Renée Zellweger dà respiro ad un film d'ispirazione teatrale con un'interpretazione da brividi, che non verrà dimenticata. Recensione di Marianna Cappi, legge Emanuela Rei.
di A cura della redazione
Nell'ultimo periodo della sua vita, Judy Garland è ancora un nome che suscita ammirazione e il ricordo di un'età dell'oro del cinema americano, ma è anche sola, divorziata quattro volte, senza più la voce di una volta e senza un soldo. Per amore dei figli più piccoli, accetta una tournée canora a Londra, ma il ritorno sul palco risveglia anche i fantasmi che la perseguitano da sempre.
Il film di Rupert Goold, insieme all'interpretazione straziante di Renée Zellweger, da brividi, sono qui per dire che dietro gli abiti di scena e le regole della finzione, c'era una donna che ha sofferto veramente, che ha amato lo show business come un genitore, cercando il suo applauso prima di ogni cosa, e da esso è stata divorata.
Judy è il ritratto riuscito di un dramma esistenziale, che lascia che la commedia si affacci tra le righe, amarissima.
In occasione dell'uscita al cinema di Judy, Emanuela Rei interpreta la recensione di Marianna Cappi.