Titolo originale | Asa ga Kuru |
Titolo internazionale | True Mothers |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 140 minuti |
Regia di | Naomi Kawase |
Attori | Arata Iura, Hiromi Nagasaku, Taketo Tanaka, Aju Makita, Miyoko Asada Komai Ren. |
Uscita | giovedì 13 gennaio 2022 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | Kitchen Film |
MYmonetro | 3,31 su 18 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 12 gennaio 2022
Una coppia che ha adottato un bambino deve fare i conti con una donna che si finge la madre biologica. In Italia al Box Office True Mothers ha incassato 15 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
|
Satoko e Kiyozaku Kurihara non possono avere figli. Dopo aver valutato diverse opzioni alternative per diventare genitori, scelgono di adottarne uno e si rivolgono a Baby Baton, un luogo incantevole nella prefettura di Hiroshima dove vengono accolte ragazze incinte, spesso molto giovani, che non potranno tenere con sé la propria prole. Una di queste ragazze, Hikari, affida il figlio Asato ai Kurihara, ma cinque anni e molte vicissitudini dopo li rintraccerà per poter rivedere Asato.
Ai vagiti di un bebè segue un'inquadratura del mare di Hiroshima, placido e avvolgente come un liquido amniotico. Fin dal suo incipit True Mothers ruota attorno al concetto di maternità e al suo impatto sulla vita di una donna, declinandolo poi su tre figure femminili e materne, che rappresentano rispettivamente il desiderio di maternità (Satoko), la sua sublimazione e astrazione (Shizue Asami) e la sua privazione (Hikari).
Satoko è disposta a tutto pur di avere il figlio che Kiyozaku non può darle e realizzarsi come madre; Asami è "madre" delle ragazze perdute che approdano sulla sua isola; Hikari è una vittima dell'entusiasmo adolescenziale, che ha spinto il suo romanticismo laddove l'età, la società e la famiglia non lo consentono. Le loro traiettorie si intrecciano a più riprese, mentre i flashback si mescolano al racconto coniugato al tempo presente, permettendoci di capire cosa ha portato i personaggi a questa situazione.
La narrazione non è mai diacronica, avanza e indietreggia, mentre lo stile rimane quello caro a Kawase: inquadrature semplici di volti sinceri e spontanei, illuminati da una luce che sembra poter bucare ogni nuvola e abbattere ogni ostacolo. O forse mettere chiarezza nelle menti turbate degli uomini odierni, malati di egocentrismo e scarsa fiducia verso il prossimo.
Kawase gioca continuamente con lo spettatore, inducendolo ad assecondare i propri pregiudizi per poi smentirlo con i fatti. Man mano che si dipana la matassa delle vite dei personaggi e che conosciamo le difficoltà che hanno affrontato, il giudizio di chi guarda è infatti destinato a mutare, a sostituire con la pietà e la comprensione l'istintivo moto di disprezzo o rifiuto iniziale.
Tangenzialmente il percorso di Kawase sfiora temi sociali ancora fortemente sentiti in Giappone: la necessità per la madre di rinunciare al lavoro come precondizione per l'adozione, le difficoltà di ragazze madri che, attraverso l'espediente delle videointerviste di Hikari, sono affrontate da Kawase con uno stile documentaristico.
Il passaggio da un registro all'altro è affrontato senza clamore e con attenta capacità di mimesi, entrando e uscendo da generi cinematografici (il documentario, il mélo su amori adolescenziali, ecc.) ma mantenendo la sobrietà delle immagini come stella polare. A True Mothers si può solo, forse, rimproverare un po' di autoindulgenza distribuita su più di 140 minuti di film, ma ogni digressione e apparente verbosità aiuta a comprendere meglio la psicologia dei personaggi. E quindi a costruire la chiave per accedere al senso ultimo di un film profondamente umano e - in tempi di cinismo imperante - quanto mai necessario.
