L'amore tossico di Yuri per Agostino dentro la campagna abruzzese. Possessione e scoperta di sé nell'esordio al lungometraggio di Bozzelli in concorso a Locarno. Storia usurata, tenuta a galla da una certa coerenza di stile
di Davide Maria Zazzini La Rivista del Cinematografo
I wanna be your slave, titolo del singolo dei Maneskin di cui Simone Bozzelli diresse il videoclip, potrebbe tranquillamente nominare il suo lungometraggio d'esordio. Niente in contrario all'esotizzante, evocativo Patagonia (vi ricordate l'America latina dei D'Innocenzo?) ma l'amore tossico dai riflessi autobiografici - è una supposizione di chi scrive, con diritto di smentita per il regista - mette al centro la schiavitù relazionale, la manipolazione psicologica, le "gabbie" (parola evocata più volte da Bozzelli promuovendo il film) identitarie e sentimentali di giovani, precarie creature in transito verso la maturità. [...]
di Davide Maria Zazzini, articolo completo (4579 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 12 settembre 2023