Una serie biografica che denuncia la nostra realtà, sempre più costituita da immagini di noi stessi convincenti ma prive di sostanza. Drammatico, Thriller - 2021. Durata 45 Minuti.
La serie è basata sulla sconvolgente storia vera del chirurgo texano che si è guadagnato il soprannome di Dottor Morte per aver mutilato oltre trenta pazienti tra il 2012 e il 2013. Espandi ▽
Basato sulla reale vicenda del Dott. Dutsch, noto alla stampa come Dottor Morte, la serie segue il complesso percorso psicologico che può aver portato quest'uomo a credersi realmente il miglior neurochirurgo sulla piazza, malgrado le decine e decine di pazienti che videro le loro vite spezzate, o interrotte, dopo i suoi interventi. Dr. Death, creata da Patrick Macmanus, grazie a un'interpretazione realistica e molto efficiente di Joshua Jackson, è capace di raccontare un aspetto della nostra contemporaneità che traspare con difficoltà in altre narrazioni. La serie biografica – quindi con alcuni elementi che mirano a fornire a uno sguardo oggettivo sulla realtà – si trasforma presto in un parallelismo efficiente della condizione vissuta da molti di noi, bombardati da immagini di successo e dalla promessa di poter raggiungere qualsiasi status. Recensione ❯
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Scritta dall'ex agente di polizia Tony Schumacher e realizzata da Dancing Ledge Productions. Espandi ▽
Chris Carson è un poliziotto di pattuglia a Liverpool. Profondamente segnato dalle difficili situazioni in cui si imbatte nel suo lavoro, riceve assistenza da una terapista che lavora per la polizia, ma i risultati latitano e il rapporto con la moglie si è incrinato. Non aiuta che Raymond, non contento di avergli rovinato la carriera, continui a stargli con il fiato sul collo, anche perché è innamorato della moglie di Chris. Le cose precipitano quando un piccolo trafficante, Carl Sweeney, chiede a Chris di ritrovare Casey, una tossicodipendente che gli ha rubato una grossa partita di cocaina.
The Responder è un poliziesco notturno e proletario con un grande Martin Freeman e una premessa disperata, che si fa però via via più conciliante.
Anche se l'intreccio finisce in modo meno convincente di come inizia, The Responder compensa con i propri personaggi, a cui è difficile resistere grazie alle ottime interpretazioni di tutto il cast. Recensione ❯
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Uno spaccato sulla corruzione dilangante dei mezzi di informazione nelle Filippine. Espandi ▽
A La Paz, nelle Filippine, il sindaco Pedring Eusebio governa con il piglio di chi sente alla testa di una dinastia e si vanta di aver ripulito la città. Il quotidiano LPN è in prima linea alla ricerca della verità e per questo è tartassato dal potere cittadino. L’uso di detenuti come sicari occasionali per eliminare i personaggi scomodi è ormai documentato, e la sparizione di alcuni giornalisti di LPN rivela ben presto una cospirazione che coinvolge gli alti livelli della società filippina.
Il film sente stretti i confini del thriller politico convenzionale e si espande a coprire un minutaggio da miniserie televisiva. Con meno azione di quanto si potrebbe pensare, il film è una lunga indagine minuziosa. Erik Matti riesce a rendere fruibile e coerente un’opera dai molti rischi strutturali, e a dare un esempio di cinema filippino dai tratti autentici e spendibile sul mercato internazionale. Recensione ❯
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Dal regista simbolo della resistenza al potere di Putin, un delirio virtuosistico sul destino della Russia contemporanea. Drammatico, Svizzera, Francia, Russia, Germania2021. Durata 145 Minuti.
