Il ritratto di una figura gigantesca, vista nella sua umanità, mai nel ruolo di "highlander superstar" che avrebbe assunto agli occhi del pubblico. Fuori Concorso a Cannes e prossimamente al cinema.
di Paola Casella
1937. Henri Antoine Grouès viene allontanato dal convento di Crest dei frati Cappuccini perché ritenuto troppo fragile per la dura vita monastica. Settant'anni dopo, con il nome di Abbé Pierre, morirà 94enne dopo essere sopravvissuto a mille peripezie e aver fondato e diffuso in tutto il mondo la rete delle comunità Emmaus, create per accogliere gli ultimi della terra. Il nome "d'arte" gli era stato dato da Lucie Coutaz.
Il protagonista è sempre visto nella sua umanità, mai nel ruolo di "highlander superstar" che avrebbe assunto agli occhi del pubblico. Ciò che nobilita il tutto sono le interpretazioni di Lavernhe, sempre misurato e convincente, e un'inedita e quasi irriconoscibile Emmanuelle Bercot nei panni della Coutaz.
Nota di merito anche ai truccatori che sono riusciti ad invecchiare progressivamente i protagonisti in modo molto credibile, e a far assomigliare il più possibile Lavernhe al vero Abbé Pierre, in tutte le età della sua lunga ed avventurosa vita.