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Rassegna stampa di Brian De Palma

Brian De Palma (Brian Russell De Palma) è un attore statunitense, regista, produttore, scrittore, sceneggiatore, fotografo, montatore, è nato il 11 settembre 1940 a Newark, New Jersey (USA). Brian De Palma ha oggi 83 anni ed è del segno zodiacale Vergine.

IRENE BIGNARDI
La Repubblica

Le professioni dei padri determinano la sensibilità dei figli? Forse nel caso di Brian De Palma, figlio di un chirurgo, la domanda ha una risposta - o almeno quella che lui stesso ha dato per spiegare la sua capacità di giocare con il sangue al di là (spesso) del livello di sopportazione dello spettatore: come in Carne - Lo sguardo di Satana (1976) o in Fury (1978). Sono questi, con Vestito per uccidere (1980), Blow Out (1981), Omicidio a luci rosse (1984), i suoi film più riconoscibili in una stagione aperta da Le due sorelle (1973) che, come Complesso di colpa (1976), è un omaggio ad Alfred Hitchcock, riletto da un occhio molto più crudele e cinico, da uno “stilista” a sangue freddo.

EDOARDO BRUNO

In Full Metal Jacket il Vietnam è presente come pensiero, come speculazione filosofica ma i vietnamiti non ci sono, neppure in lontananza: la macchina perfetta del corpo di addestramento dei marines è un grande meccanismo che gira a vuoto, proprio in funzione di questa assenza. I marines il nemico sembra se lo inventino, quasi in una allucinazione vera che ha tutti i crismi del niente. In questo 'niente' Kubrick riflette la tragedia che hanno vissuto molti in America, e come per Coppola in Giardini di pietra anche per lui il Vietnam è una sorta di pensiero astraente, una immagine panica, e tutto il suo film è come una 'macchina celibe' riproducente i meccanismi del cervello in un viaggio mentale. Lo scarto simbolico imprime questo senso virtuale al discorso filmico, dà l'impressione che ogni elemento venga retrocesso a simulazione: il nemico, le palme, le rovine, la guerra, il fucile sono questo spazio puro, vuoto, un nihil in cui si riflette la negatività della situazione. I Vietnamiti restano assenti o semplici immagini passive, cadaveri fotografati, puttane e lenoni. Ma, nel fittizio esibito, si ristabilisce la realtà della finzione.
Anche in Vittime di guerra di Brian De Palma la guerra, la morte, l'assurdo sono visti come negatività, come se la realtà si immergesse nei fondali della memoria, in immagini che improvvisamente si dilatano in visioni che toccano il sublime - come quel volo degli elicotteri, angeli della morte - che portano via il protagonista con il collo orrendamente tagliato. Potremmo dire, con Walter Benjamin che le rovine restano rovine, e l'Angelo della storia non ricompone l'infranto.

FERNALDO DI GIAMMATTEO

A Filadelfia, dove il padre chirurgo opera, resta affascinato - si racconta - dal sangue. Alla Columbia University comincia a interessarsi di teatro e, insieme, di cinema amatoriale. Vince premi e ottiene successi lusinghieri che gli permettono di esordire in campo professionale, dove, cedendo alle suggestioni sessantottine, traccia due satirici ritratti dell'ingenuità borghese (Ciao America!,1968, Hi Mom!,1970, quest'ultimo interpretato da uno spassoso De Niro ventiseienne). Ma la sua strada è un'altra. La imbocca con la truculenta storia della psicopatica di Le due sorelle (1972), la sviluppa con il delirio rock di Il fantasma del palcoscenico (1974) e la conduce a una sorta di turgida perfezione - tra ossessione voyeuristica, gusto del sangue esibito, prestiti hitchcockiani sfacciati, abilissimo ricorso ai colpi di scena - con Complesso di colpa e Carrie lo sguardo di Satana, entrambi del 1976. A cavallo fra il genere horror, reso manieristico in una misura a volte eccessiva, e il thriller, manipolato con una sorta di affanno narrativo, De Palma si crea una sua interessante personalità di autore «minore» che alcune categorie di spettatori apprezzano e, addirittura, idolatrano. Usa con acume inventivo tutte le componenti del linguaggio, dalla fotografia alla musica (per questa ricorre spesso a Pino Donaggio). Gli psicopatici sono sempre i protagonisti delle sue storie, ora in forma diretta - come in Vestito per uccidere (1980), film esaltato e aborrito oltre ogni limite che ha per interprete uno stranito Michael Caine, o come Omicidio a luci rosse (1984), dove voyeurismo e pornografia si sposano grazie alla interpretazione di Melanie Griffith, o come Doppia personalità - Raising Cain (1992), storia di uno psicologo pazzo -, ora in forma indiretta, o trasposta - come in Scarface (1983), rifacimento dello Scarface (1932) di Howard Hawks: il ghignante Paul Muni di allora è sostituito da uno scatenato Al Pacino -, ora in forme allusive e allegoriche - come nella formidabile storia di gangster The Untouchables - Gli intoccabili (1987) o nello sconnesso ma spietato quadro newyorkese Il falò delle vanità (1990). Non si perita di rifare il verso a mezza storia del cinema.

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Per la prima volta in Italia sarà proposta una rassegna completa dedicata al grande regista statunitense.
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