Un giorno nella vita di un fumettista nella Russia post-sovietica. Espandi ▽
Da un romanzo di Alexey Salnikov, "The Petrovs in and Around the Flu", Serebrennikov ha realizzato un film allucinato e virtuosistico, confuso ma ipnotizzante, che riassume in un vortice spazio-temporale la condizione del popolo russo. Come probabilmente molti sanno, il regista russo Kirill Serebrennikov, aperto oppositore di Vladimir Putin, è stato arrestato durante le riprese del suo film precedente, Summer (2017), per una storia poco chiara di finanziamenti illeciti al suo teatro Gogol di Mosca. Oggi è un uomo libero, ma non può ancora lasciare il suo paese, e per la seconda volta consecutiva non ha potuto accompagnare a Cannes un suo film invitato in concorso. Viste le premesse, Petrov’s Flu, cioè l’influenza di Petrov, è inevitabilmente immerso in un clima d’oppressione e di prigionia (fisica e spirituale), e nonostante sia stato girato prima della pandemia rimanda in modo preveggente alla questione sanitaria e, in generale, al destino di una nazione coinvolta in un evento collettivo. Recensione ❯
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Un ragazzo decide di tornare nel suo paese d'origine e affrontare il passato. Espandi ▽
Juan Camilo Zuluaga Tordecilla torna in Colombia 25 anni dopo averla dovuto abbandonare, all’età di 10 anni. Lì si immerge nell’archivio di famiglia, rivede i luoghi della propria infanzia e attraverso gli scritti sui diari e le foto riemerge il grande dolore che l’ha segnato per sempre, quello della scomparsa della madre. Flavia Montini, al primo lungometraggio, realizza un film istintivo, dove tutti i materiali contribuiscono a costruire questo puzzle privato nel corso del tempo, dalla seconda metà degli anni ’80 al 2008. Los Zuluagas è un documentario che sa mettersi in gioco e che racconta la delusione, la speranza, la rabbia, l’isolamento, la voglia di ricominciare e, insieme, la necessità di non dimenticare nulla. Recensione ❯
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Un film ancorato al passato ma reso universale con l'efficacia dell'action classica e i riferimenti cinefili. Drammatico, Russia, Estonia, Francia2021. Durata 120 Minuti.
La storia di un uomo condannato alla morte nell'URSS del 1938. Espandi ▽
Fedor Volokonolog è un capitano della sicurezza nazionale nell'Unione Sovietica del 1938. Fa parte del nucleo che si occupa degli interrogatori 'speciali' di coloro che vengono ritenuti, per vari motivi, pericolosi controrivoluzionari. Un giorno decide di essere in pericolo e si allontana trovandosi con gli ex colleghi sulle sue tracce. Un avvertimento dall'altrove lo costringe a una ricerca strenua. Deve riuscire a trovare qualcuno, tra coloro che hanno subito le conseguenze delle sue azioni cruente, che sia disposto ad accettare il suo pentimento e a perdonarlo. Altrimenti le porte del Paradiso per lui resteranno chiuse. Natasha Merkulova e Aleksey Chupov riescono nell'impresa di realizzare un film ancorato ad un preciso periodo storico (l'URSS degli anni che precedono la Seconda guerra mondiale) rendendolo al contempo universale ed attuale.
I due registi mescolano con efficacia l'action classica del genere che potremmo definire di fuga con il tortuoso percorso dettato dalla necessità di una redenzione difficile da conseguire. Recensione ❯
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Un tagazzo si trova ad essere risucchiato dal giro di migrazione in Messico. Espandi ▽
Lorenzo Vigas chiude ad un alto livello estetico e sociale la sua trilogia sulla ricerca della figura paterna. Ad ispirarlo è la realtà latinoamericana che vede aumentare in modo esponenziale la situazione per cui nei nuclei familiari l'assenza del padre è divenuta una condizione ormai 'normale'. Trova così nel giovanissimo Hatzín Navarrete l'interprete ideale per portare sul volto i segni di questa assenza. Senza avere la pretesa di voler fare paragoni indebiti, date le diverse latitudini e temperie culturali, non si può evitare di dire che i fratelli Dardenne hanno un omologo venezuelano per l'umanità e la profondità di uno sguardo che non dimentica di collocare le vicende in spazi definiti e mai casuali. Recensione ❯
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Un documentario sull'attesa della cecità, un'esperienza sorprendente oltre lo sguardo. Espandi ▽
La storia di Sainey, un ventenne gambiano che conosce la dura realtà del suo destino: a causa di un male irreversibile rischia di diventare totalmente cieco. Dopo aver raggiunto l'Italia e aver scoperto che anche qui non esiste una cura, è deciso a imparare più cose possibili per prepararsi alla cecità. In questo viaggio verso l'oscurità, Sainey incontra un nuovo amico e scopre la passione per un nuovo sport, il baseball. Così decide di filmare la sua storia in prima persona e di mostrare al mondo che bisogna reagire anche contro le difficoltà più grandi. Recensione ❯
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In un documentario Julien Faraut racconta la storia della nazionale giapponese di pallavolo. Espandi ▽
Alcune composte, anziane signore orientali si ritrovano dopo molto tempo e chiacchierano, mentre la macchina da presa volteggia attorno a loro. Sono alcune delle ex titolari di una leggendaria squadra di pallavolo, la formazione giapponese Nichibo Kaizuka. Una compagine nata negli anni ’50 in una fabbrica tessile nei pressi di Osaka, passata al professionismo grazie a un allenatore ex militare e iperintransigente, Hirofumi Daimatsu “il diavolo”, e alla volontà di ferro delle giocatrici.
