Il film è appesantito dall'omaggio di Christian De Sica al padre, più deferente che ironico. Da giovedì 14 novembre al cinema.
di Paola Casella
Thomas e Carlo sono fratellastri, uno cresciuto a Roma, l'altro a Milano; uno mago da varietà televisivo attualmente sottoccupato, l'altro aspirante imprenditore frustrato nelle proprie ambizioni da uno suocero ricchissimo e sprezzante. I due sono figli di un padre napoletano, Vittorio, di grande personalità ma anche di grandissimi vizi. Alla morte di Vittorio, Thomas e Carlo, entrambi squattrinati, si recano a Napoli sperando di incassare una cospicua eredità: ma il padre si è mangiato quasi tutto al gioco, e a loro rimane solo la sontuosa casa di famiglia, che però è gravata da una consistente ipoteca. A Napoli scoprono anche l'esistenza di un terzo fratellastro, Ugo, che entra ed esce dagli ospedali psichiatrici. Per pagare l'ipoteca i tre si inventano uno schema che capitalizza sulla "nota" superstizione napoletana, e si qualificano come acchiappafantasmi. Riusciranno i nostri eroi a salvare la casa e le loro esistenze dissestate?
Con Sono solo fantasmi Christian De Sica (e suo figlio Brando, il cui contributo alla regia è più che evidente) ha voluto realizzare una commedia horror, ma il problema è che il film che ha coscritto e diretto non è compiutamente né l'una né l'altro.