Titolo originale | Se c'è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari |
Anno | 2019 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Italia |
Durata | 105 minuti |
Regia di | Simone Isola, Fausto Trombetta |
Attori | Valerio Mastandrea, Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D'Amico, Roberta Mattei Emanuel Bevilacqua, Mauro Bonanni, Claudio Caligari (II), Maurizio Calvesi, Marco Caramella, Laura Casalini, Francesca D’Aloja, Fabio Ferzetti, Marco Giallini, Marco Guidolotti, Giordano Meacci, Michela Mioni, Serafino Murri (II), Nicola Pankoff, Marida Lombardo Pijola, Adelina Ponti, Marco Risi, Manuel Rulli, Pamela Schettino, Francesca Serafini, Simone Spada, Roberto Stani, Giorgio Tirabassi, Paolo Vivaldi. |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Pablo |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,42 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 25 ottobre 2019
Un ricordo della carriera di Claudio Caligari. Il film ha ottenuto 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Se c'è un Aldilà sono Fottuto - Vita e Cinema di Claudio Caligari ha incassato 7,5 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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3 ottobre 2014: ospite del critico Fabio Ferzetti in redazione al quotidiano "Il Messaggero", Valerio Mastandrea dà lettura di un messaggio speciale indirizzato a Martin Scorsese. A nome della crew che sta cercando di mettere in produzione Non essere cattivo - terzo film di Claudio Caligari che fatica ad avere il via - l'attore romano invita il regista a vedere il film di debutto del regista, Amore tossico. La questione è urgente: Non essere cattivo, ultimo dei soli tre film realizzati da Caligari in quasi quattro decenni di attività, è un'opera che "non può aspettare". Non solo per la difficoltà apparentemente incorreggibile, quasi una maledizione, nel riuscire a trovare finanziamenti per le sue sceneggiature, ma perché il regista è gravemente malato. La speranza è che Scorsese riconosca la passione divorante per la settima arte come una malattia familiare e possa correre in aiuto.
Da qui prende le mosse il documentario di Simone Isola (socio fondatore di Kimerafilm e autore di Alfredo Bini, ospite inatteso, a Venezia Classici nel 2015) e del giornalista Fausto Trombetta, dedicato all'instancabile sceneggiatore e cineasta fieramente indipendente Claudio Caligari (Arona 1948 - Roma 2015).
Un nome che rimanda immediatamente al suo esordio clamoroso e misconosciuto: esperimento rigoroso e originale di raccontare la quotidianità emarginata di un gruppo di eroinomani di Ostia, Amore tossico ottenne il Premio Speciale per la miglior opera prima alla Mostra di Venezia nel 1983 nella sezione De Sica. Titolo leggendario, iperrealista e a tratti esilarante, anche per l'uso di un romanesco giustificato e fantasioso, non solo quello dell'ambito di "pere" e "spade" (" 'a bello su tutte le rote!", esclama a un certo punto "Er Donna", il transessuale interpretato da Pamela Schettino). Concepito con la consulenza del sociologo Guido Blumir e la complicità di un cast che condivideva la sceneggiatura ed era pienamente consapevole della realtà a cui dava vita nella finzione, fu accompagnato dalla benedizione di Marco Ferreri, come testimoniano estratti dal programma Processo al film, con regista e cast "sul banco degli imputati", attorniati da Ugo Pirro, Alberto Farassino, Carlo Lizzani e appunto Ferreri, a ricordarci una stagione in cui la tv pubblica si occupava con competenza di cinema. I fili rossi che rivelano poco a poco il suo autore sono le testimonianze di amici e collaboratori e il backstage di Non essere cattivo, dai sopralluoghi fino all'ultimo ciak, tra gennaio e maggio 2015. Un film ostinatamente portato a termine, grazie alla famiglia allargata nata sui set, prima della morte del regista, e pronto per il Fuori concorso alla Mostra di Venezia nel 2015. Ambientata sullo stesso litorale romano, ma negli anni Novanta, quando le droghe sintetiche sostituirono la polvere bianca. Gradualmente il film scopre la natura riservata e fieramente irriducibile di un outsider elegante, laconico, dalla battuta cinica e lapidaria, che somiglia vagamente a Tomas Milian. Spiccano nel coro le voci di Valerio Mastandrea, amico e garante e perciò sorta di esegeta di Caligari (che definisce "lo Zeman del cinema italiano", indicando con tale analogia la sua meticolosità e la democraticità del lavoro sui suoi set) e del direttore della fotografia Maurizio Calvesi, oltre ad Alessandro Borghi e Luca Marinelli, per cui il film è stato fondamentale.
