Titolo originale | Viens je t'emmène |
Anno | 2022 |
Genere | Commedia, |
Produzione | Francia |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Alain Guiraudie |
Attori | Jean-Charles Clichet, Noémie Lvovsky, Ilies Kadri, Michel Masiero, Doria Tillier Renaud Rutten, Philippe Fretun, Farida Rahouadj, Nathalie Boyer. |
Uscita | giovedì 27 aprile 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Satine Film |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 3,23 su 23 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 aprile 2023
La vita di un variegato gruppo di persone dopo un attacco terroristico in Francia. In Italia al Box Office L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice ha incassato 86,2 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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A Clermont-Ferrand, un attentato nel centro cittadino porta lo scompiglio fra gli abitanti. Tra questi c'è Médéric, modesto impiegato innamorato di Isadora, prostituta di mezza età sposata con un uomo possessivo. Quando alla porta del suo palazzo si presenta Selim, giovane senzatetto che potrebbe essere coinvolto nell'attentato, Médéric lo accoglie. È l'inizio di una girandola di personaggi e situazioni che il pover'uomo faticherà sempre di più a gestire, tra l'amour fou per Isadora, i continui ritorni del marito della donna, le spedizioni punitive di un gruppo di spacciatori che vuole morto Selim, l'assalto delle forze dell'ordine al palazzo e il coinvolgimento dei vicini di casa...
Il regista Alain Guiraudie porta nel cuore della provincia francese il suo cinema unico e lunare, mettendo a confronto i sentimenti dei suoi personaggi con le tensioni storiche e sociali della contemporaneità.
Ascolto, protezione, cura, attenzione: sono questi i sentimenti di cui parla l'ultimo film di Guiraudie, racchiusi nel titolo originale Viens je t'emmène (letteralmente "vieni, ti ci porto io"), espressione spesso usata per campagne di solidarietà sociale verso persone bisognose. Allo spettro opposto della morale ce ne sono altri: violenza pubblica e privata, rifiuto, negazione, odio. Eppure, nonostante le convenzioni con cui osserviamo e definiamo la realtà, nel mondo del regista francese non esiste una morale che stabilisca confini netti tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, tra ciò che è buono e ciò che è cattivo. Esistono solo l'attrazione e l'amore (di preferenza omosessuale, ma non necessariamente), che muovono i personaggi come pedine di una forza capace di oltrepassare la volontà o le convinzioni. Ed è questo, probabilmente, il vero scandalo di questo film semplice e bellissimo.
Médéric, il protagonista di L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice - titolo italiano un po' assurdo e controproducente - ha una precisa idea del mondo, è contro la prostituzione e a favore della sicurezza sociale e privata, ma di fronte all'attrazione verso la prostituta Isadora non sa, non può, e secondo Guiraudie nemmeno deve, provare a resistere. Il suo sguardo innesca il film, nella prima scena in cui corre per le strade lastricate del centro e vede Isadora, innamorandosene all'istante. Dal canto suo, la donna è ugualmente spinta da un principio di piacere che supera ogni morale o idea di fedeltà, e così è suo marito, violento ma disperato per via di un amore assoluto. Tutti i personaggi del film sono mossi da forze che li soverchiano ma li salvano come essere umani: Selim è randagio e mezzo criminale suo malgrado, i vicini di casa di Médéric sono a parole nazionalisti e razzisti, ma si rivelano istintivamente solidali e caritatevoli...
Nel mondo di Guiraudie c'è spazio per tutti. La sua visione queer espressa ormai da una produzione ventennale (anche se L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice è solamente il suo secondo film a essere distribuito in Italia, dopo il thriller psicanalitico Lo sconosciuto del lago), prevede una sorta di ridefinizione della società, una ripartenza su basi diverse, più leggere e amabili, più goderecce e possibilmente omoerotiche.
