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«Ci sono le persone che passano inosservate. E poi c'è Masih Alinejad». Diario dal tour di Be My Voice

«Mi sembra di conoscerla da una vita e invece sono passate solo trentasei ore da quando l'ho incontrata per la prima volta». La giornalista e attivista iraniana, da anni in esilio negli Stati Uniti per via delle sue battaglie, è in Italia per un tour che nel giro di sette giorni la porterà a incontrare il pubblico di sette città. Be My Voice sarà al cinema da lunedì 7 marzo.
di Elisabetta Pieretto

Masih Alinejad . Interpreta Se stessa nel film di Nahid Persson Be My Voice.
domenica 6 marzo 2022 - Focus

«Ci sono le persone che passano inosservate. E poi c'è Masih Alinejad». È il WhatsApp che mi ha scritto un'amica giornalista appena terminata l'intervista in diretta di Diego Bianchi a Masih, l'ultimo appuntamento in schedule per lei di una due giorni fitta nella capitale.

È atterrata arrivando direttamente da New York - dove adesso vive dopo aver chiesto asilo politico - per intraprendere un tour che nel giro di sette giorni la porterà a incontrare il pubblico di sette città, su e giù per l'Italia.

Per Masih viaggiare non è un problema, così come non dormire. È un vulcano che sembra non esaurire mai le energie. È venuta in Italia a promuovere Be My Voice, il documentario diretto da Nahid Persson che racconta come è diventata un'attivista politica che su Instagram conta 6.7 milioni di follower.

C'è anche Nahid nel tour e mentre Masih è sul palco di Propaganda, Nahid, sul fondo, riprende con il suo telefonino. Da quando si sono rincontrate in hotel il giorno prima (erano almeno due anni che non si vedevano) non si sono abbandonate un momento e, soprattutto, Nahid non ha smesso un momento di riprendere. Sta girando il suo nuovo documentario, ancora un tema di mancata libertà, ancora una storia sull'Iran, perché, mi dice mentre aspettiamo che Masih ci raggiunga dopo la sua intervista, è il modo migliore che ho di far sentire la mia voce.

Ci raggiunge Masih, visibilmente provata dal suo intervento, non perché sia stato difficile (sembra nata per tenere discorsi in pubblico) ma perché è evidente che ci mette anima e corpo in quello che fa e che rappresenta, nella battaglia che porta avanti. D'istinto va verso Nahid che la abbraccia, poi viene verso di me e anch'io faccio lo stesso. Mi sembra di conoscerla da una vita e invece sono passate solo trentasei ore da quando l'ho incontrata per la prima volta. Quando stai accanto alle persone che mordono la vita il tempo sembra viaggiare a una velocità quintuplicata.

Mentre in macchina torniamo verso l'hotel, Masih e Nahid parlano fitto fitto in farsi, forse è solo una mia fantasia ma ho come l'impressione che siano più felici quando parlano nella loro lingua, rispetto all'inglese. La lingua materna si dice sia la lingua delle emozioni, no? Mi convinco di questo anche perché con la scusa del mio isolamento linguistico posso staccare la testa dalla tabella serrata di questi due giorni e lasciare andare i pensieri, un esercizio quasi ginnico di rilassamento. Riavvolgo il nastro e ripenso alla sera prima, all'anteprima a Roma.


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Masih Alinejad e la regista Nahid Persson.
Masih Alinejad e la regista Nahid Persson.
Masih Alinejad sul palco per raccontare la sua battaglia e presentare al pubblico Be My Voice.


Poco prima di entrare in sala Masih mi dice che è la prima volta che accompagnano il film insieme; il documentario è stato venduto in parecchi paesi ma per via della pandemia Nahid ha potuto accompagnarlo poco. Quanto a Masih, non è facile per lei organizzare viaggi perché essendo sotto protezione va ogni volta stabilito tutto a monte e capito se può farlo o meno.

Quando le è stata data la green line, come la chiama lei, è impazzita perché mi dice che ama l'Italia. Realizzo poco prima di entrare in sala che per loro due è il primo pubblico che incontrano. Entriamo sul finale e al primo cartello parte l'applauso; quando si alzano le luci e vengono illuminate, la gente comincia ad alzarsi in piedi, continuando ad applaudire. Siamo di fronte a quella che tecnicamente si chiama standing ovation. E sarà pure per la precarietà del momento, ma ho l'impressione che ci sia una certa commozione e che le persone abbiano voglia di parlare con le due iraniane arrivate una da New York e l'altra dalla Svezia, come se il documentario avesse aperto un desiderio di confronto ancora più grande.

La Masih pubblica è molto centrata, parla con disinvoltura e determinazione, sorride ma è ferma quando spiega che il suo cellulare è la sua arma di resistenza perché con un uso consapevole dei social ha scoperto un modo di far sentire la propria voce e quella di tutte le donne e uomini (perché la sua è sì una campagna contro l'obbligo del velo imposto dalla sharia ma non è una battaglia condivisa solo dalle donne). Eppure, chi tra il pubblico la sente parlare con tanta determinazione ha appena finito di vedere un film in cui non ha paura di mostrarsi anche nelle sue debolezze.

La Masih privata è più vulnerabile, non torna nel suo paese e non vede la sua famiglia da troppi anni. Me lo ero chiesta già vedendo il film, adesso che l'ho conosciuta anche di persona mi domando da dove arrivi tutta la forza che ha. Sul palco di Propaganda ha spiazzato tutti quando, sul finale si è messa a cantare. In Iran non lo potrei fare nemmeno per strada, mi dice mentre rientriamo. La guardo entrare in hotel e ripenso a un momento del documentario, quello in cui, in un'intervista televisiva in America, dice che “il governo dell'Iran pensa che io abbia troppi capelli, troppa voce e che abbia troppo di una donna”.

Mentre rientro in taxi dopo una due giorni che mi è sembrata un lungo serrato piano sequenza mi domando come trattenere anche solo un poco di quella vitalità.


BE MY VOICE: LA RECENSIONE
Tanta curiosità per Masih Alinejad da parte del pubblico presente alle anteprime.
Masih Alinejad all'anteprima di Be My Voice.
Il pubblico in coda per accedere ad una delle anteprime di Be My Voice, alla presenza di Masih Alinejad e della regista Nahid Persson.

Elisabetta Pieretto è tour manager per il tour di promozione di Be My Voice con Masih Alinejad e Nahid Persson: 3 marzo Roma/Cinema Quattro Fontane, 5 marzo Firenze/Cinema Stensen, 6 marzo Pordenone/Cinemazero e Udine/Visionario, 7 marzo Milano/Cinema Anteo, 8 marzo Bologna/Kinodromo. Be My Voice sarà nei cinema di tutta Italia dal 7 marzo.


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