Icona di tutte le forme di espressività legate al corpo, Marina Abramovi è oggi uno dei protagonisti più affascinanti e magnetici del nostro tempo, dalla cui vicenda artistico-esistenziale è imprescindibile la storia stessa delle arti performative.
Pioniera della performance dagli anni '70, premiata con il Leone d'Oro alla Biennale del 1997, l'artista ha spesso superato i propri limiti fisici e psicologici, ha messo in pericolo la sua incolumità, infranto schemi e convenzioni, scavato nelle proprie paure e in quelle di chi la osservava, portando l'arte a contatto con l'esperienza fisica ed emotiva, collegandola alla vita stessa.
Seducente, senza paura, oltraggiosa, Marina Abramovic ha stravolto il significato della parola "arte" in quasi 40 anni di attività. Usando il proprio corpo come medium fino a farlo diventare l'Opera d'Arte stessa, e spingendosi oltre i propri limiti fisici e mentali, Marina ha creato performance che sfidano, scioccano ed emozionano profondamente. Attraverso di lei, e con lei, il confine del corpo viene valicato, la coscienza si espande e l'arte trova nuovi significati.
La prossima Mostra del Cinema di Venezia, in programma dal 29 agosto all'8 settembre, festeggia i suoi primi ottant'anni. Per l'occasione cambia direttore, dopo anni di gestione affidata a Marco Müller (ora alla direzione del Festival Internazionale del Film di Roma), e accoglie Alberto Barbera che ha già nominato i componenti ufficiali della Giuria Internazionale del Concorso. Sarà Michael Mann a presiedere su una giuria di grandi personalità che fanno parte del mondo del cinema: la performer serba Marina Abramovic (di recente protagonista del documentario Marina Abramovic – The Artist is Present, in streaming su MYMOVIESLIVE! fino a domenica 22 luglio), l'attrice e modella Laetitia Casta, il produttore e regista di Hong Kong Peter Ho-sun Chan, il regista e sceneggiatore Ari Folman, il regista italiano Matteo Garrone, la regista franco-svizzera Ursula Meier, l'attrice britannica Samantha Morton e il regista e produttore argentino Pablo Trapero
Nel 1990 Marina Abramovi (Belgrado, 30 novembre 1946) creò una installazione fatta di blocchi di ghiaccio disposti intorno al proprio corpo, sul quale si muovevano (ma potevano pure stare fermi, potevano fare qualunque cosa fosse nelle loro possibilità) cinque pitoni vivi e sazi. La performance si intitolava 'Dragon Heads', e ad affascinare non erano né i rettili, né lei, né il ghiaccio, quanto la geometria variabile