È significativo, del resto, che questo sia il suo primo film calato in un preciso contesto metropolitano e non negli abituali ambienti rurali da idillio pastorale, senza paura di affrontare temi delicati o mettere in scena momenti scandalosi (qui ad esempio c'è un amplesso in una chiesa). Per Guiraudie, anche nel cuore di un Paese insanguinato, a contare sono la leggerezza del realismo che si apre alla fiaba, il tono stralunato, l'accoglienza declinata secondo una pansessualità che non fa distinzione di genere, età o identità. Per questo, alla fine, il vero dramma del film è l'atto mancato del povero Médéric; la violenza definitiva di una società che frustra il piacere.
Guiraudie sa trasformare la realtà in un palcoscenico, usando gli spazi di una cittadina anonima (il centro curato, le zone residenziali, i sobborghi dormitorio, gli alberghetti un poco malfamati) come luoghi ideali dove sciogliere i conflitti storici e sociali. La sua è soprattutto una commedia umanista, dalla parte delle persone coinvolte nel caos del nostro tempo e con una sola risposta a disposizione: il proprio desiderio.
La società vista con il pensiero laterale, dove s'incrociano gentilezze e comprensioni. Una bella commedia francese dove l'ironia e il grottesco la fan da padrone, lasciandoci un poco stupiti su come potremmo essere e non siamo neanche lontanamente. Alcune scene mi han fatto ridere di gusto, solo e sperduto in una sala cinematografica pomeridiana.
Clermont-Ferrand, Francia: Médéric corteggia romanticamente la prostituta Isadora; Selim, un giovane arabo, vaga per le strade, mentre un attentato terroristico scuote la città. Commedia sagace, che gioca con i paradossi ed il ribaltamento dei luoghi comuni e usa “la sorprendente normalità” dei suoi bislacchi protagonisti come pietra di paragone rispetto [...] Vai alla recensione »
È proprio vero: il cinema francese ha la capacità di raccontare la nostra società contemporanea a partire da piccoli episodi che paiono slegati fra di loro,ma non lo sono. Il protagonista vede, durante il jogging mattutino, una passeggiatrice e se ne innamora, ricambiato nonostante il di lei marito sia geloso Sullo sfondo c'è una città francese come Clermont Ferrand [...] Vai alla recensione »
S'immagini un cineasta intento a confondere le piste, a mescolare i generi e gli stereotipi in assenza di qualsiasi moralismo o tentazione di realismo sociale. Ecco, questo è Alain Guiraudie, il regista del film «L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice», una pellicola decisamente sorprendente. Non c'è personaggio o situazione che a un certo punto non sbandi.
A Clermont-Ferrand, l'impiegato Médéric perde la testa per la prostituta di mezza età Isadora, la quale è sposata e il marito sa del suo lavoro e non ha nulla da ridire, a patto che non si innamori del cliente, nel qual caso piovono botte. Intanto la città è sconvolta da un attentato di matrice islamista, e per il giovane arabo Selim in cerca d'un tetto butta male: lo hanno pure sentito parlare di [...] Vai alla recensione »
L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice è ambientato nella cittadina francese di Clemont-Ferrand. Médéric è un trentacinquenne che, mentre fa jogging, si innamora di Isadora, prostituta di 55 anni. Mentre cercano di portare a termine il loro incontro sessuale ma senza pagare, la tv diffonde la notizia che in città c'è stato un attentato di probabile matrice islamica.