Il soprannome “streghe d’Oriente” è stato affibbiato loro dalle principali avversarie, le sovietiche, contro le quali vinsero sia a Mosca nel 1962 che nel 1964 alle Olimpiadi di Tokyo, dove per la prima volta quella disciplina di squadra entrò ufficialmente. È grazie al fatto che i filmati originali delle loro prodezze siano stati depositati all’archivio INSEP (Istituto Nazionale dello Sport di Parigi) se la loro storia è riemersa dalle teche televisive, e loro stesse, rintracciate e riprese negli ambiti a loro più familiari, hanno potuto raccontare direttamente e per la prima volta la loro singolare esperienza: uno strabiliante numero di vittorie consecutive – duecentocinquantotto, record tuttora imbattuto – frutto di un allenamento particolarmente duro e ripetitivo e di uno spirito patriottico oltre lo stoicismo. Recensione ❯
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In seguito a un'operazione di pulizia etnica due fratelli affrontano insieme l'esilio. Espandi ▽
Spinti all'esilio a causa della devastazione del loro villaggio i componenti di un nucleo familiare finiscono con il disperdersi. Rimangono Kyona e il fratello minore Adriel, due adolescenti che cercheranno di sopravvivere finendo però anche nelle mani di trafficanti di esseri umani.
Grazie a una notevole esperienza nel cinema d'animazione con l'uso della sabbia sul vetro, Florence Miailhe giunge ora al suo primo lungometraggio che è un viaggio non solo nella storia contemporanea ma anche nell'espressione grafica. La tecnica che qui viene adottata è quella della pittura su vetro che dimostra la sua versatilità nell'anticipare talvoltal'espressione dei sentimenti più profondi (di solidarietà ma anche di paura) vissuti dai Kyona e Adriel. Il fatto che tutta la vicenda venga calata in una dimensione atemporale fa sì che la si possa riferire agli orrori che hanno attraversato l'Europa nel secolo scorso così come a quanto sta di nuovo avvenendo. Nei due ragazzi rivediamo i milioni di profughi ucraini. Recensione ❯
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Un cast ricchissimo per un Ai confini della realtà telefonico. La serie perfetta da 'girare' durante una pandemia. Fantascienza, Francia, USA2021. Durata 12 Minuti.
Una serie antologica in cui i misteri nascono attraverso una serie di telefonate apparentemente normali e sconnesse che diventano rapidamente surreali. Espandi ▽
Un uomo al telefono con la propria compagna inizia a sentire strani disturbi e la donna è spaventata da un misterioso intruso... Non è che l'inizio di una serie di eventi impossibili, infatti in altre telefonate ascoltiamo un uomo che lascia casa, ma in quelle che per lui sono poche ore per i suoi cari passano anni interi. E poi: un ragazzo sta per essere condannato per una telefonata che non ha mai fatto; un uomo che ha ucciso una donna si trova a parlare con la sua versione ancora viva nel passato; una donna cerca di comunicare con la madre di cui ritiene di aver causato la morte molti anni prima. Storie paradossali, dove il destino sembra seguire una logica impietosa quanto beffarda. Recensione ❯
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Dopo Squid Game prosegue la missione coreana di conquistare l'occidente... Missione compiuta. Drammatico, Fantascienza - Corea del sud2021. Durata 150 Minuti.
