La discesa crepuscolare di un uomo dominato da pulsioni contrapposte. Un Craxi più vero del vero grazie a un gigantesco Favino
. Recensione di Paola Casella, legge Matteo Berardinelli.
di A cura della redazione
Hammamet, fine del secolo scorso. Il Presidente ha lasciato l'Italia, condannato per corruzione e finanziamento illecito. Accanto a lui moglie e figlia, mentre il secondogenito è in Italia per gestirne l'eredità politica. Sono gli ultimi giorni di una parabola umana e politica che vedrà il Presidente dibattersi fra malattia, solitudine e rancore.
Amelio affronta una pagina controversa della Storia d'Italia. Si concentra sulla dimensione umana di Craxi e su quella scespiriana e kafkiana della sua storia pubblica.
Favino giganteggia incarnando un Craxi più vero del vero nella voce, nel gesto, e soprattutto nell'essenza drammatica. La sua non è solo una metamorfosi, ma l'interpretazione magistrale di un uomo dominato da pulsioni contrapposte.
Un uomo il cui tempo è scaduto, ma la cui discesa crepuscolare verso la fine non riesce a privarlo della sua visione dall'alto.
In occasione dell'uscita al cinema di Hammamet, Matteo Berardinelli interpreta la recensione di Paola Casella.