Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Michele Aiello |
Uscita | giovedì 23 settembre 2021 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | ZaLab |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,60 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 21 settembre 2021
Questo documentario racconta come è stata affrontata la pandemia da Covid-19 a Brescia. In Italia al Box Office Io resto ha incassato 16,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Brescia, marzo 2020. Michele Aiello ci introduce nell'ospedale cittadino per mostrarci dall'interno quanto accade tra le mura di un luogo in cui si tenta di salvare chi è stato colpito in modo severo dal Covid affrontando con professionalità ed umanità la pandemia.
Presentato al Festival del documentario di Nyon e al Biografilm Festival di Bologna il film di Aiello si aggiunge ora ai già numerosi documentari che si sono occupati dei momenti più gravi della pandemia.
Questo, insieme al fatto che il senso di overdose da informazioni sul Covid sta ormai pervadendo un po' tutti, rischia di penalizzarlo nella sua uscita in sala. A settembre 2021 un documentario come il suo potrebbe finire con il diventare di focale interesse per chi ha vissuto l'infausta esperienza in loco (cioè a Brescia) oppure come documento da consegnare agli archivi storico-sociali per riflettere in un futuro su quanto accaduto nel 2020 in Italia e nel mondo e su come si è operato per contrastare la pandemia.
Ciò nonostante le indubbie qualità di un'opera che si è assunta, anche sul piano della struttura narrativa, dei rischi con la consapevolezza del metodo per superarli. Perché Aiello decide di non far uso né di voce narrante né di uno o più personaggi o situazioni a cui affidare il ruolo di fil rouge.
Il suo documentario si configura come una raccolta di scene non collegate tra loro se non per il fatto di svolgersi all'interno dello stesso luogo: l'ospedale. Diventa così l'unico film che si colloca all'interno di una struttura sanitaria mostrando dalle più diverse angolazioni il rapporto tra medici ed infermieri e pazienti. L'unico in grado di cercare di sopperire all'isolamento (anche per lunghi periodi) delle persone affette dal virus.
La telecamera diviene quasi invisibile nel seguire l'attività degli operatori sanitari, sia nelle riunioni che nei momenti di elevata tensione. Spesso sono i vetri delle finestre a costituire una barriera al di là della quale si trova chi soffre e dall'altra parte chi cerca, con una parola o un suggerimento, di alleviare la sua sofferenza.
Aiello e il suo operatore assumono il ruolo di testimoni in un percorso che nessuna sceneggiatura poteva stabilire a priori perché a dettarne le sequenze era il nemico da combattere: il virus. Lo fanno con lucidità ma anche con partecipazione.
Un affresco molto emozionante di quello che è successo. Un film ricco di emozioni e tanti spunti di riflessione. Una giusta distanza che lo rende speciale. Il film è adatto ad un pubblico adulto ma in sala c erano anche molti giovani di varie età. Interessante la presenza del regista e degli interventi da parte del pubblico in quanto il film ha suscitato diverse emozioni in base a diversi punti di [...] Vai alla recensione »
Esiste un momento nella nostra vita in cui cambia tutto. È lo scorrere degli eventi, piccole o grandi cose che modificano un percorso condotto nell'indecisione tra mille sentieri. Nulla sarà come prima e dopo, comunque, non sarà lo stesso perché, appunto, i sentieri che scegliamo o nei quali ci troviamo sono mille. Esiste un momento nella nostra vita in cui l'esistenza non si può più intendere al singolare. [...] Vai alla recensione »
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Wiseman ha dichiarato: «La mia ricerca sulle istituzioni sociali e sulle persone si basa soltanto sulla forza dell'osservazione». Aiello con Io resto mette alla prova l'efficacia di questa "buona pratica" registica confrontandosi con una situazione incandescente: un mese dentro gli Spedali civili di Brescia, durante il primo picco pandemico del COVID-19.
Il documentario Io resto di Michele Aiello, prodotto dal regista e da ZaLab Film, in anteprima italiana al Biografilm Festival di Bologna, mostra la cronaca di una struttura sanitaria bresciana nel marzo 2020. Un racconto per frammenti, un'alternanza di dialoghi e sole immagini, partecipazione emotiva e lunghi silenzi. Pazienti e familiari, infermieri, medici e personale sanitario ritratti con naturalezza, [...] Vai alla recensione »
Il grande cilindro della ciminiera dell'inceneritore che da qualche decennio rappresenta lo skyline della città. Con questa immagine, dall'autostrada, si apre Io resto, il documentario di Michele Aiello presentato nella sezione Grande Angle del 52° Visions du Réel di Nyon. Stiamo arrivando a Brescia che, nel marzo del 2020, nella prima fase della pandemia di Covid-19, è stata una delle città più duramente [...] Vai alla recensione »