Papà scatenato

Sebastian Maniscalco, proveniente da una famiglia italo-americana, lavora come manager in un hotel Hilton a Chicago e convive con la fidanzata Ellie Collins, figlia di facoltosi proprietari di una importante catena alberghiera. Per la Festa dell'Indipendenza, Sebastian ed Ellie sono invitati nella residenza dei Collins dove vorrebbero cogliere l'occasione per annunciare il loro matrimonio. Informato dal figlio Sebastian, il padre Salvo, uomo di vecchio stampo e dalle origini siciliane (rimasto da poco vedovo), insiste per unirsi al viaggio e conoscere i genitori di Ellie. L'incontro tra due famiglie così diverse produrrà risultati esilaranti.

Robert De Niro indossa la sua maschera comica in un film meno volgare di alcuni precedenti. Non mancano momenti e battute divertenti, ma qualche gag è tirata per le lunghe e lo schema diventa ripetitivo.

Come già accaduto per Nonno scatenato (2016), il titolo italiano richiama una delle vette di Robert De Niro nel suo periodo d'oro, mentre nella versione originale (About My Father) il simpatico omaggio (o forse oltraggio) a Toro scatenato (1980) viene accuratamente evitato. Eppure una piccolissima analogia con il capolavoro di Martin Scorsese la si può trovare. Anche questa, infatti, è una storia italo-americana. Certo, trattasi di commedia infarcita di luoghi comuni, ma perlomeno scritta con sincerità. Oltre a De Niro, sia la regista Laura Terruso sia l'attore e sceneggiatore Sebastian Maniscalco hanno origini italiane, e in particolare siciliane. Tra gli stand-up comedian più apprezzati in America, Maniscalco (che già avevamo visto in Green Book e The Irishman) ha voluto portare sé stesso sullo schermo, mantenendo nome e cognome. Il padre Salvo era davvero un parrucchiere, qui interpretato da De Niro con la consueta maschera comica che tante volte ha indossato nell'ultimo ventennio, a partire dal fortunato Ti presento i miei (2000), primo e più riuscito capitolo di una trilogia di successo.

Lo schema narrativo è molto simile a quello precedente, basato sul cortocircuito suoceri-generi, genitori-figli, e tra famiglie opposte, anche se in Papà scatenato tutto appare meno dosato, i meccanismi meno sofisticati e i personaggi più tendenti alla macchietta. Lo stesso De Niro, che con Ben Stiller poteva giocare nel ruolo del suocero severo e implacabile, è qui costretto a gigioneggiare tra più registri, prima diffidente nei confronti dei Collins, poi affabile nel tentativo di ingraziarseli su richiesta del figlio.

Il film non manca di momenti e battute divertenti, con tanto di spassoso riferimento a Quei bravi ragazzi mentre Sebastian e Salvo sono intenti a seppellire di nascosto un animale («Perché sembra che non sia la tua prima volta?»), tuttavia alla lunga il gioco dei contrasti tra ricchi e gentili WASP e italo-americani rischia di farsi ripetitivo, e la spruzzata di retorica finale può risultare stucchevole.

Ma si sa, l'affetto per Bob De Niro è tale che, in attesa di rivederlo al cinema in Killers of the Flower Moon, possiamo perdonargli qualsiasi cosa (anche quando nel film parla un italiano non impeccabile, nella versione in lingua originale).

Scorrendo gli ultimi titoli della sua filmografia, la speranza è che stia ringiovanendo: dopo aver fatto da nonno scatenato a Zac Efron e aver lottato col nipote in Nonno questa volta è guerra! (2020), eccolo tornare solamente papà. E il fatto che recentemente nella vita sia diventato padre per la settima volta ne è una conferma. Al cinema non si invecchia. 