Leonardo DiCaprio (Leonardo Wilhelm DiCaprio) è un attore statunitense, produttore, produttore esecutivo, scrittore, è nato il 11 novembre 1974 a Los Angeles, California (USA). Leonardo DiCaprio ha oggi 49 anni ed è del segno zodiacale Scorpione.
Leonardo Wilhelm DiCaprio nasce da padre di origini italiane e da madre fuggita con la famiglia dagli orrori del nazismo. E in questa doppia origine che forse va ricercata l'origine di un successo planetario (il poster di Titanic si trova sulla povera parete di un'abitazione di campagna nell'ultimo film di Zhang Yimou). Leo ha più di una personalità e le mostra tutte, film per film, quasi sin dagli esordi. Adolescente ingenuo, nevrotico seduttore, gay tormentato, giovane psicotico; non c'è ruolo che non riesca a interpretare con aderenza al personaggio. Ma il fragile e instabile Arnie Grape, il Jim Carroll giocatore di basket precipitato nel gorgo della droga o l'Arthur Rimbaud (primo passo falso) non sembrano altro che fasi di riscaldamento per il Romeo e il Jack Dawson di Romeo + Juliet e Titanic. E' con questi due film che il fascino ambiguo dell'attore esplode provocando fenomeni di delirio femminil-adolescenziale ai quali non si assisteva da tempo. Le produzioni stanno bene attente a mettergli al fianco delle partner (Claire Danes, Kate Winslet) carine ma mai bellissime per consentire alle fanciulle di sognare con qualche speranza e ad affidargli subito dopo un ruolo 'doppio' (quello del cinico Luigi XIV e del suo gemello 'buono' in La maschera di ferro) per non perdere di vista i suoi due volti. Così come Allen provvederà a cancellargli i tratti del tenero innamorato con una breve ma incisiva apparizione nel suo Celebrity. Poi la delusione di The Beach, un'opera irrisolta ma, va detto, non per colpa di Leo che riesce a dimostrare la sua maturità di interprete nonostante l'atmosfera da Club Mediterranée che si respira nel film. Dopo il 2000 infatti l'attore si è assentato dal cinema per un lungo periodo (l'uscita di Don's Plum nel 2001 è solo la riedizione di un peccato di gioventù, in cui l'attore interpreta un bisessuale e ha una scena di nudo), citato dai tabloid più per i suoi flirt (con la modella Gisele Bundchen), che per la sua carriera. Ma il 2003 è stato decisamente il suo anno, segnato da due interpretazioni importanti al servizio di due grandi registi: prima il ruolo del tormentato Amsterdam Vallon nell'epico Gangs of New York di Martin Scorsese, poi quello apparentemente più scanzonato di Frank Abagnale Jr. in Prova a prendermi di Steven Spielberg (nomination al Golden Globe). Due prove ancora una volta ignorate dall'Academy, con cui DiCaprio conferma il talento, la versatilità, la straordinaria capacità di immedesimazione dimostrate in questi anni..
Ormai Leonardo DiCaprio ha trent’anni e piano piano si impegna a compiere il passaggio difficile tra ragazzo e uomo. Se in Gangs of New York era ancora una figura di figlio deciso a vendicare il padre, in Prova a prendermi era già una figura di giovanotto, autonomo e astuto truffatore del mondo.Se in Titanic rappresentava il simbolo dell’ardimento giovanile, in Celebrità di WoodyAllen era già una caricatura del giovanilismo arrogante e violento del mondo dello spettacolo (odi se stesso). Se in una delle sue prove più belle impersonava, in Buon compleanno Mr. Grape di Lasse Hallstrom, un adolescente alienato dai pesi di una famiglia terribile, la sua versione matura avrà modo di manifestarsi nel nuovo The Aviator di Martin Scorsese, nel quale interpreta il leggendario Howard Hughes. Hughes, potente industriale aeronautico, produttore cinematografico amante delle belle attrici, fobico ossessionato da germi, virus e malattie tanto da vivere in autoreclusione, è uno dei miti della storia di Hollywood.
Non è un personaggio facile, presenta costantemente il rischio del ridicolo: ma Leonardo Di Caprio è un bravissimo attore, sa come affrontare l’approdo all’età adulta. A volte i capricci divistici (risse furibonde, scatti nervosi irrefrenabili, ostilità repentine verso le modelle che si avvicendano al suo fianco, improvvisi periodi di isolamento volontario) hanno avuto il sopravvento nel giudizio collettivo su DiCaprio, l’hanno circondato d’una sfumatura di futilità e isteria È un errore. Occorre valutare nella giusta misura il sentimento d’insofferenza e d’onnipotenza che la celebrità mondiale può far nascere in una persona molto giovane; occorre constatare che simili eccessi diventano sempre più rari nell’uomo DiCaprio.