L'originale «vieni, ti ci porto io» è tradotto con un titolo italiano dal retrogusto ciarliero, che elenca i personaggi chiave di un film che gioca ad allineare individui in rotta di collisione. Messa in scena senza fronzoli, sguardo disincantato, Guiraudie scoperchia il vaso degli istinti primordiali insieme a quello di Pandora delle relazioni sociali, scegliendo di alludere ai massimi sistemi da [...] Vai alla recensione »
Single abbastanza giovane, Médéric rinuncia alle profferte di una collega perché prova un'attrazione irresistibile per Isadora, una matura prostituta. La quale lo ricambia, benché il marito assai geloso non tardi a mettersi di traverso. Nel frattempo, lo sfondo di Clermont-Ferrand è turbato da un attacco terroristico di matrice islamica; così, quando si presenta alla sua porta il giovane arabo Selim, [...] Vai alla recensione »
Terroristi a Clermont-ferrand. Le distribuzioni rispettano gli anniversari. Mentre va in libreria "V13" di Emmanuel Carrère, al cinema abbiamo - se non è già sparito, ormai hanno vita brevissima "November" di Cédric Jimenez con Jean Dujardin poliziotto. E ora questo, che presenta nel titolo i tre personaggi. L'innamorato - di nome Médéric - è un cliente della prostituta Noémie Lvovsky (attrice e [...] Vai alla recensione »
Con Benedetta, Paul Verhoeven ha confermato al di là di ogni dubbio che solo i film che prendono sul serio le radici cristiane europee e le portano fino in fondo sono anche convincenti da un punto di vista LGBTIQA+. Con questo suo ultimo film, Alain Guiraudie conferma al di là di ogni dubbio che solo i film che prendono sul serio la prospettiva LGBTIQA+ e la portano fino in fondo sono anche convincenti [...] Vai alla recensione »
Da trent'anni Alain Guiraudie occupa un posto speciale nel cinema francese, mantenuto con stravagante audacia, desideri utopici, lucidità. La prova è che a 57 anni firma il suo film più folle. Si apre con un podista poco convinto che avvicina una prostituta non più giovane. Vorrebbe andare con lei, ma senza pagare, perché è "contro la prostituzione".
Un piccolo condominio che diventa grande come una città o come tutta la Francia. Qui si incrociano le vite di Médéric, perdutamente innamorato di Isadora, una prostituta di mezza età con un marito violento e possessivo, e di Selim, un giovanissimo vagabondo arabo che chiede ospitalità proprio nella notte in cui il centro cittadino di Clermont-Ferrand è sconvolto da un attentato, generando psicosi collettive [...] Vai alla recensione »
Pensateci bene: qual è l'ultimo film (serie, video, opera d'ingegno a piacere) che vi ha veramente interpellato e sconcertato, come spettatori? Disorientato, scosso dalle vostre convinzioni, messo in crisi? Se fate fatica a ricordarlo e siete disposti ad assumere un punto di vista più giocoso e meno rassicurante sulla realtà di occidentali bianchi terrorizzati dall'Altro, L'innamorato, l'arabo e la [...] Vai alla recensione »
È una curiosa e spiazzante commedia a suo modo romantica, quella diretta dal francese Guiraudie che, nel titolo originale, Viens je t'emmene, ci invita a seguirlo in questa stramba storia in cui riesce a infilare l'amore improvviso e definitivo di un trentenne (Clichet) per una prostituta cinquantenne (Lvovsky), sullo sfondo di un attentato terroristico a Clémont-Ferrand con un arabo che chiede asilo [...] Vai alla recensione »
Questa è una commedia elettrica sull'inquietudine, e anche la paura, generate dalla differenza in questi tempi aperti e chiusi: siamo liberi, più che liberi, nella sessualità, ma subito qualcuno mette dubbi, veti e divieti; ci ritroviamo in società e comunità multietniche, ma incombe il sospetto, la minaccia, il delinquente. Commedia elettrica, però a basso voltaggio: ciascun personaggio è ostinato [...] Vai alla recensione »
Il titolo, Viens, je t'emmène, rimanda a una vecchia canzone di France Gall che nella traduzione italiana L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice si perde del tutto. Peccato perché in quel «Vieni, ti porto» c'è molto del sentimento che circola nel nuovo film di Alain Guiraudie, fra i registi fuoriclasse d'oltralpe e non solo per la sua capacità di inventare universi e forme politiche e poetiche indocili [...] Vai alla recensione »
Médéric è un uomo sotto i quaranta che s'invaghisce di una prostituta, Isadora, donna di mezza età sposata con un marito gelosissimo. Tutto si svolge nella Francia centrale, a Clermont-Ferrand, nel cuore del Paese dove probabilmente si sente ancora di più la contrapposizione tra l'antico e il moderno, in una cittadina circondata dalla campagna, altopiani e montagne.
