Avatar |
||||||||||||||
Un film di James Cameron.
Con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang.
continua»
Fantascienza,
Ratings: Kids+13,
durata 162 min.
- USA, Gran Bretagna 2009.
- 20th Century Fox Italia
uscita giovedì 22 settembre 2022.
MYMONETRO
Avatar
valutazione media:
3,88
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
|
||||||||||||||
|
||||||||||||||
|
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ormai è diventato maestro nel fare cinema di SF.di Great StevenFeedback: 70018 | altri commenti e recensioni di Great Steven |
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
domenica 27 dicembre 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
AVATAR (USA, 2010) diretto da JAMES CAMERON. Interpretato da SAM WORTHINGTON, ZOE SALDANA, SIGOURNEY WEAVER, STEPHEN LANG, GIOVANNI RIBISI, MICHELLE RODRIGUEZ, LAZ ALONSO, JOEL DAVID MOORE, CCH POUNDER, WES STUDI, DILEEP RAO, MATT GERALD
Jake Sully è un marine poliomielitico che deve sostituire il fratello scienziato, deceduto, in una missione sul pianeta Pandora, un corpo celeste al di fuori della Via Lattea, abitato da indigeni umanoidi chiamati Na’vy che vivono in stretto contatto con una foresta popolata da elementi naturali dotati di un’anima propria. Su Pandora, nell’anno 2154, arriva una spedizione terrestre coordinata da scienziati e militari, finalizzata al superamento di una crisi energetica che ha messo in ginocchio l’umanità, la quale si può superare soltanto tramite l’estrazione, dal sottosuolo del pianeta alieno, di un minerale inesistente sulla Terra, capace di risolvere i problemi degli umani. Siccome per i nostri simili l’aria di Pandora è tossica e irrespirabile, sono stati creati in laboratorio degli avatar, corpi in tutto e per tutto simili ai Na’vy che si possono telecomandare restando ibernati per un periodo all’interno di una capsula pressurizzata, comandandone a distanza ogni singolo movimento e il pensiero stesso. A Jake, insieme alla dottoressa Grace Augustine, veterana dell’esplorazione di Pandora, e ad altri fortunati e coraggiosi marines, viene appunto affidato il compito di entrare in comunicazione coi Na’vy, e Jake in particolare, dopo essersi avventurato nella foresta senza previa autorizzazione, deve imparare i loro usi e costumi e poi riferire alla base da cui partono gli ordini se sia possibile o meno colonizzare i nativi. Il soldato decide di fare una sorta di doppio gioco: da un lato tiene un diario di bordo per conto dell’équipe medico-biologica che gli ha permesso di comandare il suo avatar, mentre dall’altro approfondisce la sua conoscenza degli indigeni per conto dello spietato colonnello Kirk, intenzionato più che mai a distruggere la foresta e tutti gli esseri viventi che la popolano per rubare il prezioso minerale. E proprio quando la cospicua sezione militare della missione decide di passare dalle parole ai fatti e scatena un’autentica guerra contro i Na’vy, facendo abuso di gas velenosi e bombardieri a manetta, la visione del compito di Jake cambia radicalmente: da mero e semplice strumento di avvicinamento ad un popolo di cui ora capisce le profonde motivazioni e anche la natura che anima ogni loro scelta, diventa un difensore accanito e convinto della causa degli alieni, ma dovrà patire molte perdite e dare l’anima per proteggere i suoi nuovi amici e salvar loro la vita. Da notare che, della tribù di Na’vy a cui s’è aggregato, fa parte anche l’audace Neytiri, la donna con cui ha saldato un legame molto passionale e significativo. È un film da record almeno per un paio di motivi: per gli incassi in tutto il mondo, i più alti in senso assoluto, che ne hanno fatto pure l’unica pellicola mai realizzata ad aver superato i due miliardi di dollari in termini di rendita; per il tempo che la sua realizzazione ha fatto spendere a chi l’ha ideato e attuato, in primis il regista che, dopo un altro strepitoso successo (Titanic, 1997) che sembrava ineguagliabile, ha superato sé stesso lavorando per una dozzina d’anni ad un progetto di fantascienza che si può definire riuscitissimo sotto quasi tutte le prospettive, tranne che per un difetto nella qualità dell’immagine che lo fa apparire molto analogo ad un cartone animato, a causa del larghissimo impiego di effetti speciali digitali e di una computer graphic che tende a falsare parecchio il lavorio, anche fisico, degli attori e la resa del paesaggio circostante, più simile ad uno scenario creato solo a livello informatico che ad un ambiente reale. Ma, a parte questo punto sul quale si è inciampati, per il resto Avatar rimane un’opera grandiosa in assoluto che merita a pieno titolo la fama e il successo dei quali è stata investita: un romanzo di formazione avventuroso e avvincente, ricco di colpi di scena mai banali che cadono sempre al momento opportuno, denso di un ambientalismo sincero che travalica i semplici confini di un amore disinteressato per la natura e ciò che essa comprende al suo interno, e recitato da attori bravissimi che danno vita a personaggi dinamici (escluso il perfido colonnello, per altro un antagonista decisamente fuori dal comune, proprio per il fatto che prima è un alleato del protagonista e poi gli rema contro con forza) le cui sfaccettature rispecchiano l’universo multiforme nel quale si muovono senza risultare affatto degli spettatori, ma bensì degli eroi che operano, soffrono e sperano per la salvezza di un mondo che non appartiene loro ma di cui hanno compreso l’intima essenza e sanno che, proteggendola, compiranno un atto estremo e indispensabile di carità. La fotografia di Mauro Fiore (un italiano nel cast ci voleva!) è il contributo tecnico decisamente più apprezzabile e, malgrado balzi subito all’occhio per un meraviglioso caleidoscopio di colori, forme e movimenti, occorre uno sguardo attento e indagatore per coglierne la bellezza vera e propria, che si cela dietro una patina oltre la quale si scorge il lavoro magnifico e impagabile di un Maestro con la M maiuscola, secondo per inventiva e genialità soltanto allo stesso J. Cameron. Si è vociferato a lungo di un sequel, ma intendiamoci chiaro: abbiamo a che fare, a conti fatti, con un pezzo unico a cui un seguito non renderebbe affatto giustizia. Per cui bisogna giocoforza accontentarsi di un capolavoro indiscutibile che continuerà a far parlare di sé negli anni venturi, decretando praticamente un decisivo spartiacque nella storia della science-fiction cinematografica di tutte le epoche.
[+] lascia un commento a great steven »
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Ultimi commenti e recensioni di Great Steven :
|
|||||||||||||||||||||||||||||||||||||