Aldilà della bellezza, delle curiose origini italo-tedesche paterne e materne, delle avventure di carriera, la qualità dell’attore è straordinaria: con la stessa sapienza, capacità comunicativa, tensione emotiva, sa recitare cavalieri acrobatici e poeti malinconici, personaggi aperti, caldi e allegri come personaggi ripiegati su se stessi, commedia e dramma. Un paio delle sue ex ragazze hanno raccontato d’essersi spaventate nel sentir arrivare dalla stanza dell’attore scoppi di voce, mugolii, grida, invocazioni: erano le sedute di studio che DiCaprio dedica ai ritmi vocali, alle scansioni, alle emissioni di fiati. Tutte finezze che noi, per via del doppiaggio, non potremo apprezzare mai.
Da Lo Specchio, 4 dicembre 2004
Sono passati sette anni dal film, il più grande kolossal di tutti i tempi, ma DiCaprio, che ha compiuto 30 anni a novembre, ha interpretato nel frattempo solo quattro film: due, The Beach e La maschera di ferro, sono stati distrutti dalla critica; gli altri, Gangs of New York di Scorsese e Prova a prendermi di Spielberg, sono andati meglio ma non hanno certo risollevato le sue quotazioni ai livelli di un tempo. Con The Aviator, DiCaprio può dimostrare di essere quello che prometteva di diventare già da bambino: l’attore più convincente della sua generazione. Interpreta in modo magistrale il giovane Howard Hughes, mito della Hollywood ruggente, visionario capace di rompere ogni limite e sedurre ogni donna. Rende in modo impressionante la sindrome ossessivo-compulsiva che spingeva Hughes a ripetere in continuazione le frasi, e a adombrarsi alla semplice vista di una macchia sul vestito di un’altra persona. Il film si ferma ai suoi anni giovanili, ma le ultime scene danno il segno dell’abisso che verrà.
In un certo senso DiCaprio prepara questo film da quasi dieci anni. «Lessi un libro su Hughes, restai affascinato dal personaggio». Gli sarebbe piaciuto portarlo sullo schermo, ma era troppo giovane. Poi il lampo di genio: si potevano raccontare gli anni dell’ascesa, quelli prima della maturità e della follia. «In quegli anni lui era un pioniere. Gli piacevano le donne, ma aveva anche il coraggio di finanziare film innovativi. Nessuno, prima, aveva speso un milione di dollari per un film: lui nel 1930 ne sborsò quattro, di tasca sua, per Gli angeli dell’inferno. Come se oggi una sola persona finanziasse, per esempio, Titanic». Entusiasta, DiCaprio propose il progetto a diversi nomi di Hollywood. Fu una lunga e laboriosa catena quella che lo portò a Scorsese.
La sua scena preferita, dice Leonardo, è quella in cui Hughes, innamorato della Hepburn (Cate Blanchett), le offre un sorso di latte dalla sua bottiglia. «Non ha mai permesso a nessuno di avvicinare la bocca a un suo bicchiere. E poi arriva quel momento, guarda la bottiglia e si chiede se deve cedere quella parte di sé. Infine le versa il latte nella bocca». Non è per narcisismo che continua a parlare del suo film. È altrettanto appassionato su qualsiasi argomento. È capace di discutere per ore di rettili estinti o della distruzione di Pompei, come un ragazzino dall’intelligenza precoce la cui fama e la popolarità con le donne sembrano regali mai cercati, ma che gli sono caduti addosso.
I suoi lussi sono hollywoodiani. Guadagna venti milioni di dollari a film, ha per fidanzata una modella, Gisele Bündchen. Ma la sua testa non ha niente di Hollywood. È difficile da queste parti, ad esempio, trovare qualcuno così contento di parlare di sua nonna. «Orna», la chiama, alla tedesca, e racconta, ridendo, di quando il nipote di Picasso, Olivier, li ha accompagnati al Musée Picasso di Parigi e ha avuto la cattiva idea di chiedergli la sua opinione su un quadro. «Lei gli ha risposto: “Potrei dirle che è un serpente, un fiore o un cane. Ma non somiglia a niente“. Dice in faccia alle persone esattamente ciò che pensa. E nessuno fiata, perché ha 89 anni».
Orna gli è molto cara anche perché ha salvato la vita a sua madre Irmalin, durante la seconda guerra mondiale, quando era piccola e malata in un ospedale dove nessuno poteva curarla. «È rimasta dentro per due, tre anni. Mia nonna andava tutti i giorni a curarla e l’ha riportata alla vita. La davano per spacciata. Mi viene da piangere se penso a quello che ha passato. Ho la sua prima fotografia: è pelle e ossa».
