Titolo originale | Ma Ma He Qi Tian De Shi Jian |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Cina |
Durata | 133 minuti |
Regia di | Li Dongmei |
Attori | Cheng Shuqiong, Wang Xiaoping, Ge Wendan, Xiao Guoli, Gong Yanxin . |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 3,19 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 27 agosto 2020
Attraverso gli occhi di una ragazza si vive una settimana in un villaggio della Cina negli anni '90.
CONSIGLIATO SÌ
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Estate 1992. Una settimana nella vita della dodicenne Xiaoxian che vive in un villaggio di campagna della Cina. In quei pochi giorni sarà testimone di alcuni avvenimenti di cui uno in particolare segnerà la sua vita. La madre muore di parto mettendo al mondo la quinta figlia.
Li Dongmei, alla sua opera prima, ripercorre i giorni di quando, ventisette anni fa, si trovò ad affrontare ancora bambina la morte della madre.
Ne nasce un film che si basa sui ricordi e che per grandissima parte ad essi fa riferimento per la narrazione. Il suo è un cinema che si ispira ad Ozu e a Bresson ponendo il focus sulla quotidianità. Suddiviso in giorni, in ognuno di essi ci descrive la vita di una famiglia seguendone i ritmi dettati dagli impegni e dalle ore. Partendo da questi ci porta alla cittadina in cui la protagonista frequenta la scuola e lo fa senza mai forzare sui tempi. La lentezza diventa così funzionale alla descrizione della vita e delle attività che nel suo corso si sviluppavano in quegli anni. Ogni inquadratura appare come molto pensata nella sua composizione al fine di offrire allo spettatore la sensazione di una dimensione di vita sociale e di esistenza individuale che non è destinata a cambiare. In essa invece irrompe inattesa la morte che spezza, soprattutto per Xiaoxian, il guscio protettivo offerto dalla convinzione che il decesso di un congiunto non possa riguardarla da vicino. La lentezza dello scorrere delle giornate non viene però mutata dall’evento ma si trasforma in un rito che finisce con l’imporre una crescita forzata. Il poterne portare sullo schermo le fasi ha costituito indubbiamente un momento catartico per la regista mettendo in evidenza una delle tante possibili funzioni del cinema.
Lento è lo scorrere del tempo, ma breve è spesso la vita. In Mama, opera prima della regista cinese Dongmei Li, la quotidianità è sospesa nei piccoli gesti, spesso insignificanti o automaticamente ripetitivi, la cui percezione si allunga o si contrae a seconda di ciò che si prova, in un estenuante succedersi dei fatti. Xiaoxian è una ragazzina di 12 anni, la seguiamo con un istinto partecipativo, lungo [...] Vai alla recensione »
Apparentemente riservata e introversa, Li Dongmei non avrebbe mai pensato di fare cinema - eppure è successo: il primo lungometraggio arriva quasi per caso e parla un idioma talmente semplice da risultare criptico. Mama è la storia di un lutto - quello subìto dalla regista stessa, orfana di madre a soli dodici anni. La pellicola, dichiaratamente autobiografica, si rinchiude in una sorta di mutismo [...] Vai alla recensione »
Un affresco di vita quotidiana in una Cina rurale, in un villaggio in cui la vita è ancora regolata dai ritmi della natura, dove la ciclicità di vita e morte segue un ritmo velocissimo rispetto agli standard della società urbana. Mama (il titolo originale è Ma ma he qi tian de shi jian), presentato alle Giornate degli Autori 2020, rappresenta l'esordio al lungometraggio di finzione per la regista cinese [...] Vai alla recensione »
Sette giorni: sono i capitoli che scandiscono il racconto - la «memoria di quell'estate», come dice la regista -, sono la concentrazione o dispersione di tracce minime, impercettibili, di senso, sono un tempo. È il mondo di Mama (Ma ma he qi tian de shi jian) - in concorso alle Giornate degli Autori -, lungometraggio d'esordio della cinese Li Dongmei, che nelle note di regia specifica: «Mia madre [...] Vai alla recensione »