"JOKER" è un c***o di gran film, degno di Scorsese. Subito dopo il cinema, ho oluto solo farmi un'overdose di commenti, recensioni e curiosità sulla realizzazione del film di Phillips.
Non sono più abituato a vedere film, fra i tanti distribuiti Oggi, così capaci di unire armoniosamente tensione, iperrealismo, suono, montaggio, sceneggiatura, recitazione. Per non contare i dettagli e i riferimenti cinefili.
Si potrebbe vedere questa trasposizione del Joker come una biografia, una ricostruzione "psichiatrica" e tragica di un essere umano, segnato dalla tragedia personale di un'infanzia terribile (si può dire "rubata?" cit.), la storia di un uomo qualunque prigioniero di un malessere esistenziale, vittima di abusi, emarginazione e di vilipendio. Insomma, un rifiuto tossico di una società barbara e cancerosa. La controffensiva al silenzio e all'addomesticamento delle emozioni sarà per il protagonista la violenza a mano armata. Ed è con questo gesto che Arthur Fleck si trasforma man mano nel Joker. Quasi come in un romanzo di Kafka, la metropoli partorisce un mostro e Arthur si trasfigura da una falena che si arrabatta per la sopravvivenza in una iena assetata di un istinto distruttivo.
Tutti gli elementi fluiscono insieme come il sangue sulle labbra del Joker. Siamo anni luce dalla rappresentazione dell'(anti-)eroe classico, è come risaltare nel passato e ripescare dal cappello i più grandi folli della letteratura e del cinema di 40 o 50 anni fa. Con la dote di andare oltre, senza nessuna retromania modaiola anni '80 (per quanto siano ben fatti certi film e serie fra cui in primis Stranger Things), nessun'ombra di nostalgia o rimpianto per il passato, si intravedono esclusivamente il gusto e il coraggio di osare, puntare a formule narrative ed estetiche nuove, forse più umili, ma non di certo meno profonde. Sarà pure un film della DC comics Universe, da cui ci si aspettano fuochi d'artificio e cazzotti titanici. E infatti il pulp non manca. Ma per una volta, si esclude la spettacolarità, si tende a costruire un'ossatura diversa rispetto alla saga Marvel e al taglio fumettistico che strizza l'occhio al pubblico. Nel Joker di Phillips si entra nell'anima dell'anti-eroe, come in Taxi Driver, Hannibal Lecter o Birdman! Il regista aveva già diretto la trilogia di Notte da Leoni e altri prodotti di qualità discutibile, stavolta invece si distingue e porta a casa, vincitore, una sfida che batte di gran lunga, mi spiace dirlo, Christopher Nolan, che mi piacerebbe vederlo stringere la mano al regista di questo Joker mentre si mangia l'altra, di nascosto, perché non ha avuto lui l'idea. Per quanto grande fu la performance di Heath Ledger che precedette questa versione del criminale di Gotham, non si può non pensare all'interpretazione di Joaquin Phoenix come a una delle più grandi viste sullo schermo da tanti anni.
Un consiglio: non aspettate di vederlo su Netflix, Hulu, Amazon. Anche se avete lo schermo da 100 pollici a casa, l'esperienza al cinema varrà il prezzo e la fatica di trovare parcheggio fuori dalla sala.
PS: una nota di merito anche a Robert De Niro, che torna a girare come si deve e non a fare il nonno zozzo di Zac Efron.
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