Anno | 2023 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 112 minuti |
Al cinema | 7 sale cinematografiche |
Regia di | Simone Bozzelli |
Attori | Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi . |
Uscita | giovedì 14 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2023 |
Distribuzione | Vision Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,36 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 21 settembre 2023
Sognando la libertà della Patagonia, Yuri e Agostino partono per un viaggio di autodeterminazione che si trasformerà in un delirio di controllo e prigionia. In Italia al Box Office Patagonia ha incassato 48,1 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Nonostante abbia una ventina d'anni, Yuri viene trattato come un bambino dalle zie con cui vive in un paesino sulla costa adriatica dell'Abruzzo. Sarà l'incontro con Agostino, l'animatore che viene a lavorare a una festa per il cugino piccolo, a far scattare qualcosa in lui. Attrazione, desiderio di libertà, un interesse per lo stile di vita di un ragazzo che vive in camper e sembra non dover sottostare a nessun legame. Scappato di casa, Yuri si stabilirà in una comunità di gente simile ad Agostino, che vive alla giornata tra un rave e l'altro.
La prima regia di Simone Bozzelli, già autore di corti di successo e di alcuni video musicali, è di quelle che fanno ben sperare e portano in dote buone idee e una certa sensibilità filmica. In Patagonia costruisce uno studio psicologico focalizzato sui due protagonisti, impegnati in una danza di sottile prevaricazione, abuso e controllo - ma anche desiderio e scoperta.
Attorno alla presa di coscienza del giovane Yuri, che fin lì ha vissuto una vita nell'abbraccio ovattato e stringente di una famiglia dai contorni imprecisati, Bozzelli riesce soprattutto a evocare un mondo distinto di giovani che, in un Abruzzo svuotato e soporifero, vivono nella loro versione di una società alternativa. Agostino, che preso da solo con il suo camper e il lavoro con i bambini sembrava un esemplare unico, è in realtà parte di un sistema che si apre agli occhi di Yuri e inizia a presentargli delle scelte che il ragazzo non ha mai avuto prima.
Nel rapporto tra i due sta la sostanza dell'opera, che indaga come nascono i rapporti di potere, la dipendenza, la proiezione del proprio desiderio su quello dell'altro. Gli animali e le gabbie sono un motivo ricorrente, la corrente omoerotica e sentimentale è forse lasciata a un'eccessiva ambiguità, ma c'è del rigore autentico nel modo in cui Bozzelli mette in fila le piccole manipolazioni di Agostino, dotato di un istinto innato nel capire cosa l'altro è disposto a cedere per poi prenderselo col sorriso.
L'esordiente Augusto Mario Russi ha il giusto carisma per renderlo verosimile, e soprattutto sembra avere una conoscenza intima e naturale del milieu in cui si muove la storia. Il lavoro a quattro mani trova nel protagonista Andrea Fuorto un valido contraltare, più costruito, che delinea una condizione infantilizzata ma lentamente ricettiva alle esperienze del mondo, di cui si prende il bene come il male.
Yuri, un ventenne rimpallato dalle zie, è un ragazzo timido che vive in un remoto paese abruzzese. Intorno non c'è nulla e un bel giorno incontra Ago, clown itinerante. Tra i due nasce un amicizia di poche parole. Ago ha un ascendente su Yuri e lo porta in un campo dove suonano musica rave (forse prima dell'editto Piantedosi!).
Il film trasmette uno stato di ansia e tensione costante pur non essendo un thriller...attori magnifici e incredibilmente credibili...Consigliatissimo
È un film di gabbie l'esordio alla regia di Simone Bozzelli. Gabbie fisiche, di metallo, all'interno delle quali, solitamente, vengono inseriti degli animali. Ma anche gabbie mentali, entro il cui perimetro si spegne qualsiasi afflato di libertà personale. Yuri è un ragazzo di vent'anni che non ha mai visto il mondo. Vive con l'anziana zia una vita ovattata nel grembo di un piccolo paese abruzzese. [...] Vai alla recensione »
Il primo lungo di Simone Bozzelli - 29 anni, autore di alcuni corti di pregio e di un premiato videoclip per i Màneskin - è un film che non stai comodo, ti mette a disagio, e a volte sbanda ma resta sempre vivo, bruciante, come il cinema italiano di rado. Due ventenni. Yuri vive in Abruzzo con le zie, un mese con questa e uno con quella, del mondo non sa niente.
