Se finisci per parlare d'amore nel bel mezzo di un dialogo scientifico, vuol dire che la tua sceneggiatura sta subendo un tracollo bestiale. E' questo il pensiero che ti viene dopo un'ora di film, quando cominci a vedere che il film sta prendendo una piega che distruggerà quel buono che fino a quel momento ti è stato raccontato.
La prima ora è interessante: il mistero, la suspance, le paure contemporanee raccontate con limpidezza, la scienza che abbinata al tempo diventa Fantascienza. Poi nel bel mezzo di un viaggio spaziale, nel bel mezzo di una discussione sulla relatività del tempo nello spazio, Nolan ci ficca l'amore. E' il punto di rottura.
Ad un certo punto Nolan non sa come far chiudere il cerchio del suo film e allora appronta una cozzaglia di storie, teorie e rivolgimenti fantasy che fanno perdere la bussola al film e allo spettatore. Si, è proprio come voler chiudere un cerchio: il primo semicerchio lo tracci in un'ora e mezza. Il secondo lo tracci in mezz'ora, come un'insalata approntata avanti all'ospite inatteso.
Il problema principale è che la fantascienza è un genere per pochi, lontano anni luce dai topo holliwodiani, tra sentimentalismi smielati e action.
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