Titolo originale | The Blue Caftan |
Anno | 2022 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Marocco |
Durata | 122 minuti |
Al cinema | 48 sale cinematografiche |
Regia di | Maryam Touzani |
Attori | Lubna Azabal, Saleh Bakri, Ayoub Messioui . |
Uscita | giovedì 21 settembre 2023 |
Tag | Da vedere 2022 |
Distribuzione | Movies Inspired |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,50 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 19 settembre 2023
L'arrivo di un giovane apprendista in negozio mette in crisi l'equilibrio della coppia proprietaria. Il Caftano Blu è 10° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 5.990,00 e registrato 1.014 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Halim è un sarto talentuoso con una bottega nella medina di Salé, dove vive in compagnia della moglie Mina che lo aiuta anche in negozio. Il loro rapporto è stretto e affettuoso, benché debba sopportare tanto una malattia che affligge Mina quanto l'omosessualità nascosta di Halim. L'arrivo di Youssef, un giovane apprendista molto attento a studiare le tecniche di Halim, porta novità nella routine consolidata della coppia, in un periodo scandito dalla cucitura di un bellissimo caftan blu per una cliente con poca pazienza.
Al secondo film come regista, la cineasta marocchina Maryam Touzani è già riuscita a creare un suo mondo dai tratti distintivi: un cinema della domesticità attento alle sfumature dell'anima, accogliente come il salotto ben arredato di un ospite caloroso.
È un piacere tornare a visitarlo dopo l'esordio di Adam, nel 2019, in cui protagoniste erano due donne che si trovavano per caso.
In Il caftano blu torna l'idea di accoglienza, con gli occhi attenti di Youssef a fare timido ingresso nella vita ben codificata della coppia formata da Mina e Halim. Al tempo stesso torna anche l'enfasi sul rigore artigiano, che si sposta dalla cucina alla sartoria: per Touzani l'amore è anche l'attenzione che si mette nel fare bene un lavoro manuale, nell'eccellere nella cura per il mestiere al limite della severità.
Ciò vuol dire che questo rigoroso dramma di osservazione familiare, dal tocco lieve e colmo d'affetto per ognuno dei personaggi, è anche sinceramente interessato all'esplorazione dell'attività sartoriale e non si limita a sfruttarla come metafora superficiale di intreccio e pazienza. Nella penombra della bottega di Halim, sarto e apprendista si confrontano su come piegare il filo per rendere un ricamo più duraturo, oppure fanno scorrere le mani su rotoli di tessuto dai colori meravigliosi, alla ricerca del tono più adatto. Intanto al bancone Mina gestisce i clienti e i fornitori, cerca di far capire che la qualità prende tempo e rivendica il talento speciale del marito.
Un cinema così intenso non può prescindere da un lavoro attoriale d'eccezione, e va dunque dato merito alla coppia formata da Lubna Azabal e Saleh Bakri. Lei vera padrona di casa del cinema di Touzani, dopo aver già interpretato Abla in Adam, e superba nel ruolo di una donna che custodisce il segreto di una relazione.
Bakri, dal canto suo, sarà irriconoscibile a chi lo ricorda killer spigoloso nell'ottimo Salvo di Piazza e Grassadonia: qui è un uomo elegante e gentile che nel riserbo nasconde un'identità non confessabile, e che sembra modellato sullo stilista Haider Ackermann per lo stile con cui porta baffi e cardigan rilassati.
Insieme fanno una coppia e un matrimonio in cui è un piacere intrufolarsi, per passare un po' di tempo nel cinema quieto e caloroso di una regista che ha un dono per lo studio psicologico dei personaggi.
Uno di quei film che non richiedono approfondimenti riflessivi. Ci prende con sensibilità rara, ci parla con purezza di stile, ci trasmette bellezza eterna. Meraviglioso|
Lettera d'amore e d'addio d'una moglie, indirizzata al marito sarto. La regista Maryam Touzani - astro nascente del cinema marocchino, candidata all'Oscar per questo secondo lungometraggio - racconta la simbolica presa di coscienza di una donna, che lentamente si avvia a congedarsi dalla vita, consegnando tra le braccia d'un giovane apprendista di bottega l'uomo con il quale ha condiviso 25 anni di [...] Vai alla recensione »
Non è solo ago e filo. Ma il tempo che ci metti, la cura, l'attenzione. La passione - e la pazienza - che rendono un oggetto (un abito, ma anche un film ...) vivo, che di un mestiere fanno un'arte, magari, come in questo caso, silenziosa e toccante. Che mica è vero, come dicono adesso, che «non fa differenza se è fatto a mano o a macchina»: la differenza la fa il sentimento, l'amore per quello che [...] Vai alla recensione »
Nella medina di Salè, città del Marocco, Halim è un maalem, cioè un sarto tradizionale di caftani; lo aiutano in bottega la moglie Mina e il giovane apprendista Youssef. Il lavoro non manca, benché alcune delle clienti lamentino la lentezza di Halim, che cuce tutto a mano come gli ha insegnato il padre defunto, e minacciano di ricorrere alla produzione industriale.