Irmalin si trasferì a New York negli anni 60 e lì conobbe un hippie italoamericano, George DiCaprio. Quando lei rimase incinta, si trasfèrirono a Los Angeles in una zona di spacciatori di droga. Si separarono un anno dopo la nascita del figlio. Sembra improbabile come inizio di una vita di successo, ma è grazie ai genitori se DiCaprio ha una cultura che i suoi colleghi neanche si sognano. A casa del padre giravano sempre persone interessanti, come il cartoonist Robert Crumb. La madre si faceva un’ora e mezzo di macchina al giorno per portarlo in una scuola per intellettualmente dotati. Il vero problema erano i bulli di quartiere. «Ero piccolo e intelligente: una combinazione letale», spiega Leonardo, che negli anni Ottanta, per fare il duro, girava in guanti di pelle e capelli punk.
Il primo incontro con il mondo dello spettacolo, a undici anni, fu un trauma. «Ci misero in fila come il bestiame. Eravamo otto bambini. Arriva una donna e dice: “Bene, no, no, sì, sì, no, no, no, sì. Grazie“». Leo, uno dei “no“, ci restò malissimo. Passarono tre anni prima che trovasse il coraggio di riprovarci. Quattordicenne, trovò un agente e una pubblicità di macchinine giocattolo. Poi le offerte finirono. «Ero senza lavoro. Mi sarò presentato a più di cento audizioni. Un giorno ho deciso che odiavo tutti. Ero pronto a mollare». Ma arrivò una parte in una serie tv e poi un’altra in un horror di basso budget, e infine il personaggio che lo lanciò, quello del ragazzino di strada della serie Genitori in bluejeans. E che lo portò a Robert De Niro. Era stato chiamato a un provino per Voglia di ricominciare, la storia di un bambino maltrattato dal patrigno (De Niro, appunto). Il diciottenne DiCaprio capì che doveva fare qualcosa di speciale per farsi notare. «Mi sono solo alzato in piedi e ho urlato: “Nooo!“. Ero faccia a faccia con lui, con le vene che pulsavano. Lui è scoppiato in una risata isterica». E gli ha dato la parte.
Nel film successivo, Buon compleanno, Mr Grape, Leonardo nei panni del ragazzo ritardato era così bravo che, vedendolo, molti, compreso Scorsese, pensarono che fosse malato davvero. Arrivarono la nomination all’Oscar, e le copertine. All’improvviso era il prossimo Marion Brando, e lui cominciò a crederci: «Non è che diventi arrogante o scortese, ma hai un senso esagerato della tua importanza. Pensi di avere cambiato la storia». È stato suo padre, dice, a tenerlo con i piedi per terra e a evitare che finisse risucchiato nel vortice del cinema commerciale. È stato lui a procurargli parti controverse, come quella del poeta Arthur Rimbaud in Poeti dall’inferno. Leonardo non era entusiasta delle scene amorose con Paul Verlaine, interpretato da David Thewlis. «Mi sono dovuto forzare. Non volevo farle».
Interpretare un gay non sembrò intaccare il suo ascendente sulle ragazze. Il film successivo, Romeo + Juliet di Baz Luhrmann, segnò gli inizi della Leomania. «Alla prima», racconta il suo manager Rick Yorn, «le ragazzine dietro le transenne cominciarono a correre verso di noi. Urlavano. Era come con i Beatles». Fu Yorn a procurargli Titanic. «Ho fatto resistenza per molto, molto tempo», spiega DiCaprio. Doveva essere un presentimento. Anche solo ricordare i giorni sul set, oggi, lo affatica. «Sei seduto lì, davanti alla troupe, mentre un muro d’acqua ti precipita adosso da sopra e le luci ti accecano. Non riesco neanche a descriverlo».
La vera Leomania scoppiò dopo l’uscita del film. Un giorno, in Europa, una quattonlicenne gli afferrò una gamba e non voleva lasciarlo più. «Aveva la faccia schiacciata sulla mia coscia e io le ho detto: “Ciao, che cosa stai facendo?”, ma lei continuava a stringere, e aveva lo sguardo fisso, faceva paura. Ho dovuto prenderle le mani e staccarla da me». Altre ragazze sono state più fortunate. Secondo la stampa, ha avuto una schiera di modelle (Kate Moss, Helena Christensen, Eva Herzigova, Amber Valletta, Bridget Hall) e attrici, compresa Demi Moore (pare che il commento di Bruce Willis sia stato: «Sarà Leonardo DeCapitato quando arrivo a casa»).