Il trio Mastandrea - Tirabassi - Giallini e uno spettacolare cameo di Little Tony "costretto" a cantare, nel ruolo di se stesso, campeggiano invece nel noir metropolitano L'odore della notte, sempre a Venezia, in Settimana della critica nel 1998 e liberamente ispirato a Le notti di Arancia meccanica di Dido Sacchettoni. Racconto criminale ricco di sfumature e dai caratteri nazionali in cui si riscopre una violenza coerente, molto in anticipo su tante produzioni più eclatanti a venire. Il ritratto che affiora, anche dal taglio e dalle durate delle inquadrature - rigirate oggi sugli stessi luoghi originari da Calvesi - è quello di un filmmaker rigoroso, un provinciale che lasciò le tranquille comodità di Arona, sulla riva piemontese del Lago Maggiore, con le idee molto chiare sull'obiettivo: andare a Roma a fare il cinema. Il suo è stato politico fin dagli esordi e in qualche modo imparentato al percorso di Pasolini, non solo per il suo spiccato e sincero interesse per la realtà e la periferia urbana, ma anche per le bizzarre linee familiari del cinema: Emanuel Bevilacqua, "il Rozzo" del secondo film di Caligari, L'odore della notte, è figlio di uno degli interpreti di Accattone. Restituzione d'amore, tributo a una passione divorante, invito a riscoprire l'uomo e le opere, piuttosto che commemorazione apologetica, Se c'è un aldilà sono fottuto realizza il sogno di ogni documentario metacinematografico: cerca e trova i protagonisti dei tre film per intervistarli oggi sull'autentica eredità umana di quell'esperienza, e non per strappare loro superflui amarcord autoreferenziali. Senza considerare poi l'allusione al cinema rimasto sulla carta (una decina almeno di sceneggiature irrealizzate, tra cui quella sulla malavita calabrese a Milano e sullo scandalo delle baby squillo romane). Perfino le sue battute caustiche e icastiche, come quella che dà il titolo al film. Col grande merito di lasciare che a parlare siano le opere e l'uomo, decisamente interessato a tipi e contesti non borghesi né convenzionali.
SE C'È UN ALDILÀ SONO FOTTUTO - VITA E CINEMA DI CLAUDIO CALIGARI disponibile in DVD o BluRay |
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Docufilm essenziale per conoscere uno dei registi più interessanti del cinema italiano, che ha portato sullo schermo storie di vita vera del sottoproletariato urbano, emarginato in squallide periferie alle porte della gloriosa e metafisica Capitale, trasformate in riserve indiane dove la fantasia e la voglia di vivere muore ogni giorno nella disperazione dell’ignoranza, trasfigurate [...] Vai alla recensione »
Cesare, Ciopper, Vittorio, Remo, Maurizio e il Rozzo personaggi di appena tre pellicole divise da circa venti anni l’una dall’altra e spalmate su un totale di quattro decadi, ma comunque capaci di trasformare un mite piemontese, della provincia di Novara, in uno dei registi di culto del cinema di casa nostra. Nelle mani di Simona Isola e Fausto Trombetta, Claudio Caligari si trasforma [...] Vai alla recensione »
Del film con il titolo più bello dell'anno, una recensione "de core". Si addice, per la natura del progetto. Un documentario dedicato a Claudio Caligari e realizzato da chi lo ha conosciuto e frequentato, e che con lui ha lavorato. Gli autori Simone Isola e Fausto Trombetta, il direttore della fotografia Maurizio Calvesi, il montatore Mauro Bonanni, gli sceneggiatori Francesca Serafini e Giordano Meacci, [...] Vai alla recensione »
Forse è tutta una questione di angeli. Angeli perduti. Angeli ribelli. Angeli sterminatori. C'è un afflato invisibilmente religioso, quasi provocatoriamente, nel design concettuale di questo documentario, che Simone Isola e Fausto Trombetta hanno dedicato a Claudio Caligari. Ma quel religioso che appartiene più al Cinema che alla Chiesa, come le croci che illuminavano più volte il volto di Paul Muni [...] Vai alla recensione »
La proiezione del film dedicato a Claudio Caligari è stato un regalo per tutti, un'esperienza emotiva che ha coinvolto il pubblico quanto chi lo ha firmato (Simone Isola e Fausto Trombetta), le maestranze che gli hanno dato vita e Valerio Mastandrea che lo ha nutrito, a cominciare dalla lettera inviata a Martin Scorsese perché aiutasse economicamente il film.
Valerio Mastandrea guida gli spettatori in un viaggio alla (ri)scoperta di Claudio Caligari, tra i più brillanti cineasti italiani dell'ultimo quarantennio, costretto dal sistema - e dalla sua natura solinga - ai margini di un mondo che avrebbe potuto arricchire culturalmente e artisticamente. Se c'è un aldilà sono fottuto. Vita e cinema di Claudio Caligari, che viene presentato alla Mostra Internazionale [...] Vai alla recensione »
"Muoio come uno stronzo e ho fatto solo tre film". È solamente una delle tante "frasi epiche" (ricordata da Valerio Mastandrea) di Claudio Caligari. Che torna in vita grazie a questo documentario, bellissimo e commovente, di Simone Isola e Fausto Trombetta. Non si tratta però del solito, semplice "omaggio" a un cineasta che non c'è più. No, Se c'è un aldilà sono fottuto.
Oscilla tra i due estremi di persistenza e perdita Se c'è un aldilà sono fottuto, documentario sulla vita e l'opera di Claudio Caligari. La persistenza è quella ostinata della pellicola, che trattiene ancora, come marmo, le immagini potenti di un magistero che si è fermato a soli tre titoli (Amore tossico, L'odore della notte e Non essere cattivo).