TRUE MOTHERS disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
||
€14,99 | – | |||
€14,99 | – |
Il film della regista giapponese Naomi Kawase True Mothers è una splendida sinfonia cantata, di una dolcezza infinita, della vita. Anche la colonna sonora e la natura fanno parte a pieno titolo dello spartito. Mi viene in mente quando Valentina in West Side Story (Spielberg) dice ad Anton, verso la fine, “ … la vita? Perché la vita è più importante anche dell’a [...] Vai alla recensione »
Vincerà Sorrentino l'ambita statuetta come Miglior Film Straniero con il commovente "È stata la mano di Dio"? È una domanda che mi sono posta subito dopo la visione di "True Mothers", diretta dalla regista giapponese Naomi Kawase e candidata all'Oscar nella stessa cinquina del film prodotto da Netflix e vincitore del Leone d'Argento all'ultima edizione del Festival di Venezia.
Il tema della doppia maternità non è propriamente nuovissimo, e, senza scomodare le parabole bibliche con Re Salomone sapiente e saggio, di recente il cinema, anche italiano, ha più o meno direttamente affrontato lo scottante argomento della maternità negata e delegata con L'arminuta di Giuseppe Bonito. Nel panorama internazionale, invece, Madres parallelas di Almodóvar istituisce un rapporto tra la [...] Vai alla recensione »
Undicesimo titolo di Naomi Kawase, "True Mothers" si ambienta nel Sud del Giappne, tra Nara e Hiroshima; segue la triettoria di due donne, le incrocia con ritorni indietro e avanzate nel tempo, riprese di scene già viste con giustificazioni ulteriori per chiarire perfettamente la loro identità morale che risolve nell'ultima inquadratura. La maternità è il tema portante di tutto il film, e oscilla tra [...] Vai alla recensione »
Appena dopo i titoli di testa, a schermo buio, si odono le grida di una partoriente e i vagiti del neonato. Poi il mare di Hiroshima riempie l'inquadratura come un liquido amniotico. È subito chiaro che il tema trattato è la maternità. Quella che Satoko desidera ma che il marito Kiyozaku, sterile, non le può consentire; quella che l'adolescente Hikari conosce suo mal- grado al primo rapporto sessuale; [...] Vai alla recensione »
Giochiamo un po' con i titoli, per cominciare: True Mothers come Madre di Bong, La madre di Muschietti, Madre! di Aronofsky, Madre di Sorogoyen; le Madres paralelas e molto altro cinema di Almodóvar; Mia madre di Moretti e La scomparsa di mia madre di Barrese; Tutto sua madre di Gallienne per citarne solo alcuni, diversissimi, tra l'altro, nell'approccio al tema; come molte sono le opere che affrontano [...] Vai alla recensione »
Per una madre un'adozione può essere un trauma o un miracolo. Così si può riassumere il quattordicesimo lungometraggio di Naomi Kawase. In True mothers ci vengono mostrate due donne, la giovane Hikari (Aju Makita) e Sakoto (Hiromi Nagasaku), prima e dopo il loro diventare madri. Hikari rimane incinta mentre va ancora a scuola. Sakoto, sposata con un uomo sterile, adotta un bambino appena nato.
Selezionato per lo sfortunato Festival di Cannes del 2020, True Mothers, undicesimo lungometraggio della cinquantatreenne regista giapponese Naomi Kawase, è un film dedicato a un argomento di altissimo spessore morale, ovvero l'adozione di un bambino e il rapporto fra i genitori adottivi e la madre biologica e possiamo dire fin da subito che la regista - il film è tratto da un romanzo di qualche anno [...] Vai alla recensione »
Sui conflitti legati all'adozione, tra madri biologiche e madri "legali", ma anche fra ragazzi adottati in cerca di identità e i genitori acquisiti, il cinema si è già espresso più volte, da Segreti e bugie del britannico Mike Leigh a La guerra di Mario di Antonio Capuano. E anche il teatro, a cominciare dal famoso Cerchio di gesso del Caucaso di Bertolt Brecht, ispirato a una leggenda orientale.