Da Vanity Fair, 3 febbraio 2005
È un attore che ha vinto molti premi ed ha ricevuto la nomination all’Oscar per tre volte. Ha ottenuto la sua più recente nomination all’Oscar nel 2007 per la sua recitazione della storia drammatica del film di Edward Zwick Blood Diamond – Diamanti di sangue, ed ha ricevuto anche le nomination al Golden Globe, al Critics’ Choice e allo Screen Actors Guild (SAG) Award per il suo lavoro nel film. Lo stesso anno, DiCaprio ha ottenuto le nomination al Golden Globe, al BAFTA Award, al Critics’ Choice Award e al SAG Award per il suo ruolo nel film che ha vinto l’Oscar come Miglior Film, Il bene e il male-The Departed, che ha rappresentato la sua terza collaborazione con il regista Martin Scorsese. Ha anche condiviso una nomination al SAG Award come migliore Performance di Cast con gli altri attori del film ll bene e il male.
Precedentemente, aveva ottenuto la nomination all’Academy Award per la sua recitazione nell’acclamato film di Martin Scorsese, The Aviator, del 2004. Per la sua interpretazione di Howard Hughes in questo film, DiCaprio ha vinto anche un Golden Globe Award come Miglior Attore in un film drammatico ed ha ottenuto anche le nomination al premio della critica, Critics’ Choice Award, e al premio BAFTA. Inoltre, ha ottenuto due nomination al SAG Award, una come Miglior Attore ed un’altra come membro del cast di The Aviator, candidato al premio come Miglior Cast. Nel 2004, DiCaprio è stato nominato anche Attore dell’Anno all’Hollywood Film Festival.
DiCaprio ha molti film in prossima uscita, tra cui Revolutionary Road, nel quale recita insieme a Kate Winslet per la regia di Sam Mendes; ed il mistery thriller Ashcliffe, che lo riunisce al regista Martin Scorsese.
Nato a Hollywood, California, DiCaprio ha iniziato a recitare all’età di 14 anni. Il ruolo che lo ha fatto sfondare nel cinema è arrivato quando il regista Michael Caton-Jones lo ha scelto per interpretare l’ambita parte di Tobias Wolff nell’adattamento cinematografico del dramma autobiografico di
Wolff, Voglia di ricominciare nel quale DiCaprio ha recitato insieme a Robert De Niro ed Ellen Barkin.
Lo stesso anno, DiCaprio ha recitato insieme a Johnny Depp nel film Buon compleanno Mr. Grape, ottenendo le sue prime nomination all’Oscar e al Golden Globe per la sua interpretazione nel ruolo di un giovane handicappato mentale. Inoltre, ha vinto il premio del National Board of Review come Miglior Attore non Protagonista ed il premio New Generation Award della Los Angeles Film Critics Association
Nel 1995, DiCaprio ha recitato con ruoli importanti in tre film molto diversi, di cui il primo è stato il western di Sam Raimi Pronti a morire, con Sharon Stone, Gene Hackman e Russel Crowe. Inoltre, ha ottenuto molto successo per la sua performance nel ruolo del drogato Jim Carroll nella storia drammatica e straziante di Ritorno dal nulla, e poi ha interpretato il poeta dissacratore e omosessuale Arthur Rimbaud nel film di Agnieszka Holland, Poeti dall’inferno.
L’anno seguente, DiCaprio ha recitato nell’adattamento cinematografico contemporaneo di Baz Luhrmann di Romeo e Giulietta di William Shakespeare, per il quale ha vinto il premio di Miglior Attore al Festival Internazionale del Cinema di Berlino. Inoltre, ha fatto parte di un cast di stelle tra cui Meryl Streep, Diane Keaton e Robert De Niro, in La stanza di Marvin, dividendo la candidatura al premio SAG come Miglior Cast.
Nel 1997, DiCaprio ha recitato nel blockbuster Titanic, per il quale ha ottenuto la nomination al Golden Globe Award. Il film ha battuto ogni record di botteghino ed ha vinto ben 11 Oscar, tra cui quello come Miglior Film, e rimane il film che ha ottenuto i maggiori incassi di tutti i tempi. Successivamente, ha interpretato un ruolo doppio in La maschera di ferro, ed ha poi recitato in The Beach, in Celebrity di Woody Allen; nel film di Steven Spielberg Prova a prendermi, per il quale ha ottenuto un’altra nomination al Golden Globe; e Gangs of New York, che è stato il suo primo film con il regista Martin Scorsese.
Oltre alla sua carriera di attore, DiCaprio è ben conosciuto per il suo impegno verso l’ambiente a livello globale. Recentemente ha scritto, prodotto e narrato il documentario ambientale a tema molto acclamato, The 11th Hour.