L’unuptanium si trova proprio sotto “L’albero casa”, la più grande comunità Na’Vi sul pianeta.
Come farli spostare? Ci ha provato la dott.ssa Sigourney Weaver, insegnando loro la lingua degli umani, ci proverà il marines Jake Sully nel corpo di un Na'Vi, cercando di capire loro usi e costumi... Ma alla fine la forza sarà l’unica arma possible, come spesso accade.
Perchè in realtà I Na’Vi avrebbero dovuto spostarsi? “per una birra e un paio di jeans?” Questa battuta nel film richiama alla memoria altri confronti ed altre false guerre, in cui si vorrebbe occidentalizzare un mondo che ha radici culturali completamente diverse e con cui potremmo solo confrontarci nel rispetto reciproco delle differenze.
Ma cos’è Avatar? Un’immensa possibilità non sfruttata a pieno. La magnificenza degli effetti speciali si perde in una trama scontata e senza respiro. I personaggi sono stereotipati e senza spessore, profondità. E' una favola ambientalista e un pò manichea. E' un esperimento che ci fa vedere quello che sarà il futuro del cinema, con possibilità di ripresa completamente diverse.
Cameron incanta con la foresta di notte che prende luce, con le montagne galleggianti (perché galleggianti contro ogni legge fisica? Campi elettromagnetici? E l’acqua perché da esse scende giù verticale?), con la straordinaria creatività nell’immaginare un mondo spettacolare, completamente diverso, ricreando piante, fiori, animali, draghi volanti, inseguimenti vertiginosi nella fitta vegetazione. E’ il racconto di un mondo che non c’è e che potrebbe essere; è una sfida esaltante che nessuna pellicola ha mai potuto rappresentare in una maniera così straordinariamente reale. I colori ed i paesaggi sono bellissimi ed ogni cinefilo che si rispetti dovrebbe vedere questo film, perché attraverso di esso si scorge il futuro, si intravedono le infinite possibilità che queste tecniche ci riservano.
Ma il cinema non è solo questo, non è solo tecnica, non è solo immagine: applicare tutto ciò ad una dimensione anche “intima” ed emozionale potrebbe regalarci in futuro un' esperienza straordinaria. Tanto da farci ritrovare davvero sotto “L’albero delle anime” di Pandora a respirare una pioggia di luce e ad ascoltare la voce dei nostri antenati...
P.S. Lo hanno fatto, in passato, Spielberg (Incontri ravvicinati); Kubrik (2001, odissea nello spazio) avendo assai meno mezzi a disposizione...
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