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4 ragioni per provare Un amore, la nuova serie Sky con Stefano Accorsi e Micaela Ramazzotti

La scelta del verbo 'provare' nel titolo non è casuale, poiché riflette la natura dell’amore come esperienza che va oltre il semplice vedere. Ora disponibile su Sky e in streaming su NOW.
di Gabriele Prosperi

Micaela Ramazzotti Altri nomi: (Michaela Ramazzotti ) (45 anni) 17 gennaio 1979, Roma (Italia) - Capricorno. Nel film di Francesco Lagi Un Amore.
domenica 11 febbraio 2024 - Focus

La scelta del verbo “provare” nel titolo non è casuale, poiché riflette la natura dell’amore come esperienza che va oltre il semplice vedere. Come quando ci siamo trovati a percepire le farfalle nello stomaco nei nostri vent’anni, e quando, superati i quaranta, ci siamo rivolti al passato alla ricerca di una connessione duratura che ci ponga domande sul significato dell’amore stesso: è questo l’amore o è solo uno degli amori? O è l’essenza generale dell’amore che si manifesta in quel momento? 

Iniziamo il viaggio nella nuova produzione Sky, una miniserie in 6 episodi creata da Enrico Audenino e Stefano Accorsi per Sky Studios e Cattleya, soffermandoci proprio su questa riflessione. 

Potremmo riassumere la serie come Un amore per tutti, e ciò è reso possibile grazie all’uso dell’articolo indeterminativo nel suo titolo, che anticipa già la capacità della serie di parlare a tutte le generazioni. Ma ci sono anche altre ragioni per provare questo amore, almeno quattro, per essere precisi.


1. Una sceneggiatura coi fiocchi che fa dialogare passato, presente e futuro
Un amore narra la storia di Alessandro (Stefano Accorsi) e Anna (Micaela Ramazzotti), due individui che conducono vite distinte, sia geograficamente – con Alessandro che si sposta per lavoro in tutta Europa, mentre Anna vive stabilmente a Bologna – sia per gli stili di vita. Nonostante il loro successo apparente e le scelte che sembrano corrette, entrambi si sentono incompleti e insoddisfatti. Ciò che manca nelle loro vite è il legame con un ragazzo, per lei, e una ragazza, per lui, incontrati durante un viaggio inter-rail in Spagna alla fine degli anni Novanta.

La serie intreccia abilmente flashback che raccontano l’incontro tra il giovane Alessandro (Luca Santoro) e la giovane Anna (Beatrice Fiorentini) con la loro storia al presente. Questo viene fatto attraverso il mezzo nostalgico delle lettere, grazie alle quali i due amici di penna hanno continuato a mantenere viva la loro connessione per anni.

Ciò che rende questa trama coinvolgente non è tanto il fatto che si tratti di una storia d’amore che si riaffaccia nella vita di due persone, quanto il modo in cui il passato e il presente si intrecciano e si sostengono reciprocamente nel corso del racconto. Fin dall’inizio, infatti, la serie ci immerge in una danza narrativa tra gli eventi del passato e quelli del presente, offrendoci una comprensione più profonda dei personaggi e della loro evoluzione nel corso del tempo.


In foto una scena della serie Un amore.

2. L’imprescindibilità della nostalgia
Siamo abituati a vedere storie di amori che si sviluppano nel tempo del racconto, ma la caratteristica di ogni narrazione romantica è questa corsa, costante, alla ricerca del tempo dell’amore, che è appunto il presente. Ricordando un bellissimo film di Theo Angelopoulos del 1998, quando parliamo di amore, il domani dura «l’eternità e un giorno». Nel momento in cui ci allontaniamo da questa temporalità, da quell’istante in cui lo proviamo, inevitabilmente l’amore raccontato diventa un sentimento che riguarda un “tempo altro”: un passato amore, o una possibilità del futuro.

Non si può raccontare l’amore senza immergersi nella profonda emozione della nostalgia. Ed è infatti questo il sentimento he permea l’intera miniserie, consapevolmente e formalmente. Il giovane Alessandro viaggia con una vecchia videocamera durante l’inter-rail, mentre la giovane Anna telefona al padre da una cabina telefonica, manifestando un mondo in cui la comunicazione era più tangibile e la distanza più sentita.

Ma non sono solo gli oggetti e i luoghi di un passato remoto a trasmettere questa nostalgia: Un amore mescola abilmente riprese dal vivo con filmati d’epoca, foto di famiglia e home movies, catturando un tempo che sta per essere perduto, un momento che si avvicina al suo epilogo; un tempo che si percepiva star volgendo al termine. E così, anche, si racconta Bologna…


In foto una scena della serie Un amore.

3. Una Bologna che esplode fuori dallo schermo
Bologna trova nella serie un omaggio tangibile. Un amore sembra quasi dedicare metà del suo girato al lavoro dell’Emilia-Romagna Film Commission, da anni punto di riferimento nella promozione e nel sostegno delle produzioni audiovisive realizzate nel territorio. Bologna, tanto nei filmini d’epoca che si intrecciano alla narrazione, quanto nei movimenti di macchina tra i vicoli e i portici curati da Francesco Lagi (la cui abilità abbiamo già imparato a conoscere con Summertime), emerge in tutta la sua bellezza.

La città diventa un agente della nostalgia, con una essenza che, a causa delle sue trasformazioni recenti, può essere difficile da riconoscere oggi. Tuttavia, in questi fotogrammi, Bologna racconta il suo passato: quello di prima città universitaria italiana, di snodo ferroviario, di luogo di incontro e di permanenza. È una Bologna sempre meno riconoscibile, ma sempre rivolta al futuro, come racconta il giovane Alessandro quando parla della città come la prima ad aver avuto uno skyline, grazie alle sue 300 torri medievali, delle quali ne rimangono solo 24 – e speriamo non diventino 23 presto...

Una riflessione nostalgica sulla città felsinea che sembra provenire direttamente da Accorsi, bolognese di nascita, ma che anche a un bolognese acquisito (come chi scrive) appare lampante.


In foto una scena della serie Un amore.

4. La maturità artistica di Accorsi
Ed è l’attore bolognese uno dei motivi per cui la serie trasuda questi sentimenti. Accorsi incarna pienamente i molteplici strati temporali di Un amore, conferendo alla serie una grande profondità emotiva. È proprio la sua interpretazione a conferire a questo lavoro quel sentimento tangibile che pervade ogni scena; la sua firma è evidente. Guardando il volto di Accorsi, si percepiscono i riflessi di ogni epoca rappresentata nel racconto, senza mai essere protagonista assoluto, una capacità non comune nelle produzioni in cui un attore è coinvolto anche nella fase di scrittura.

Accorsi bilancia e calibra con maestria ogni aspetto del personaggio e della trama, facendoci immergere nella complessità della storia grazie alla forte affinità artistica con Micaela Ramazzotti, la cui performance completa il quadro emotivo della serie. La loro chimica sullo schermo è palpabile, aggiungendo un ulteriore strato di autenticità e universalità alla storia d’amore di Alessandro e Anna, una storia che risuona attraverso le generazioni.

E proprio questa capacità di coinvolgere persone di tutte le età è uno dei tratti distintivi di Un amore. La serie non si limita a narrare una storia d’amore specifica, ma tocca corde emotive universali che possono essere comprese e apprezzate da chiunque, indipendentemente dall’età o dall’esperienza personale.

Attraverso il suo intreccio, la serie invita a riflettere su come l’amore evolve, su come è percepito nelle diverse età della nostra vita – sessualmente, passionalmente, sentimentalmente – sul significato di questo “fatto del presente”.


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