In estrema sintesi: un’esperienza visiva senza eguali, un film molto bello, ma con una parte iniziale troppo lunga e con troppo poco ritmo per essere apprezzata appieno.
Le immagini del film sono veramente spettacolari. Se lo stato dell’arte in precedenza era rappresentato dai maestosi paesaggi neozelandesi del Signore degli Anelli, ora lo stesso effetto è ottenuto grazie ai prodigi della computer grafica. Ma qui la meraviglia è avvolgente, scaturisce da ogni singola scena, sia nelle straordinarie inquadrature a volo d’uccello (oops, dovrei dire a volo di Ikran) sui panorami di Pandora, sia nei meticolosi, maniacali dettagli che accompagnano tutto il film.
La domanda è: gli effetti visivi sono funzionali alla storia? La risposta è nì. La meraviglia dopo un po’ viene a noia se è solo fine a sé stessa e slegata dal ritmo che un film deve avere. E purtroppo questo è quello che avviene nella parte iniziale: troppo lunga, troppo lenta e, diciamolo, troppo noiosa. Per fortuna il registro cambia decisamente nella seconda parte. Quando inizia la battaglia, il 3D fa il suo lavoro e contribuisce al coinvolgimento immersivo dello spettatore nelle concitate scene d’azione. Agli iniziali e un po’ annoiati “ooohhh” di meraviglia, si passa a veri e propri “wow” di adrenalina.
La trama alla fine è quella che è: nulla di nuovo; la storia ricorda un po’ Braveheart, un po’ Balla coi Lupi, un po’ Pocahontas, un po’ L’ultimo dei Mohicani. Come i film citati, anche Avatar è intriso di retorica, in questo caso anti-bush e ambientalista. Attenzione che qui il concetto di Gaia (che qui prende il nome di Ewya) è comunque reso molto bene. Per fare un paragone: ne “Le Due Torri” la scena degli “Ent vanno in guerra” accompagnata dal crescendo delle note di Howard Shore, pur rimanendo epica, era telefonatissima anche per chi non aveva letto il libro. In Avatar la risposta di Gaia è prevedibile, ma il modo in cui avviene lascia comunque spazio al colpo di scena e, soprattutto, il 3D contribuisce alla sua maestosità.
E ora veniamo alla corsa per gli Oscar: quanti ne prenderà? Difficile dirlo, ma quantomeno si possono fare delle previsioni sulle nomination.
Innanzitutto direi scontate le candidature per miglior film, miglior regia e miglior montaggio con Cameron che rischia seriamente di fare tripletta come per il Titanic. Altre nomination plausibili saranno scenografia, fotografia e sceneggiatura originale; di queste direi che la vittoria più probabile è per la scenografia Non essendoci performance di particolare rilievo tra gli attori (tranne forse quella di Sigourney Weaver), una statuetta tra le 4 categorie per gli effetti sonori dovrebbe prenderla, così come una tra trucco ed effetti visivi
Riassumendo, le mie previsioni sono per 8-9 nomination e 5 oscar
In definitiva non si può non consigliare questo film, tranne forse a quelle persone che storcono il naso di fronte a una manifestazione così evidente di retorica e messaggio politico. Una critica, però, mi sento di muoverla: mezz’ora in meno per la parte iniziale e sarebbe stato un capolavoro assoluto.
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archi89
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martedì 26 gennaio 2010
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parte iniziale lenta e noiosa?
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A mio parere proprio no. Il ritmo iniziale é abbastanza lento, lo riconosco, ma é proprio quella lentezza che conferisce all'opera di Cameron una certa consistenza. Bisogna trasmettere allo spettatore abbastanza informazioni da potergli permettere di "sentirsi" dentro Pandora, di "vivere" in quel mondo. Inoltre, forse avrei preferito una maggiore attenzione al fattore viaggio Terra - Pandora, riassunto molto velocemente (secondo i ritmi del film). Ho apprezzato parecchio la parte che tu critichi, forse perché adoro quando all'immagine viene conferita una certa epicitá e dettagli in abbondanza, particolari che rendono l'esperienza "piena". Sono invece d'accordo sul resto della tua recensione.
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A mio parere proprio no. Il ritmo iniziale é abbastanza lento, lo riconosco, ma é proprio quella lentezza che conferisce all'opera di Cameron una certa consistenza. Bisogna trasmettere allo spettatore abbastanza informazioni da potergli permettere di "sentirsi" dentro Pandora, di "vivere" in quel mondo. Inoltre, forse avrei preferito una maggiore attenzione al fattore viaggio Terra - Pandora, riassunto molto velocemente (secondo i ritmi del film). Ho apprezzato parecchio la parte che tu critichi, forse perché adoro quando all'immagine viene conferita una certa epicitá e dettagli in abbondanza, particolari che rendono l'esperienza "piena". Sono invece d'accordo sul resto della tua recensione... e spero vivamente che il buon Cameron metta a segno la sua tripletta al Kodak. Come minimo!
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