Il mondo è diventato un vero inferno. Si tratta di un caso di omicidi in serie o di giustizia divina? Espandi ▽
Esseri ultraterreni emettono violente condanne, mandando le persone all'inferno e dando origine a un gruppo religioso fondato sull'idea della giustizia divina. Recensione ❯
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Il rapporto alla vita attraverso il discorso della morte. Espandi ▽
Le voci di cinque donne riempiono lo spazio sonoro del film tessendo i fili di una trama: una donna legge i tarocchi; la sopravvissuta del "Massacro del Circeo", uno degli episodi di rapimento e violenza più efferati della cronaca nera italiana, risponde alle domande di un giornalista; una donna accusata dell'omicidio di quattro persone viene interrogata dai magistrati; una donna racconta del suo rapporto con la morte, mentre un'altra cerca nella pratica religiosa una risposta alla violenza. Recensione ❯
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Un accurato documentario in cui lo spettatore diventa uno scrupoloso inquirente, alla ricerca della verità. Documentario, Italia2021.
MYMOVIES.IT 4.00
CRITICA N.D.
PUBBLICO N.D.
Le vicende umane e processuali, ma anche lo scontro, tra Pino Maniaci e Silvana Saguto, due personalità di spicco dell'antimafia che si sono trovate coinvolte in situazioni controverse e accusate di reati contro cui esse stesse dovevano combattere. Espandi ▽
La docu-serie di Netflix sposta il mirino della giustizia dalla mafia all'anti-mafia. Ruggero Di Maggio, Davide Gambino, Flaminia Iacoviello, Daniela Volker, Suemay Oram focalizzano il loro documentario su due dei volti più prominenti della lotta alla mafia degli ultimi vent'anni: il giornalista Pino Maniaci e l'ex-magistrato Silvana Saguto. Entrambi hanno dedicato le loro vite - e soprattutto quelle dei loro familiari - alla verità e a mettere in ginocchio la criminalità organizzata siciliana; ciononostante, si ritrovano entrambi al centro di una nuova guerra, questa volta mediatica, che infanga le loro attività decennali e li porta a uno scontro senza mezzi termini, a suon di accuse reciproche e possibili vendette personali.
La docu-serie ha il pregio di non prendere mai parte nello scontro che, sin dalla fine del primo episodio, si va delineando; tutt'altro: con un inizio che conferma e proclama l'onestà dei due protagonisti, riconoscendone i meriti nella lotta alla criminalità organizzata, nel corso dei sei episodi gli autori sono in grado di non spingere dall'una o dall'altra parte.
Tanto Maniaci, quanto Saguto, sono figure oneste, accompagnate da marito, moglie, figli e altri parenti che coadiuvano le loro attività ma che, con le loro sofferenze e sacrifici, testimoniano l'onestà di entrambi. Recensione ❯
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Le vicende di Phaim, un ragazzo italiano di origine bengalese, mussulmano, che vive in un quartiere multietnico della periferia romana, Torpignattara. Espandi ▽
Asia Bibolotti e Phaim Bhuiyam stanno ancora insieme ma sussiste sempre lo stesso problema. Lui è musulmano e deve arrivare casto al matrimonio. A questo si aggiunge il fatto che la famiglia Bhuiyam ha lasciato il proprio appartamento pensando di trasferirsi. La mancata partenza ha fatto sì che debbano ora vivere in un subaffitto con un'altra famiglia proveniente dal Bangladesh in cui c'è una ragazza, Sumaia, coetanea di Phaim.
Phaim Bhuiyan torna davanti alla macchina da presa affiancandosi per la regia ad Emanuele Scaringi con il quale riesce a conservare la freschezza del film d'esordio che gli era valso un Nastro d'argento e un David di Donatello.
Il regista conserva intatto lo sguardo ironico ed autoironico che permette di guardare anche alle situazioni più complesse del suo turbamento social-amoroso con un sorriso che però non rinuncia a riflettere su quanto accade in una quotidianità che può essere quella di tanti giovani che, come Asia e Phaim, stanno costruendo una relazione che vada oltre alle rigidità familiari dell'uno e alla presunta liberalità del padre dell'altra. Recensione ❯
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