Satoko e Kiyozaku Kurihara non possono avere figli e scelgono di adottarne uno rivolgendosi a Baby Baton, nella prefettura di Hiroshima, dove vengono accolte ragazze incinte, spesso molto giovani, che non potranno tenere con sé i nascituri. Una di queste ragazze, Hikari, affida il figlio Asato ai Kurihara, ma cinque anni e molte vicissitudini dopo li rintraccia per poter rivedere Asato.
Satoko e il marito Kiyo Kazu decidono di adottare un bambino. Sei anni dopo li ritroviamo, felici e sereni, vivere con il piccolo Asato. Un giorno, però, si presenta una donna, Hikari, che pretende il figlio indietro o dei soldi in cambio. Lo aveva avuto a 14 anni, costretta a darlo in adozione per la giovane età. Ma è la vera madre? Due maternità messe a confronto, tra passato e presente, incrociando [...] Vai alla recensione »
Al trentesimo piano di un grattacielo della nuova Hiroshima, Satoko e suo marito crescono il figlio adottivo, partorito a 14 anni in un'isola di ciliegi e gabbiani da Hikari, che un giorno va in città e telefona: «Vorrei indietro il mio bambino». Quando parliamo di due madri in occidente pensiamo subito alla dicotomia naturale/adottiva, oggi anche alla tremenda locuzione utero in affitto.
Due madri: una naturale, che ha messo al mondo un bimbo da adolescente ed è stata costretta a cederlo, e una adottiva, che ha accolto felice quel neonato. Due protagoniste in un Paese come il Giappone, dove «esiste un sistema di adozione speciale che garantisce il trasferimento integrale di diritti e doveri dai genitori biologici a quelli adottivi».
Distillato di Naomi Kawase (firma regia, sceneggiatura e fotografia), memoria di un abbandono riflesso su fotogrammi liquefatti, trasparenze, rami fioriti che si prendono la scena. La regista giapponese torna sul tema della perdita, e su di sé bambina alla ricerca della "vera madre". Questa volta, però, il racconto (tratto dal romanzo di Mizuki Tsujmura) si districa dal flusso di visioni oniriche e [...] Vai alla recensione »
Come si determina l'istinto materno? Esiste poi? Domande sulle quali ancora oggi si continua a discutere ed interrogarsi. È giusto riflettere sulla maternità e su quale parte essa rivesta nella determinazione del ruolo della donna nella società. Lo fa anche la regista giapponese Naomi Kawase in questo suo nuovo film, True Mothers.. Liberamente tratto dal romanzo omonimo di Mizuki Tsujimura il lungometraggi [...] Vai alla recensione »
È vero. Naomi Kawase non ce la fa più. È come se il suo cinema si fosse ormai costretto in una forma convenzionale, da "esportazione", azzerando in un colpo solo la sua capacità di passare dal viscerale allo spirituale. Seppur torna a temi consueti, come la maternità, l'ansia, il travaglio, l'impossibilità e la liberazione del dare alla luce, tutto si traduce ormai nello schema meccanico di un melodramma [...] Vai alla recensione »
Una telefonata in cui una madre sostiene di essere la mamma del figlio allevato dalla donna all'altro capo del filo. La quotidianità e la serenità familiare vanno in frantumi, ogni ordine sovvertito, ogni verità in discussione. Intuiamo progressivamente il quadro di un doppio dramma irrisolvibile. Arriva oggi alla Festa del Cinema di Roma uno dei film più attesi della rassegna di quest'anno: Asa ga [...] Vai alla recensione »
Sarebbe stata la settima volta a Cannes per la giapponese Naomi Kawase, da oltre un ventennio abbonata alla Croisette (vincitrice della Camera d'Or all'opera prima, poi cinque partecipazioni in concorso e una in Un Certain Regard). È andata com'è andata, ma, a testimonianza dell'amicizia che lega la regista e il festival, True Mothers fa il giro del mondo - e arriva anche alla Festa del Cinema di Roma [...] Vai alla recensione »