Alla sua morte, causata in segreto dal veleno della figlia Urraca, Re Ferdinando ha diviso il regno tra i suoi figli Sancho, Alfonso e Garcia, inoltre ha assegnato alle principesse Elvira e Urraca rispettivamente il convento di Toro e la città di Zamora. Questa divisione porta a una nuova inevitabile serie di guerre interne, mentre i mori di Saragozza scelgono attentamente le alleanze. Ruy, noto anche come "El Campeador", è al servizio di Sancho, ma Alfonso cerca di portarlo dalla sua con una offerta quasi irrinunciabile. Urraca continua a tramare, ma in seguito a un tragico fatto inizia a comportarsi con maggiore coscienza.
Tornano "le dame, i cavallier, l'armi, gli amori" della Spagna dell'XI secolo in una grande produzione, dove gli eventi però si susseguono fin troppo veloci e il cast spesso non è adeguato.
Tolti i due veri protagonisti, Jaime Lorente e Alicia Sanz nei panni di Urraca, tutti gli altri attori lasciano a desiderare, vanificando in parte gli sforzi nella ricostruzione scenografica e delle battaglie. Mancherebbe poco a El Cid per essere al livello delle serie storiche angloamericane, visto che i mezzi per una messa in scena spettacolare ci sono tutti. D'altra parte sembra esserci anche la coscienza di questo limite a cui si cerca di porre rimedio con la velocità: la quantità di tradimenti e scontri sul campo che avvengono nei cinque episodi di stagione è impressionante.
I fatti precipitano rapidi in uno scenario in continua evoluzione, dove sono i molti pezzi in movimento trasmettono dinamismo e incertezza. Non tutti i colpi di scena sembrano però ben motivati e soprattutto nelle ultime puntate alcune cose - che non sveleremo - lasciano davvero perplessi, ma la serie stessa fa in modo che siano più o meno dettagli, relegati a personaggi minori che a volte non sono in scena per interi episodi.
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