In fondo il film è il racconto, buffo ma non superficiale, malizioso ma non corrivo, di un agognato coito sempre interrotto. Da qualcuno che bussa alla porta, che irrompe nella stanza, che picchia il malcapitato, che impugna una pistola... Esce giovedì 27 aprile, con la Satine di Claudia Bedogni, la commedia "L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice", scritta e diretta dal francese Alain Guiraudie, [...] Vai alla recensione »
Sono sinceramente imbarazzato a riportare qui sopra il titolo italiano (come può venire in mente? sarebbe ironico? bah). Detto questo, il lunare ménage a trois - dove il tre cambia sempre, perché i personaggi sono tanti ma ce n'è sempre uno di troppo - di Alain Giraudie ha dalla sua un erotismo buffo, un'osservazione perfida della Francia contemporanea e un gusto per l'assurdo tali da perdonarne le [...] Vai alla recensione »
Aspettate, non solo. L'innamorato, l'arabo, la passeggiatrice e anche il marito (geloso), la collega (insistente), lo sbirro (ficcanaso), il vecchio receptionist, la studentessa che arrotonda al desk dell'hotel, i vicini di casa, gli immigrati bulli di quartiere. Sotto pressione per un attacco terroristico con machete, la Clermont-Ferrand di Alain Guiraudie dà retta soprattutto al desiderio.
Un uomo impaziente che corre, una donna in attesa che passeggia e intorno al loro, anzi assieme a loro, lo spazio di una città in continuo movimento e trasformazione. La prima scena dell'ultimo film di Alain Guiraudie è già nel segno di un dinamismo espresso fin dal evocativo titolo iscritto in una promessa mai esplicitata e rivolto ad un'aspettativa continuamente rimandata, nella precarietà/indeterminate [...] Vai alla recensione »
La Francia (e in senso lato l'Europa) ha paura. Ha paura dell'altro da sé in modo così lacerante da finire per aver paura anche di se stessa. Il primo sconosciuto, nascosto sotto ampi strati di finzioni e ipocrisie, è l'individuo a se stesso. Con L'innamorato, l'arabo e la passeggiatrice (discutibile titolo italiano per l'originale Viens je t'emmène) Alain Guiraudie cambia registro rispetto alle sue [...] Vai alla recensione »
Vi ricordate "il delizioso film francese"? Ecco, L'innamorato, I 'arabo e la passeggiatrice, nostrana declinazione à la Peter Greenaway dell'originario Viens je t'emmène, è quel film. Diretto da Alain Guiraudie, arriva nelle nostre sale con Satine Cult il 27 aprile, sbattendoci in faccia con garbo e classe un'evidenza: il genere drammatico, il registro serioso non hanno l'esclusiva dei temi seri, dei [...] Vai alla recensione »
A Clermont-Ferrand Mederic, un giovane uomo, si innamora di una matura prostituta, Isadora, entrando in collisione con la gelosia del marito di lei. Nel frattempo scoppia un attentato terroristico e Mederic trova sotto casa un ragazzo nordafricano senza tetto, che chiede aiuto e ospitalità. Selim, temuto come terrorista, non ci mette troppo tempo a installarsi in casa, avviando una conoscenza sempre [...] Vai alla recensione »
Cineasta inimitabile, Alain Guiraudie costruisce film dopo film un proprio mondo ideale, unico e insieme universale, per sé e per chi ha voglia di seguirlo e accettare la sua visione volutamente e inevitabilmente parziale delle cose. Una visione omosessuale, certamente, o più ancora queer, che dopo l'atto di resistenza e di rigenerazione del precedente Rester vertical - film che metteva in scena alla [...] Vai alla recensione »