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Yuri Ancarani: «Venezia non è romantica, è incredibilmente dark»

L'intervista al videoartista e regista di Atlantide, una storia di iniziazione maschile, violenta e predestinata al fallimento. Al cinema il 22, 23 e 24 novembre.
di Rossella Farinotti

Yuri Ancarani - Acquario. Regista del film Atlantide.
lunedì 22 novembre 2021 - Incontri

Atlantide è l’ultimo lungometraggio di Yuri Ancarani. Dalla Mostra del Cinema di Venezia il film ha poi esordito a Milano all’apertura del Filmmaker Fest, rispettando quei codici che hanno sempre legato Yuri all’arte visiva e ora uscirà al cinema, distribuito da I Wonder Pictures, il 22, 23 e 24 novembre. Il grande cinema coi pop corn prevede una nuova platea per Ancarani e un nuovo impatto per questo film che racconta una storia di giovanissimi che animano la laguna di Venezia che il regista ha deciso di raccontare. Atlantide è girato intorno a una Venezia non conosciuta, ma un po’ nascosta e borderline dove Daniele, il protagonista, con il suo barchino dedicato alla fidanzata Maila, è una guida taciturna che fa scoprire luoghi speciali.

Barchini dalle luci fluo, catene d’oro ispirate alla Dark Polo Gang, adesivi come sul buster … in Atlantide ti sei inserito in un contesto molto circoscritto di giovanissimi, in una realtà quasi segreta e borderline. Quello che accade nei meandri della laguna sud di Venezia è davvero una narrazione di un micro-mondo. Come ne sei venuto a conoscenza? E come hai approcciato Daniele e gli altri ragazzi protagonisti?
Quando si parla di Venezia si trattano i soliti argomenti: tematiche come il flusso spropositato di turisti, o lo spopolamento della città. Ma esiste anche una moltitudine di giovani che vuole farsi sentire. Sono tantissimi e gridano il loro diritto ad esistere a suon di trap! Una volta trovato un ragazzo, ci siamo connessi con tutti gli altri. Siamo approdati nei loro luoghi di incontro, lontano dai turisti e dagli adulti. Per quanto ti sembrerà irreale questo punto di vista della città di Venezia, ti assicuro che le persone che mi sono state più vicine e riconoscenti sono stati proprio i veneziani. Finalmente, dopo tanto tempo, hanno rivisto una città che riconoscono. Questo fa capire quanto viviamo attaccati a degli stereotipi che, oltretutto, sono nati da un cinema hollywoodiano che non ci rappresenta. Venezia non è romantica, ma è incredibilmente dark.

Non hai utilizzato uno script, né tantomeno una sceneggiatura. Come da tua prassi. E questo approccio si intravede tra una sequenza e un’altra. Quando hai realizzato il film in questi due anni passati, avevi già in mente questi episodi, o li ha creati come un flusso narrativo dettato dalle azioni dei ragazzi che seguivi con la tua camera?
Mi interessa creare un film vero, nuovo, fresco e che parli esattamente di questo momento. Non è immaginabile scrivere una sceneggiatura nel 2017, aspettare i finanziamenti e presentare il film nel 2021. Ci troveremmo di fronte a un film vecchio. Nel caso di Atlantide, ad esempio, quante cose sarebbero accadute a Venezia nel frattempo? Abbiamo girato, montato e costruito il film insieme ai ragazzi in divenire, era il modo migliore per portare al pubblico un piatto fresco gustoso e fatto in casa. Nessun piatto riscaldato per gli spettatori di Atlantide! Scoprire i segreti della vita dei ragazzi ogni giorno è stato sorprendente.

Il tema “acqua”: è forse scontato, ma è ovviamente un rimando chiaro di alcune tue storie filmate - Piattaforma Luna, Ricordi per moderni, ad esempio - e anche ai luoghi dove sei cresciuto. È per questo motivo che hai scelto di girare in laguna?
Vengo da Ravenna, la città de Il deserto rosso, il film di Michelangelo Antonioni. Ravenna è una terra di valle, diversa dalla laguna, ma simile. Questi immaginari fatti di acque ferme, benzina, città immobili e musica a palla fanno parte della mia storia.

La colonna sonora è importante in Atlantide. Le musiche di Lorenzo Senni e la traccia di Sick Luke sono senza dubbio un valore aggiunto. Avete lavorato insieme su questo, una volta realizzato il film, o è stato il frutto di un dialogo durante la lavorazione?
La colonna sonora è fondamentale. Soprattutto in periodo di lockdown. Stiamo parlando di 60 minuti di musica a tutto volume. Atlantide è un film che vive di contrasti in ogni inquadratura, e anche la musica condivide questo approccio. Da una parte sono presenti le basi trap della musica dei ragazzi composte dal ventenne Sick Luke, al suo debutto in un’impresa così diversa da quello che ha prodotto fino ad ora; dall’altra parte la musica colta senza tempo di una composizione orchestrale impeccabile di Lorenzo Senni e Francesco Fantini. Due mondi molto diversi che creano scontri e incontri restituendo così al film un carattere decisamente interessante e nuovo.


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