Nella città di Salé, di fronte alla capitale Rabat, Halim è un sarto di grande classe. Ha un negozio che condivide con la moglie Nina, purtroppo malata. Ad aiutarlo arriva il riservato Youssef, giovane di immediata bellezza, che riaccende il desiderio in un uomo, il cui matrimonio è anche un tentativo per sfuggire, in un Paese ancora estremamente conservatore, alla propria omosessualità.
Un sarto innamorato del proprio lavoro, e non solo di quello. Una donna che vive con lui e conosce ogni suo segreto. Una terza persona che si affaccia per caso in quel delicato ménage... No, non è Il filo nascosto" di P. T. Anderson. È l'ammaliante "Il caftano blu" della marocchina Maryam Touzani, classe 1980, già nella shortlist degli Oscar 2023. Traguardo notevole trattandosi di un film sull'omosessualit [...] Vai alla recensione »
Sarebbe giusto andarlo a vedere anche solo in omaggio solidale al Marocco, colpito da un terremoto biutale con migliaia di morti. Ma poi le qualità della regista 43enne di Tangeri Maryam Touzani, che già ci regalò Adam con la stessa magica protagonista, Lubna Azabal, vi condurranno per mano in un racconto intimo, quasi sussurrato. Il caftano blu è la stoffa di un sarto raffinato, Halim, di sua moglie [...] Vai alla recensione »
In Adam, Maryam Touzani ha raccontato una storia di solidarietà ed emancipazione tra le mura di una pasticceria. La nobiltà del piccolo artigianato è al centro anche del suo secondo splendido film. Ma stavolta affronta un tabù assoluto in Marocco. Il sarto Halim confeziona bellissimi caftani tradizionali che la moglie Mina vende nella loro bottega. La complicità della coppia è evidente, resa forse [...] Vai alla recensione »
Marocco. Halim è un sarto talentuoso, pieno di clienti nella bottega gestita con la moglie Mina. Un rapporto consolidato tra i due, pur celando un segreto inconfessato. L'arrivo di un apprendista sconvolgerà il loro equilibrio. Dopo il folgorante esordio con Adam (recuperatelo), Maryam Touzani dirige, molto bene, questo film, esaltando la sua capacità di leggere nell'anima dei protagonisti.
Triangolo proibito nella medina di Rabat. Sarto, moglie morente e giovanotto di bottega. Le mani sul tessuto e le mani sulla pelle, filare e peccare... La tensione del divieto omosessuale, già nella prima parte fin troppo dilatata, diventa meno scandalosa per una cultura come la nostra, mentre coinvolge di più la seconda parte: la malattia apre una relazione a tre dove la danza sta per il sesso e una [...] Vai alla recensione »
Come nel precedente Adam, anche il secondo film della regista marocchina Maryam Touzani è rinchiuso in pochi spazi definiti: là una panetteria nella Medina di Casablanca, qui, nel centro storico di un'altra città del Marocco, Salé, una sartoria gestita da una coppia sposata, lui, Halim, sarto, e lei, Mina, responsabile della gestione e del rapporto con le clienti.
«Un caftano deve poter sopravvivere a chi lo indossa. Passa di madre in figlia. Resiste al tempo», spiega il sarto Halim, un maalem "all'antica", al giovane e appassionato apprendista, Youssef, che presto diventerà il suo amante segreto, in uno dei rari film queer del Maghreb. Nella medina di Salé, città marocchina a nord di Rabat, Halim (Saleh Bakri) e sua moglie Mina (Lubna Azabal) gestiscono un [...] Vai alla recensione »
Bastano le primissime immagini, dove una mano verifica con delicatezza e sapienza la morbidezza e la consistenza di una tela di seta blu («blu petrolio» verrà specificato poi) per capire che la regista Maryam Touzani ama prendersi tutto il suo tempo. Lo stesso di cui ha bisogno Halim (Saleh Bakri), il protagonista di Il caftano blu, per portare a termine il suo lavoro di ricamatore: è un «maestro sarto» [...] Vai alla recensione »
È un cinema materico quello di Maryam Touzani che presenta Le bleu du Caftan alla 75° del festival di Cannes per Un certain regard. Mina (Lubna Azabal) e suo marito Halim (Saleh Bakri) hanno un negozio di caftani nella Medina di Salé, in Marocco. Mina gestisce il negozio e le vendite, Halim è un maleem, un artigiano che confeziona gli abiti. I due sono sposati da 25 anni, Mina inoltre è gravemente [...] Vai alla recensione »