Metti Gelsomina nell'Italia di oggi. Fanne un ragazzo, Yuri, un bambinone smarrito e un filo autistico cresciuto da nonna e zie in un'Italia rurale e minore come quella de "La strada" di Fellini. Anche se i saltimbanchi oggi sono giovani che vivono alla giornata tra un rave e uno spettacolino. E magari hanno i capelli color fiamma, il sorriso incendiario, il piercing al lab bro di Agostino, che abita [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto arriva un regista esordiente - si chiama Simone Bozzelli, classe 1994 - con lo sguardo giusto per il cinema (in questo caso, ottenuto dopo molti cortometraggi, gli studi alla Naba, Nuova accademia di Belle Arti e al Centro Sperimentale - ora in attesa di nomine). E' lo sguardo che trova attori senza esperienza ma perfetti per il ruolo. Per esempio Augusto Mario Russi, che nel film fa Agostino, [...] Vai alla recensione »
Una terra incontaminata dove le persone vivono in armonia. Nel- la fantasia del ventenne e candido Yuri (Andrea Fuorto), la Patagonia è tutto ciò. Ed è lì che anela a trasferirsi con il suo compagno di viaggio, Agostino (Augusto Mario Russi), un artista di strada privo di fissa dimora. Yuri, rimasto orfano e cresciuto dalle zie, si impegna a raggiungere quel mondo immaginario in modo concreto: occorre [...] Vai alla recensione »
Più che da una regione - l'Abruzzo - Yuri scappa da una vita in formato adolescenziale. Si lega a un artista girovago che conosce alla festa del cugino più piccolo e insieme cercheranno la Patagonia. Ovvero, il sogno di una terra promessa. Di una vita libera. E di un amore. Ottima prova di esordio di Simone Bozzelli con attori non professionisti tranne Andrea Fuorto.
Il giovane Simone Bozzelli ha talento. I suoi corti sono stati apprezzati ovunque: il bellissimo "J'ador" vinse la Sic a Venezia. Ora il debutto nel "lungo" perfeziona il suo sguardo sui corpi, sull'attrazione che esercitano, sui rapporti di dominazione. "Patagonia" espande la sua idea di cinema (territori, ambienti spesso malsani, gesti aggressivi), piuttosto rara in Italia, ma ne dimostra paradossalmente [...] Vai alla recensione »
Le premesse di Patagonia sono interessanti. Ecco Yuri, un giovane smarrito, che vive con la zia in un paesino abruzzese. Dà una mano nella macelleria di famiglia ma non sembra essere sveglio. Anche perché quella vita è soporifera. Poi alla festa di compleanno dei bambini arriva Agostino, piercing, capelli colorati, disinvolto e provocatorio, dovrebbe fare l'animatore, in realtà cattura con la sua [...] Vai alla recensione »
Classe 1994, uso al formato breve (premio SIC@SIC 2020 per J'ador), Simone Bozzelli è uno dei nuovi nomi del cinema italiano. Il suo esordio nel lungo (in Concorso a Locarno 2023) è ancora una storia di periferia, di miseria. Di luoghi fuori dall'ordine urbano. La storia è un boy meets boy, Yuri che incontra Agostino, il rapporto tra un ventenne orfano cresciuto dalle zie come un bimbo (autistico?) [...] Vai alla recensione »
I wanna be your slave, titolo del singolo dei Maneskin di cui Simone Bozzelli diresse il videoclip, potrebbe tranquillamente nominare il suo lungometraggio d'esordio. Niente in contrario all'esotizzante, evocativo Patagonia (vi ricordate l'America latina dei D'Innocenzo?) ma l'amore tossico dai riflessi autobiografici - è una supposizione di chi scrive, con diritto di smentita per il regista - mette [...] Vai alla recensione »
Rivendica Peter Pan, Simone Bozzelli, ma la storia d'amore, possesso e liberazione che è alla base di Patagonia (in Concorso a Locarno76) la si può guardare avendo in mente la poesia gentile e infangata che univa Gelsomina a Zampanò. Sulla strada, del resto, si spingono il rude Agostino, animatore di feste per bambini, e il semplice Yuri, ragazzo di periferia occupato dall'affetto e dalle attenzioni [...] Vai alla recensione »