Titolo originale | Wounds |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico |
Produzione | USA |
Durata | 94 minuti |
Regia di | Babak Anvari |
Attori | Zazie Beetz, Armie Hammer, Dakota Johnson, Alexander Biglane, Brad William Henke Karl Glusman, Kerry Cahill, Kenneth Kynt Bryan, Ritchie Montgomery, Lawrence Turner, Christin Rankins, Benjamin Daniel, Matthew Underwood, Luke Hawx, Terence Rosemore, Jim Klock, Martin Bats Bradford, Creek Wilson, Xena Zeit-Geist, Kermit C Burns. |
MYmonetro | 2,75 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 24 ottobre 2019
Un telefono in un bar porterà a sconcertanti conseguenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Will fa il barista a New Orleans. È simpatico e affascinante, riesce a tenere sotto controllo gli avventori più irrequieti e ha una cotta per una delle frequentatrici più assidue, la bella Alice. Ma Alice è impegnata e per la verità lo è anche Will che convive con Carrie, studentessa universitaria diligente e motivata. Will invece non ha mai completato gli studi e ha scelto un'esistenza nel ventre molle della città, quello privo di musica e di lustrini carnevaleschi. Una sera, nel bar dove l'uomo lavora, scoppia una lite furibonda fra un veterano della guerra in Afghanistan e alcuni energumeni. Un gruppo di ragazzetti filma il tutto e, abbandonando il campo quando la lite rischia di trasformarsi in tragedia, lascia lo smartphone sul pavimento. Will lo raccoglie e lo porta a casa: da quel momento inizia per lui un'odissea che lo attirerà verso un mistero cui si accede attraverso un portale: un buco nero e una voragine dal richiamo irresistibile.
Il regista inglese di origini iraniane Babak Anvari ha adattato per lo schermo il romanzo di Nathan Ballingrud "The Visible Filth", ovvero la sporcizia visibile, e fa precedere le immagini del suo film da una citazione di Joseph Conrad (cognome che assegna anche ad uno dei personaggi della storia) tratta da "Cuore di tenebra".
Il tema dunque è dichiarato: attraverso le ferite (le wounds del titolo) si può intravvedere la « sporcizia» nascosta dentro gli esseri umani, anche quelli simpatici e affascinanti come Will. E l'oscurità fa presa su quest'uomo che sembra inizialmente soddisfatto delle proprie scelte ma è in realtà divorato da inconfessabili sensi di colpa e di inadeguatezza. È questo lo spunto più interessante (sebbene non particolarmente originale) di Wounds, soprattutto alla luce del film precedente diretto da Anvari, Under The Shadow, che vedeva protagonista un'eroina femminile in cerca di emancipazione. Qui invece (senza rivelare il finale) il protagonista è un uomo apparentemente risoluto, ma in realtà fragile e impaurito. E poiché uno dei personaggi di contorno è Eric, il veterano di guerra che tiene in camera la bandiera dei Confederati, è facile intuire che al centro della storia ci sia una riflessione sul maschio bianco disorientato e perdente, e sulla virilità yankee ridotta in posizione fetale.
Le ferite in battaglia di questi (ex) maschi alfa diventano portali di accesso per la violenza e il Male perché chi è «vuoto dentro», come afferma la citazione di Conrad, vi è naturalmente predisposto. Will si sente inferiore alle donne, detesta i millennial perché hanno ancora le possibilità che lui si è già giocato, scaccia gli scarafaggi che lo circondano ma ne sospetta intimamente la provenienza, e butta via la sua vita senza riuscire a dare o ricevere amore. Ma il modo in cui la sua storia è raccontata non è altrettanto efficace del suo (possibile) significato. Anvari mette a frutto tutti i cliché horror senza creare nulla di veramente innovativo, e ricorre soprattutto al sonoro per creare e far esplodere la tensione, eludendo quella sensazione raggelante che il tema del film vorrebbe suscitare. Armie Hammer è credibile nella sua fisicità esteriore di vincente così come nella sua essenza intimamente tormentata, e la sua recitazione legnosa è adeguata a questo protagonista in diniego. Efficace anche Zazie Beetz, già notevole nella serie Atlanta, qui nel ruolo della saggia ma fallibile Alice. Purtroppo però regia e sceneggiatura non spiccano il volo, e Wounds resta ancorato ai canoni di genere senza mai elevarsi ad un livello artistico superiore.
Non si può neppure consigliarlo agli amanti del genere horror perchè di horror qui ne troviamo poco. Trama inconsistente: un cellulare si insinua attraverso messaggini in chi viene in contatto con essi o qualcosa del genere. La pellicola era partita anche bene, c'era una certa suspence, un certo ritmo (anche nei dialoghi), una certa attesa per qualcosa che sarebbe successo.
Inizialmente il film sembrava interessante con un bel ritmo incalzante ,ma ha perso il filologico talvolta senza idee, senza una trama Chiara sono con un'infinità di suspance. Avranno pagato $300 per girare questo film di cui la metà spesi per comprare gli scarafaggi.. Quando il film è finito io è la mia ragazza ci siamo guardati in faccia e ci siam detti:non [...] Vai alla recensione »
IL film nel complesso risulta abbastanza mediocre,è mancato l'accompagnare lo spettatore lungo quello che doveva essere un viaggio interiore e psicologico. Non è facile riusicre a creare un film horror (poco horror e molti scarafaggi) psicologico, ho cercato di interpretare i vari elementi dagli scarafaggi alle frasi dette ,ad esempio:"sei solo carne" ,però, si rimane [...] Vai alla recensione »
IMPEGNATIVO! Decisamente impegnativo produrre un film peggiore di questo!! trama inconsistente se non inesistente, lievi e confusi accenni allo gnosticismo, film lento, aberrante. pessimo. Balza direttamente alle vette della top ten del worst of cinema.
IO HO FOTTUTAMENTE PERSO IL MIO BELLISSIMO TEMPO, è il film più brutto che io abbia guardato in vita mia, non ha un senso e se potessi darei -000000000000000000000000000000000000000000,1
Di Babak Anvari faceva ben sperare il precedente Under the Shadow, e di Nathan Ballingrud (autore del romanzo The Visible Filth, da cui Wounds è tratto) un certo mestiere da cantastorie neogotico. Il sodalizio tra i due ora si estende alla tv, con l'adattamento in serie di North American Lake Monsters, e forse il modello racconto-puntata si rivelerà più efficace.
Will vive a New Orleans e fa il barman. Un lavoro che gli piace, degli amici e una fidanzata, Carrie, che lo ama. Vive perennemente al presente, senza preoccuparsi delle complicazioni della vita. Una notte, mentre è al bar a lavorare, scoppia una violenta rissa in cui un cliente abituale resta ferito a una guancia. Alcuni studenti si danno alla fuga durante la bagarre, lasciando per errore un telefono [...] Vai alla recensione »