Patagonia |
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Un film di Simone Bozzelli.
Con Andrea Fuorto, Augusto Mario Russi
Drammatico,
Ratings: Kids+13,
durata 112 min.
- Italia 2023.
- Vision Distribution
uscita giovedì 14 settembre 2023.
- VM 14 -
MYMONETRO
Patagonia
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Sognando la Patagonia
di Clara StroppianaFeedback: 1829 | altri commenti e recensioni di Clara Stroppiana |
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domenica 5 novembre 2023 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
I Wanna Be Your Slave cantono i Måneskin nel video firmato da Simone Bozzelli, giovanissimo regista che arriva sugli schermi con il suo primo lungometraggio, Patagonia. Due lavori legati da un’evidente coerenza di stile che già la locandina ci faceva presagire. Una trama esile, un film tutto giocato sulla relazione malata tra Yuri (Andrea Fuorto) e Agostino, l’esordiente Augusto Mario Russi. Personaggi complessi e sfaccettati dei quali apprezziamo le diverse coloriture grazie all’ottima interpretazione di entrambi gli attori. L’ingenuo Yuri è arrivato ai vent’anni senza conoscere altro che una vita di paese scandita da ripetitivi rituali, coccolato dalle zie come un orsacchiotto rinchiuso in una gabbia, confortevole sì, ma pur sempre gabbia. Agostino, attore girovago, va da una festa di bambini all’altra incantandoli con i suoi giochi. Quando Yuri lo incontra, sebbene subito ferito nel suo sentire ancora infantile, rimane catturato da quella dimensione di libertà in cui scorre la vita di Agostino, in continuo movimento sul suo camper senza ingombranti legami, e decide di unirsi a lui. Da quel momento il film sembra quasi una lunga soggettiva. Tutto è visto attraverso lo sguardo, ora sorpreso, ora turbato, ora inquieto di Yuri. Il rave, il campo dove si fermano, le persone che vi incontra. A tratti la macchina da presa coglie anche ferite e dolore negli occhi di Yuri, preso da una fascinazione che lo ha rinchiuso in una nuova gabbia dalla quale non sa e non vuole uscire nonostante le umiliazioni e le bugie di Agostino. Persino un topo, sembra dirgli questi come in una sfida sprezzante, approfitta della gabbia chiusa male, e scappa. La promessa di una fuga insieme verso la Patagonia, terra mitica di libertà totale, si rivela l’ennesimo e più grave inganno, ma neppure di fronte a questo Yuri riesce a spezzare le catene che lo legano al suo dominatore, uno che dà alle fiamme tutto quello che non gli serve più, forse un minaccioso monito al ragazzo. Film ruvido dunque, atmosfere di confine tra il thriller psicologico e la tensione erotica con alcune sequenze disturbanti. Pensiamo alla ripresa del foro per il piercing al capezzolo che ci rimanda a quella del “buco” per l’eroina girata da Caligari esattamente quarant’anni fa in Amore tossico. Sebbene con un significato diverso, anche l’amore tra Yuri e Agostino è un amore tossico nel quale si crea una dipendenza non meno devastante di quella dall’eroina, e come l’eroina può uccidere.
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