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Umberto Bindi

Umberto Bindi ha lavorato come musicista, è nato il 12 maggio 1932 a Bogliasco (Italia) ed è morto il 24 maggio 2002 all'età di 70 anni a Roma (Italia).

Comincia a studiare, giovanissimo, il pianoforte; conseguito il diploma al Conservatorio, si occupa di lirica, operette e riviste. La sua prima canzone, T'ho perduto, è del 1950. Scritturato dall'Ariston, debutta a Sanremo come autore con I trulli di Alberobello. L'anno successivo, il passaggio alla Dischi Ricordi segna una svolta nella sua carriera: insieme a Giorgio Calabrese, suo paroliere di fiducia, licenzierà diverse canzoni destinate a durare nel tempo. Incisa da Marino Barreto jr, all'epoca re del night, che ne fa la sigla dell'estate 1959, Arrivederci è tra le sue composizioni più belle: proprio con essa esordisce nelle vesti di cantante, proponendola in due versioni mentre un'altra ancora, assai struggente, la darà il trombettista Chet Baker. Nel 1960 esce il suo primo 33 giri, Umberto Bindi e le sue canzoni, mentre a Sanremo con È vero - scritta assieme a Nicola Salerno, interpretata da Mina e Teddy Reno - ottiene un notevole successo. E poi c'è Il nostro concerto, forse il brano di maggior intensità, ove egli mette in evidenza la sua preparazione musicale superiore (tra le fonti d'ispirazione, v'è per certo il Concerto n.2 di Rachmaninoff) e sfoggia pure notevoli doti d'interprete. In quest'ultimo ruolo, si presenta a Sanremo nel '61 con Non mi dire chi sei: iniziano a circolare voci su una sua presunta omosessualità, che egli non si premura di smentire, così condannandosi ad un lungo ostracismo televisivo ed all'accantonamento in una nazione in larga misura perbenista e bacchettona. Bindi fa a tempo a mettere a segno ancora qualche buon colpo, da Riviera (1961, ripresa in francese da Georges Moustaki) a Jane (1962), prima di passare alla Rca. Una trionfale accoglienza è riservata a Il mio mondo (1964), il cui testo è firmato da Gino Paoli: incisa da Cilla Black col titolo You're my world, rimane in vetta alla hit parade inglese per oltre tre mesi ed entra nel repertorio di artisti quali Tom Jones e Shirley Bassey. In seguito, per un periodo non breve, Bindi si dedica esclusivamente alla composizione, partecipando pure a varie edizioni di Sanremo: un suo pezzo scritto assieme a Salerno ed a Franco Califano, La musica è finita (1967), diviene uno dei cavalli di battaglia di Ornella Vanoni. Tutto il resto è nel segno dell'amarezza (unico conforto, il premio Tenco conferitogli nel '75): album di valore come Con il passare del tempo (1972) e Io e il mare (1976) non ottengono alcun riscontro, sicchè a Bindi non resta che adattarsi a suonare nei locali notturni e sulle navi da crociera. La situazione non muta con la sua partecipazione al Festival di Sanremo 1996, sostenuta da Renato Zero: Letti e l'album che la contiene, Di coraggio non si muore, cadono nell'indifferenza. Con colpevole ritardo gli viene in soccorso la legge Bacchelli: dopo aver conosciuto la povertà e la malattia, Umberto Bindi si spegne in un ospedale romano il 23 maggio 2002.
Courtesy of RAI

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