Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Katja Colja |
Attori | Lunetta Savino, Boris Cavazza, Simonetta Solder, Anita Kravos, Maurizio Fanin Branko Djuric, Sara Alzetta, Elena Husu, Valentina Munafò, Maria-Grazia Plos, Mirko Soldano. |
Uscita | mercoledì 18 settembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Minimum Fax Media |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,17 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 ottobre 2019
La storia di una donna che dopo un enorme dolore riesce a trovare una nuova e miracolosa forza per prendersi cura di se stessa e di chi ama. Il film ha ottenuto 1 candidatura ai Nastri d'Argento, 1 candidatura a David di Donatello, In Italia al Box Office Rosa ha incassato 17,8 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Rosa era la madre di Maja. Era, perché Maja un giorno ha preso la sua barca e se ne è andata in alto mare, per non ritornare più. Adesso Rosa, che ha raggiunto i sessanta, non sa più che fare di sé. Nemmeno il matrimonio imminente della figlia Nadia riesce a scuoterla: come dice suo marito Igor, un omone sloveno che ama il mare tanto quanto lo amava la loro figlia perduta, "Rosa vuole stare con i morti, non con i vivi". Per questo Rosa e Igor vivono da separati in casa, riunendosi solo per ingannare Nadia che (forse) li crede ancora uniti. E la loro casa è in vendita, perché vuota di vita e piena di ricordi.
La regista istriana Katja Colja ambienta Rosa, il suo lungometraggio di esordio, nella Trieste dove è nata e cresciuta e ne scrive il soggetto e la sceneggiatura, quest'ultima insieme ad Elisa Amoruso come una vicenda intima e personale (anche se non necessariamente autobiografica) tutta incentrata sul dolore di una madre che non si fa una ragione del suo lutto, ma non perde la dignità né, come scopriremo, la capacità di amare.
Rosa è il racconto di un ritorno alla vita, e non deve spaventare la mestizia delle prime scene, perché seguiranno sorprese: la prima riguarda una parrucchiera e il suo punto vendita segreto di sex toys per risvegliare la sessualità delle donne over -anta. Un gruppo demografico raramente raccontato al cinema, se non in forma di commedia (per non dire di farsa) e invece qui ritratto nel suo disincantato pieno di humor, nelle sue ingenuità e nei suoi desideri nascosti ma non sopiti.
Attraverso di loro e in particolare attraverso Rosa, Colja racconta una sensualità femminile senza età, capace di attirare a sé come un magnete chi vorrà accorgersene. La regista filma il corpo adulto della sua protagonista senza falsi pudori, con grande rispetto e una mancanza totale di condiscendenza, e quel corpo e il viso intenso di Lunetta Savino sono la tavolozza su cui dipinge il racconto.
Il suo stile scarno ed essenziale appartiene più al cinema dell'Europa dell'Est che a quello italiano, raffredda il melodramma e lavora sui dettagli: due piedi che penzolano desolatamente da un (ex) letto coniugale e più avanti strofinano la terra ritrovandone il contatto consolatore; una casa borghese foderata di tappezzerie che soffocano il dolore e costellata di oggetti che testimoniano le radici pugliesi di Rosa o la passione per le barche di Maja (le belle scenografie sono di Alessandra Mura).
Colja taglia teste e riduce a spicchi le stanze, semina indizi che raccontano uno smarrimento e poi un ritrovamento progressivo, e si prende il tempo per consentire agli spettatori di ricostruire il puzzle di questa disgregazione famigliare. Boris Cavazza (Igor), Anita Kravos (Nadia) e Simonetta Solder (la parrucchiera Lena) sono efficaci nei rispettivi ruoli, ma Rosa appartiene a Lunetta Savino, che si espone senza remore davanti all'obbiettivo e rifiorisce davanti ai nostri occhi senza bisogno del classico makeover cinematografico che trasforma miracolosamente una sessantenne in una trentenne. Savino resta credibile dalla prima all'ultima scena, nei suoi piccoli gesti imbarazzati, nel suo attraversare schiva gli spazi senza però davvero indietreggiare, e nel suo ritrovare una sessualità elegante e piena di grazia.
Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo. Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'et [...] Vai alla recensione »
Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo.Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'età, la porteranno [...] Vai alla recensione »
Rosa è una sessantenne meridionale, sposata da sempre con lo sloveno Igor e madre di due ragazze. Una delle quali, Maja, è uscita in mare senza fare ritorno. La madre ne custodisce il sacrario, mentre cresce la distanza tra lei e il marito (e il film lo mostra plasticamente, dividendo l'inquadratura tra i due come uno spazio di incomunicabilità). Ma Rosa è una storia di rigenerazione affettiva, che [...] Vai alla recensione »
Katja Colja, la regista di Rosa, è coraggiosa. Lo è perché nella sua opera prima ha scelto non solo di affrontare il tema dell'elaborazione del lutto di un figlio. Ma ha deciso di legarvi anche quello ancora più audace della riscoperta della sessualità in età adulta. Vero è che, nel non facile compito, una grande mano gliela dà la protagonista interpretata da una bravissima Lunetta Savino, capace, [...] Vai alla recensione »
Quando perdiamo una persona cara il dolore può farci diventare delle ombre rassegnate ed intangibili, il corpo schiacciato dal peso dell'angoscia e la mente barcollante e fumosa che vaga alla ricerca di un senso impossibile da trovare, che cerca soluzioni tardive, torna mille volte su un punto nell'illusione di un sollievo legato al fallimento di un'ipotesi smentita.
Tu quoque, Cettina? In Italia (ce ne dimentichiamo a volte) abbiamo tanti bravi interpreti, spesso seppelliti nella morta gora tv (oggi meno morta, via!). Onore a Lunetta Savino, per tutti (o quasi) solo la domestica Cettina Gargiulo in Un medico in famiglia, che a quel ruolo (e ai tanti altri di madre/moglie per fiction) di sicuro guarda, lavorandolo ai fianchi in una direzione meno pacificata e risolta [...] Vai alla recensione »