvivere nella società, come Frankenstein, Pinocchio, la Bestia della famosa Bella, o il Fantasma dell’Opera prima di lui.
È anche l’opera più personale della lunga filmografia del regista: il personaggio di Edward nasce nella mente di Burton quando è appena un ragazzino. La storia più commovente, triste e struggente che Burton abbia mai scritto prende spunto dalla biografia dello stesso regista, che la tinge di magia e pop surrealismo mettendo in scena, in una trasfigurazione simbolica, esperienze vissute da adolescente, quando sentiva che non poteva comunicare e che l’immagine che percepivano gli altri era in totale conflitto con il suo io interiore. Tuttavia, è solo grazie all’enorme successo registrato al botteghino da Batman che Edward mani di forbice può finalmente vedere la luce del proiettore molti anni più tardi, finanziato dalla compagnia che il regista crea per l’occasione, la Tim Burton Productions. Anche se oggi è uno dei film più amati degli anni Novanta, la fantasia gotica di Edward mani di forbice non trova l’immediato consenso del pubblico quando esce in sala poco prima di Natale, nel 1990. Ma se non l’avete ancora visto, basterà qualche minuto di visione per capire perché è considerato il capolavoro del regista statunitense.