red moved
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domenica 26 gennaio 2020
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l'equilibrio tra corpo e anima
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Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo.
Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'età, la porteranno a rinchiudersi in una solitaria e dolorosa bolla di dolore e disinteresse anzitutto verso il suo essere donna e a caduta ad allontanarsi dagli affetti più prossimi, marito e seconda figlia.
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Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo.
Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'età, la porteranno a rinchiudersi in una solitaria e dolorosa bolla di dolore e disinteresse anzitutto verso il suo essere donna e a caduta ad allontanarsi dagli affetti più prossimi, marito e seconda figlia. Eppure nel casalingo "tempietto" della figlia perduta, ovvero nella stanza da letto della stessa, Rosa scoprirà un aspetto a lei ignoto di Maja e da lì, lentamente e senza volerlo, grazie all'incontro con Lena, parrucchiera nonché compagna della figlia, inizierà la riscoperta di se stessa; attraverso la riappropriazione del suo corpo e del piacere intimo, Rosa riesce a ristabilire quel necessario equilibrio che nella bilancia dell'anima ha bisogno di pari pesi affinché il treno della vita non deragli.
Opera prima della triestina Katja Colja, il film piace per l'abilità della regista nell'affrontare tematiche che con minor misura, minor garbo, potrebbero facilmente sfociare in cagnara. Piace per la fotografia negli esterni, in particolar modo le riprese effettuate in Slovenia; piace per l'uso della lingua slovena praticamente inutilizzata nella cinematografia italiana ma che ben conoscono gli abitanti di confine e piace per la bravura di Lunetta Savino (volto noto per pessime fiction) che nel film disegna il personaggio di Rosa come meglio non si potrebbe e che personalmente auspico già da ora come vincitrice del premio come migliore attrice protagonista ai prossimi David di Donatello.
Lavoro eccellente.
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domenica 26 gennaio 2020
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un'anima senza più confine
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Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo. Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'età, la porteranno a rinchiudersi in una solitaria e dolorosa bolla di dolore e disinteresse anzitutto verso il suo essere donna e a caduta ad allontanarsi dagli affetti più prossimi, marito e seconda figlia. Eppure nel casalingo "tempietto" della figlia perduta, ovvero nella stanza da letto della stessa, Rosa scoprirà un aspetto a lei ignoto di Maja e da lì, lentamente e senza volerlo, grazie all'incontro con Lena, parrucchiera nonché compagna della figlia, inizierà la riscoperta di se stessa; attraverso la riappropriazione del suo corpo e del piacere intimo, Rosa riesce a ristabilire quel necessario equilibrio che nella bilancia dell'anima ha bisogno di pari pesi affinché il treno della vita non deragli.
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Ogni tanto anche in Italia si riescono a produrre film lontano anni luce dal mainstream come nel caso di questo titolo. Siamo a Trieste; Rosa sessantenne donna del sud, sposata con Igor, pescatore sloveno, ha due figlie, una di esse Maja, un giorno esce in mare con la sua piccola imbarcazione e non farà mai più ritorno. La perdita della figlia in primo luogo e anche l'avanzare dell'età, la porteranno a rinchiudersi in una solitaria e dolorosa bolla di dolore e disinteresse anzitutto verso il suo essere donna e a caduta ad allontanarsi dagli affetti più prossimi, marito e seconda figlia. Eppure nel casalingo "tempietto" della figlia perduta, ovvero nella stanza da letto della stessa, Rosa scoprirà un aspetto a lei ignoto di Maja e da lì, lentamente e senza volerlo, grazie all'incontro con Lena, parrucchiera nonché compagna della figlia, inizierà la riscoperta di se stessa; attraverso la riappropriazione del suo corpo e del piacere intimo, Rosa riesce a ristabilire quel necessario equilibrio che nella bilancia dell'anima ha bisogno di pari pesi affinché il treno della vita non deragli. Opera prima della triestina Katja Colja, il film piace per l'abilità della regista nell'affrontare tematiche che con minor misura, minor garbo, potrebbero facilmente sfociare in cagnara. Piace per la fotografia negli esterni, in particolar modo le riprese effettuate in Slovenia; piace per l'uso della lingua slovena praticamente inutilizzata nella cinematografia italiana ma che ben conoscono gli abitanti di confine e piace per la bravura di Lunetta Savino (volto noto per pessime fiction) che nel film disegna il personaggio di Rosa come meglio non si potrebbe e che personalmente auspico già da ora come vincitrice del premio come migliore attrice protagonista ai prossimi David di Donatello. Lavoro eccellente.
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